L’incontro promosso dall’Arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia con i politici e gli amministratori locali torinesi ha offerto uno spaccato importante su come la Chiesa torinese legge l’attuale fase politica nazionale e locale. Una riflessione ad ampio raggio, quella di monsignor Nosiglia, che si è concentrato prevalentemente sull’importanza della politica nell’attuale contesto sociale e culturale del Paese, ovviamente dall’angolatura della Chiesa e da ciò che i cattolici chiedono e si attendono dalla politica e, soprattutto, dai politici.
Certo, la politica rettamente intesa e praticata con coerenza e un forte ancoraggio valoriale continuano ad essere decisivi per comporre gli interessi e risolvere i problemi della comunità. Una politica ovviamente laica che non degeneri nel laicismo da un lato e nella sola spettacolarizzazione dall’altro. Del resto, dal Concilio alla Octogesima Adveniens di Paolo VI, dalla Gaudium et Spes alle ultime riflessioni del Presidente della CEI, il rapporto tra cristiani e la politica continua ad essere centrale nel pensiero e nell’elaborazione della dottrina sociale cristiana. Una politica però che deve recuperare la sua credibilità e il suo ruolo nella società italiana dopo la pesante e violenta delegittimazione in cui è incappata in questi ultimi anni.
Insomma, se possiamo trarre delle considerazioni dalla giornata di Pianezza potremmo racchiuderle in tre considerazioni.
La prima è la forte sottolineatura del “ritorno” alla politica. Una dimensione costitutiva e indispensabile anche nelle società moderne e, di conseguenza, l’importanza dei partiti quali veicoli democratici e di partecipazione altrettanto importanti. Una indicazione non secondaria vista l’autorevolezza di chi l’ha pronunciata e considerando anche il clima di pesante e insopportabile antipolitica che sta soffocando il nostro impianto democratico.
In secondo luogo, e con altrettanta chiarezza, l’invito a riscoprire sino in fondo la dimensione popolare e sociale dell’impegno politico e amministrativo. Un invito, quello, pressante e perentorio che contribuisce anche a promuovere non solo un rinnovamento di facciata senza rincorrere un nuovismo sterile e inconcludente. La risposta ai problemi dei cittadini e della comunità è quindi credibile se i politici sapranno interpretare sino in fondo la loro “mission”.
Infine la centralità dei valori cristiani nell’impegno politico ed amministrativo. Valori, comunque, che trovano larga cittadinanza e che coinvolgono credenti e non credenti, laici e cattolici. Valori che ancorano la politica a una dimensione etica senza scivolare nell’integralismo moralista o confessionale.
Insomma, dalla Chiesa torinese, attraverso il suo massimo esponente, arriva un incitamento all’impegno politico e amministrativo, nel rispetto della sua autonomia e della profonda laicità delle istituzioni e dello Stato. Comunque sia, una bella giornata che sprona i politici e gli amministratori a un impegno più esigente e richiama tutti, laici e credenti, a non dimenticare le ragioni degli ultimi e dei più bisognosi. |