giuseppe cicoria - 2012-12-19 Confermo quanto ho scritto in riposta all'articolo di Risso. Seppur succintamente mi sembra di aver colto l'impressione di essere d'accordo,in linea di massima, con Guido Bodrato. Naturalmente mi inchino alla Sua bravura sopratutto per aver affrontato il problema molto approfonditamente e con smisurata competenza. | ||
giovanni - 2012-12-12 pienamente d'accordo | ||
Leonello Mosole - 2012-12-12 Credo che le autorevoli considerazioni di Guido Bodrato siano da rivedere anche alla luce degli avveniemnti di questi giorni.
Mettendo da parte ciò che, a mio avviso, ha fatto perdere Renzi (sembrava un ospite del PD ..., non si è capito se si voleva alleare con qualcuno ..., sulla base di quali criteri "rottamiamo"?..)alcune delle questioni poste (quelle che io ho colto) non possono sicuramente essere trascurate.
Siamo in una situazione a dir poco "grigia": gli schemi tradizionali non sono più applicabili.
1) Nel PD - non si può pensare che chi vince vince e al massimo si concede l'onore delle armi agli "sconfitti": io credo che per vincere le elezioni (che sono un po' più complicate delle primarie) ovvero per non ripiombare nel clima delle "cene eleganti" e dello "spread è un imbroglio", sia necessario tener conto anche delle idee degli "sconfitti": pensiamo che l'idea di Renzi per una legge elettorale simiile a quella usata per l'elezione dei sindaci sia da buttare? pensiamo che l'idea di ridurre i costi della politica (che non sono sicuramente la causa del debito ma che sarebbero sicuramente un modo per riconciliare un po' la gente con essa) anche riducendo il numero dei parlamentari sia da buttare? pensiamo che modernizzare la struttura Amministrativa, che è autoreferenziale (vedi il concorso per dirigenti al Comune di Torino) sarebbe un'idea sbagliata? Tutto ciò, però, non può essere fatto facendo "girare la ruota" per far scendere D'Alema e far salire Fassina. La ruota deve girare facendo salire persone nuove ma soprattutto idee di governo e di partito nuove.
Il PD per continuare a esistere come grande partito deve compiere un grosso rinnovamento: deve scomparire l'idea che la vecchia casa dei DS è stata ampliata per far entrare nuovi ospiti.
Renzi potrebbe dare un grosso contributo a questo cambiamento. Staremo vedere quanto è maturo e uomo di Stato.
2) Fuori del PD - si pone seriamente la questione delle alleanze e di Monti.
Vendola ha detto che se nel futuro del centro-sinistra si pone ancora "l'agenda Monti" lui non ci sta. Se con questo modo dire si intende che si debbano ridurre gli sprechi, a cominciare da quelli della politica, si debba cercare maggiore efficienza nell'Amministrazione e si debba ricondurre il debito entro limiti ragionevoli, non so come faremo con Vendola.
Si pone inoltre la questione di quell'area di centro che si sta muovendo e che se non viene in qualche modo intercettata non si vince. Prodi docet. Ma Bersani non ha la faccia di Prodi e "profuma di sinistra". E questo non giova.
E' questione di punti di vista, come in quella meravigliosa scena de "L'attimo fuggente" o come nel caso del minimo comune multiplo. Bisogna mettersi nei panni di chi ha esperienze diverse ma può condividere molte idee di fondo.
Esiste poi il problema Monti. E' una garanzia internazionale, indipendemente dagli obbiettivi che il suo governo abbia o meno centrato.
Dove lo mettiamo? | ||
Mario Chiesa - 2012-12-12 ... ma Obama ha messo le premesse perché il meglio possa avvenire. La permanenza (fermamente voluta, nonostante le dichiarazioni) del porcellum è uno degli strumenti che permette alla nomenclatura che ha sostenuto Bersani di salvarsi, alla faccia del bene e del meglio dell'Italia. |