Adesso è veramente difficile districarsi nella matassa politica. In sintesi.
Il guru, padrone e proprietario del Movimento 5 Stelle ogni giorno manda "aff*****o" regolarmente almeno due volte al giorno chi gli prospetta ipotesi di alleanza. Salvo vedere i suoi dividersi clamorosamente al primo appuntamento che conta, cioè l'elezione del Presidente del Senato. Come dice bene quel diavolo di Calderoli, "benvenuti nella casta, grillini".
Il PDL è sostanzialmente fedele a ciò che ha detto appena conosciuto il risultato delle urne. E cioè, "adesso serve una grande intesa". Detto tra di noi, la stessa alleanza che ha appoggiato il governo Monti. Di cui non sentiamo la mancanza.
Scelta civica del suddetto Mario Monti, invece, continua a essere in preda della straordinaria voglia di potere del suo fondatore. Prima della chiamata di Napolitano, era un semplice "servitore" dello Stato. Adesso vuol far di tutto. Premier, Ministro, Presidente del Senato, Capo dello Stato. Mah! Si vede che i "servitori" dello Stato adesso si misurano dalle cariche che richiedono.
Infine il PD. E qui le linee, nei pochi giorni passati dal voto, sono state molteplici. Ricapitoliamole. Otto punti programmatici da sottoporre a tutti i partiti e poi verificare la convergenza politica in Parlamento; poi "mai e poi ancora mai con il PDL"; quindi alleanza e rincorsa quotidiana di Grillo che, puntualmente, ti manda al diavolo; infine, par di capire, rottura con il grillismo e riproposizione dei punti programmatici.
Insomma, per dirla con un linguaggio finemente politologico, un "gran casino".
Ecco perché al di là delle chiacchiere, delle formalità e della solita ipocrisia, adesso serve una cosa sola. Andare quanto prima al voto. Sempreché prima si faccia la riforma della legge elettorale. Quale? Semplice. Basta recuperare il Mattarellum. C'è già. È pronto.
Ci sarà però una maggioranza – per forza composta dal PD con almeno uno tra M5S e PDL – disposta ad andare con una diversa legge elettorale alla resa dei conti delle urne? |