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Santa Nché
 
di Chiel
 

Di Daniela Granero da Cuneo avevamo già parlato, ammirati del suo instancabile apostolato tra Cortina e Porto Cervo. Santa Nché, meglio nota come la Patrona degli evasori, è oggi impegnata a fare concorrenza a Santa Rita, l’avvocata dei casi impossibili: cerca infatti di ricompattare il voto disperso del Popolo delle libertà, che tutti i sondaggi danno in caduta continua, dopo che anche gli Italiani meno avveduti si sono resi conto del vuoto e del malaffare che si celava dietro le promesse dell’imbonitore Berlusconi. Il discredito che oggi accompagna il Cavaliere – e il fido Bossi, inguaiatosi di suo – ha creato un vuoto politico a destra che nessun cortigiano del sultano di Arcore riesce a occupare. Non c’è riuscito Alfano, gente come Cicchitto o Gasparri è ancor meno credibile, Formigoni si deve preoccupare di altro. L’unica che riesce a dare una prospettiva di ricompattamento è proprio Santa Nché. Come una novella Giovanna d’Arco, capace di rianimare il popolo di Francia umiliato dagli inglesi, si appella alla resistenza contro i nemici: non solo i “comunisti” del centro-sinistra (da Pisanu/Casini a Vendola/Di Pietro) ma soprattutto Monti e i suoi ministri, che si sono messi in testa di affamare i poveri evasori fiscali facendo loro pagare le tasse. L’appello di Santa Nché a non pagare l’IMU è la studiata strategia per calamitare alla causa dei ricchi evasori abituali il comprensibile malcontento del contribuente medio che proprio in questi giorni è alle prese con la non indifferente imposta.
Anche se cerchiamo di metterla sul ridere, non sottovalutiamo affatto il populismo di destra, che nel nostro Paese ha solide radici (lo scarso senso civico comporta un alto tasso di qualunquismo) e può ricompattarsi elettoralmente con rapidità. Passando dal Cavaliere alla Pasionaria nera, ma il contenuto politico – come il lifting – è sempre lo stesso.

Della rubrica FARDELLI D'ITALIA