Arnaldo Reviglio - 2012-03-19 Oltre alla condivisione totale di quanto scritto da Antonio Labanca desidero solo far presente che il dialogo evocato non c'è mai stato prima del 2005, e dopo la costituzione dell'Osservatorio, il medesimo si è interrotto nel 2008, in quanto le tesi degli Enti locali non venivano prese in considerazione.In pratica uno specchietto per le allodole. Inoltre ricordo che l'accordo di Pra Catinat non ha mai avuto la sottoscrizione degli Enti locali della Valsusa.
A gran voce dico queste cose e con grande dolore, perchè vedo che fra il PD e la gente comune si apre un enorme solco, difficilmente ricomponibile. Questa strada non è quella dei Popolari, il don Sturzo delle municipalità penso si rivolti nella tomba. | ||
Aldo Cantoni - 2012-03-07 Caro Antonio,
quello che hai scritto sarebbe pienamente condivisibile se fosse datato marzo 1992 e non marzo 2012! Ma in questi 20 anni i NO TAV non hanno mai votato? E se fossero maggioranza, come vorrebbero far credere, perchè sono giunti a dover segnare una presenza quasi esclusivamente extra-istituzionale? La sussidiarietà intesa come il diritto di qualunque livello (istituzionale o meno) di bloccare il livello superiore mi è veramente nuova. | ||
fabrizio zandonatti - 2012-03-06 Sottoscrivo pienamente. L'assenza della Politica, il ritenere che tutto si giustifichi con dati tecnici (basti pensare alla nascita, a livello locale, di saperi colti alternativi), il mancato rispetto delle procedure normalmente utilizzate per gli espropri, l'affidamento dei lavori a società che non potevano esibire il DURC (la Italcoge) e citate da articoli di giornale come contigue alla n'drangheta, la percepità impunità della polizia e dei carabinieri quando, come documentato, hanno ecceduto e altro ancora costituiscono un mix micidiale che muove centinaia di persone comuni. | ||
giuseppe cicoria - 2012-03-05 Il decisionismo di una sola persona mi spaventa. Il decisionismo, finora inesistente, da parte della classe politica ha portato al disconoscimento dei partiti da parte del 96% dei cittadini. Adesso c'è Monti al governo che può fare il decisionista per costruire qualcosa in questo Paese ma non è un dittatore perchè deve dar conto al Parlamento dove, per necessità vitali, c'è una maggioranza trasversale che lo sostiene. Mi sembra una situazione ideale basata sulla paura ma che forse potrà conseguire qualche buon risultato per l'Italia: aumento del senso civico contro l'evasione fiscale, risanamento dei conti pubblici, rilancio dell'economia, riduzione della disoccupazione, ecc. Per conseguire l'ultimo obiettivo lo Stato deve intervenire direttamente finanziando opere pubbliche di qualsiasi genere perchè "quand le bateman va tout va" (scusate il cattivo francese). Gli industriali, d'altronde, non hanno voglia di investire in Italia e non riporteranno mai più i loro soldi depositati all'estero in fondi speculativi che rendono di più! Credo, poi, che il Governo debba darsi una calmata nello spezzettamento delle poche holding ancora esistenti in Italia. E' noto che il pesce grande mangia quello piccolo e noi ormai abbiamo perso troppo nelle cosiddette liberalizzazioni a favore di Stati più potenti di noi! Conclusione: il tempo dei "concertini" o delle "concertazioni" deve considerarsi FINITO. La tattica dilatoria e defadigatoria deve essere troncata. I governi devono cominciare a fare e, poi, devono essere giudicatati da tutti i cittadini e non soltanto da coloro che hanno un diretto interesse. |