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Le primarie non sono un derby
 
La riuscita serata di confronto organizzata dall’Associazione “I Popolari”
 

Su una cosa si sono trovati assolutamente d’accordo i relatori della riunione in cui si sono confrontate le ragioni del sostegno a Renzi o a Bersani nelle prossime primarie del centrosinistra: la corsa alla candidatura a premier non va esasperata perché il traguardo che conta è la vittoria alle elezioni politiche di primavera. Lo ha detto subito Stefano Lepri – “le primarie non sono un derby, ed è necessario ritrovarsi subito per rinnovare la nostra presenza di cattolici democratici nel PD” – e lo ha ribadito Gianfranco Morgando in chiusura della serata – “Bersani o Renzi non sono un dogma di fede. Non va messa in discussione l’unità del PD per arrivare a un nuovo governo di centrosinistra” –.
Introdotto da Guido Bodrato, nel salone di via Barbaroux gremito di pubblico, il confronto è iniziato con l’intervento di Lepri che ha elencato i motivi che gli hanno fatto scegliere la proposta Renzi. Tra questi il tema della “rottamazione” che ha portato una sensibilità al necessario ricambio della classe dirigente e che ha già conseguito dei risultati, con gli annunciati abbandoni di Veltroni e D’Alema, e il fatto di contrastare la “deriva egemonica” che rischia di ridurre il PD alla mera prosecuzione della storia PCI-PDS-DS. Poi Renzi, che “punta a costruire un partito stile Obama e Blair”, da quando è sceso in campo ha già aumentato la percentuale di consenso al partito dal 25 al 30% e si propone con forza per guidare il governo “in un’Italia che ha bisogno di leader giovani”.
È poi toccato a Giorgio Merlo, sostenitore della candidatura Bersani, che ha esordito rimarcando come “ci sono ancora le primarie e ancora una volta i Popolari si presentano rimescolati”. Merlo si è detto preoccupato per il tentativo di impedire o almeno indebolire la prevedibile vittoria del PD alle politiche, a cominciare dal “montismo” che trabocca dai grandi giornali d’opinione. E “tutti gli avversari di questo PD, guidato con equilibrio da Bersani, puntano a un PD diverso, quello guidato da Renzi”. E del sindaco di Firenze, di cui “ogni uscita è pianificata mediaticamente”, è difficile delineare la vera sostanza politica.
Davide Gariglio ha raccolto, e ribaltato, il testimone da Merlo, esprimendo forti riserve sull’attuale PD: “Non abbiamo creato il partito che speravamo. La divisione dei Popolari a livello nazionale è stata deleteria, così come una serie di altri fattori: la scelta di Vendola e non di Casini come primo alleato, il passaggio da Letta a Fassina come esperto economico del partito. Gariglio ha delineato una situazione del PD assai negativa, parlando anche di “quadro desolante” e di “partito malato, in cui non vedo spazio per i nostri valori”. “Almeno Renzi è un ex popolare in corsa per vincere” ha concluso il consigliere regionale.
Infine Gianfranco Morgando ha ribadito le ragioni del sostegno a Bersani già espresse nel documento di cui è primo firmatario. La crisi economica e la crisi morale della politica sono i due macigni da affrontare, a su questi due fronti “Bersani è più attrezzato” per il difficile compito. Superare la fase del governo tecnico è una necessità, arrivando a un governo politico di centrosinistra imperniato sul PD che possa incidere diversamente sulla difesa del lavoro e sullo sviluppo, con creazione di nuovo lavoro. “Per raggiungere l’obiettivo Bersani indica una strategia di alleanze, a cui Renzi contrappone l’idea dell’autosufficienza elettorale del partito, già fallita con Veltroni”.
Gli interventi dei relatori, qui sunteggiati, non hanno lasciato spazio al dibattito, con qualche condivisibile critica del pubblico. Rinascita popolare on-line permette a tutti di commentare e intervenire nel dibattito, scrivendo nello spazio qui sotto.


giuseppe cicoria - 2012-11-19
Ritengo davvero ottima l'osservazione e la proposta di Mariotti. Sembra che le aspre e motivate critiche per il furto "legale" che i partiti stanno perpretando nei confronti dei cittadini non è cosa che li riguarda. "adda passa' la nuttata..." e, poi, si ricomincia peggio di prima! Andrò a votare e darò malvolentieri i due euro. Per quanto riguarda le primarie ritengo di sottolineare come il PD sta dando una pessima immagine di se stesso. Prima si indicono e poi si coprono di vituperi tutti coloro che non si allineano al voto per il segretario del partito!. Ma siamo sicuri che si tratti di un partito democratico se esiste solo una logica plebiscitaria? Mi ricorda qualcosa che avveniva all'est dell'Europa...! Una domanda: ma perchè mai Bersani ha voluto queste primarie? Riteneva di essere l'unico candidato ed essere osannato dalla folla plaudente? Una previsione: Renzi con questi boicottaggi in atto non potrà mai vincere. Dopo sarà "sotterrato" come ormai abbiamo visto in altre occasioni per i perdenti. Dovrà per forza staccarsi dal PD e ne verrà fuori qualcosa di più moderato e democratico. A quel punto cosa faranno gli amici cattolici che si dichiarano democratici? A voi l'ardua risposta!
Paolo Moriotti - 2012-11-16
Sono un ex iscritto sensibile alle problematiche sociali, che ritiene le Primarie un fatto positivo. Però non capisco perché, in questo momento di grandi difficoltà economiche per troppe famiglie, il Partito Democratico intenda chiedere un contributo a chi va a votare le Primarie (anche se lo ritengo giusto). Dopo tanto clamore sui Rimborsi Elettorali, che si sono rivelati sprporionati rispetto a quanto dichiarato come speso, vorrei vedere che il Partito Democratico torinese, città di Santi sociali, ha deciso di devolvere ai poveri la totalità di quanto incassato. La città di Torino si merita un simile gesto di solidarietà. E penso che molti, come me, vorrebbero poter constatare che questa proposta è stata portata avanti dall’Associazione Popolari di Torino. Grato per l’attenzione auguro buon lavoro.