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Pulizia!
 
di Alexis de Tocqueville
 

Con il suo “Pulizia! Pulizia! Pulizia!” Bobo Maroni si è conquistato per alcuni giorni l’interesse dei media. Le pulizie nella Lega somigliano tuttavia più ad epurazioni di staliniana memoria che ad un serio processo di revisione politica. Per il momento è sembrato di rivivere la vicenda della successione a Mao Zedong, trasformato allora in una reliquia come oggi Bossi, con la demonizzazione della nuova “Banda dei quattro” (uno spicchio del “cerchio magico”): la “badante dell’Umberto”Rosy Mauro, il tesoriere Belsito, il Trota e la sua “badante” in Regione Monica Rizzi. Aggiungiamoci pure il quinto, l’inesistente capogruppo Reguzzoni, ma ridurre a questi pochi la “pulizia” è un po’ poco per un partito che ha coperto i misfatti del sultano di Arcore per un decennio. La Magistratura sta ancora indagando sui soldi del finanziamento pubblico alla Lega. Qualcosa su Calderoli è già uscito, e pare interessante il pentolone delle tangenti Finmeccanica, i cui primi miasmi lambiscono Maroni stesso. Vedremo, a bocce ferme.
Ciò che mi ha stimolato a scrivere è però altro: non pensi Maroni di avere una sorta di copyright sull’esortazione alla pulizia, seppur ripetuta tre volte. Un lucido ottantasettenne, molti anni fa, aveva già scritto queste righe:
“Pulizia! Pulizia morale, politica e amministrativa. Solo così potranno i partiti presentarsi agli elettori in modo degno per ottenere i voti; non mai facendo valere i favori fatti a categorie e a gruppi; non mai con promesse personali di posti e promozioni; ma solo in nome degli interessi della comunità nazionale, del popolo italiano, della Patria infine. Perché la moralizzazione della vita pubblica è il miglior servizio che si possa fare alla Patria nostra”.
Comparso il 2 gennaio 1958 sul quotidiano “Il Giornale d’Italia”, l’articolo si intitolava Moralizzare la Vita Pubblica. Ne era autore Luigi Sturzo.