Stampa questo articolo
 
Vigilanza RAI a Grillo? Meglio abolirla
 
di Giorgio Merlo
 

La Presidenza della Commissione di Vigilanza della RAI è stata affidata a un esponente del movimento politico di Beppe Grillo. Fin qui nulla di strano o di particolarmente significativo. Ma dietro a questa candidatura ci sono impegni politici, proposte legislative e obiettivi concreti che non possono venire elusi. Prima però di affrontare questo tema, non possiamo dimenticare che da tempo c'è una vasta pubblicistica, politica e giornalistica, che punta ad archiviare l'esperienza della Commissione di Vigilanza RAI proponendone la sua abolizione dall'ordinamento parlamentare. Dietro a questa proposta si muovono anche finalità nobili e per nulla peregrine. Si dice che è inutile avere un controllo politico e parlamentare sulla RAI – appunto un organo di vigilanza e di controllo sul servizio pubblico, e non sanzionatorio – che rischia di essere un semplice doppione rispetto all'attuale Consiglio di Amministrazione. Soprattutto con una legge, la famosa Gasparri, che prevede un intervento esplicito del Parlamento nella composizione dell'organo di governo dell'azienda di viale Mazzini.
Ora, non intendo affrontare questo tema, che peraltro non condivido. Richiamo invece l'attenzione sulla nuovissima dirigenza della Commissione di Vigilanza. Pur senza fare alcun processo alle intenzioni e in attesa del comportamento politico concreto di chi la dirigerà, è indubbio che il passaggio da Sergio Zavoli a Roberto Fico, esponente grillino, è destinato a cambiare in profondità il ruolo e la funzione di questa Commissione.
Del resto, l'obiettivo politico concreto di Grillo e del suo movimento sulla RAI è abbastanza chiaro: un attacco frontale e violento a svariati conduttori e giornalisti RAI, amici e non, alla attuale articolazione editoriale dell'azienda, alla strategia complessiva della RAI e alla stessa permanenza del servizio pubblico radiotelevisivo nel nostro Paese. Un progetto oggettivamente rivoluzionario che ha una sola e grande finalità: liquidare la RAI.
Ora, è indubbio che la RAI vada riformata, e profondamente. È altrettanto indubbio che la stessa "governance" della RAI va cambiata perché l'attuale organizzazione aziendale non può reggere a lungo. Al proposito ci sono progetti di legge di riforma, già depositati da tempo, che dopo un confronto parlamentare possono arrivare a una conclusione sostanzialmente condivisa. È, come sempre, una questione di pura volontà politica.
Ma cosa c’entra tutto ciò con la finalità di un movimento politico, o di un partito, che seppur legittimamente ha il chiaro obiettivo di azzerare definitivamente la RAI? Questo è il punto della questione e non altro.
Certo, anche i più incalliti rivoluzionari possono sempre diventare moderati e poi, magari, anche conservatori se non reazionari. Parlando sempre del Movimento 5 Stelle, abbiamo già sperimentato come gli intenti bellicosi sugli ormai famosi stipendi dei parlamentari manifestati per tutta la campagna elettorale si siano ridotti a una squallida disputa tra chi vuole e chi non vuole rinunciare ai vari privilegi e benefici che tuttora accompagnano la "status" del parlamentare. Se il buongiorno si vede dal mattino... Ma nella vicenda della Presidenza della Commissione di Vigilanza le cose sono diverse. E se dovesse emergere un atteggiamento distruttivo rispetto alla stagione precedente autorevolmente guidata da Sergio Zavoli, forse il tema della trasformazione definitiva della stessa Commissione di Vigilanza potrebbe essere presa in seria considerazione.
Non lo dico con un intento qualunquista. Semplicemente voglio dire che, alla vigilia – almeno spero – di una definitiva e credibile riforma della RAI e con la Presidenza della Commissione di Vigilanza affidata a una forza politica che punta deliberatamente a liquidare l'azienda, rientra nelle cose l'eventualità di azzerare la stessa Commissione. Sarebbe un segnale che da un lato potrebbe spingere a una rapida riforma del settore e, soprattutto, che rimarcherebbe ancora una volta le ragioni dell'importanza e della indispensabilità del servizio pubblico radiotelevisivo nel nostro Paese.


franco maletti - 2013-06-12
RAI: autonomia vera, autonomia per finta o autonomia per niente? Vigilanza: vigilanza vera, vigilanza per finta o vigilanza per niente? TV:guardarla davvero, guardarla per finta o guardarla per niente? Oggi chi vuole farsi una opinione giusta deve avere il tempo e la pazienza di confrontare sullo stesso fatto le informazioni diverse. La figura del "buon padre" che vigila per tutti noi è superata: in quanto ognuno di noi (se vuole davvero conoscere la verità) non ne ha bisogno.
Antonella - 2013-06-12
Buongiorno, da oggi 12 giugno 2013 la tv pubblica greca cessa le trasmissioni............