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Da Sanremo segnali politici
 
di Alexis de Tocqueville
 

In tanti dicono che il Festival di Sanremo sia uno specchio di questo strano Paese. E se avessero ragione? Se davvero la rassegna canora avesse il merito, per chi sa leggerne i segnali, di farci capire un po’ del gramo presente e indicarci gli sviluppi futuri?
Lasciamo da parte il patetico show di Celentano, le canzoni modeste (come al solito), gli impacci del carrozzone e dei suoi conduttori (peggio del solito). Analizziamo invece la gara tra cantanti, dove una giuria popolare vota e sceglie. Questo semplice gesto di democrazia, da un po’ di tempo in disuso nella politica (vedi alla voce “porcellum”), ha emesso i primi verdetti. Eliminati Loredana Bertè con Gigi D’Alessio, Lucio Dalla con Pierdavide Carone, Irene Fornaciari e i Marlene Kuntz. Quali indicazioni ne ricaviamo?
Bocciati una matura primadonna tirata dai lifting, gonfiata dal botulino, con improbabili capelli corvini, in duetto con un quarantenne figlio del Sud: è chiaro, gli Italiani non danno più credito a Berlusconi, neppure in coppia con Alfano.
Bocciato un vero leader della canzone italiana, ormai anziano, che da qualche anno perde colpi e non ritrova più la vena creativa, insieme a un giovane, che potrebbe essere un suo figlio tardivo, al quale sta cercando di insegnare l’arte: Bossi è bollito, e per il Trota non c’è futuro.
Bocciata una figlia di papà (“Zucchero” Fornaciari), al di là dei suoi meriti e demeriti: un segnale forte, non solo per la politica.
Bocciati quelli che al Festival non dovevano neppure arrivare perché non c’entrano nulla, a partire dal nome, con il contesto in cui si trovano: e qui tra le “papi girls” (Carfagna, Minetti, Brambilla ecc.), le Santanchè che dibattono di economia e welfare, i rubizzi compagnoni che giocano a fare gli statisti (Calderoli), i tanti lacché chiamati “onorevoli” (Capezzone, Cicchitto, Gasparri e gli altri 312 che hanno votato per Ruby “nipote di Mubarak”), i comici da osteria mancati (Scilipoti per tutti), si preannuncia una rivoluzione. A patto che, quando si andrà al voto, siano gli elettori a scegliere le persone.

Della rubrica FARDELLI D’ITALIA


Valeria Astegiano - 2012-02-19
Non vedo segnali forti..... e solo segnali per quelli di destra???? E i 30 milioni di euro della Margherita dove li mettiamo????? E i non sapevo, non mi ero accorto, avevo fiducia...... I predicatori??? Ci sono in ogni dove, anche quelli che predicano di aver contribuito a contenere al minimo i costi della politica, quando ncassano il loro piccolo tesoretto mensile!!!. Celentano? un predicatore da quattro soldi (ne abbiamo anche in politica e con molti più soldi)). Morandi? Vecchio e superato come i parlamentari da 25 anni e più in parlamento. Insomma , ha ragione Alexis, una copia della classe politia nazionale e locale, vecchia e senza idee.
Dino Ambrosio - 2012-02-17
L'impressione generale che ho sentito però è che anche tra gli altri, quelli che dovrebbero salvare le sorti dell'Italia "canterina" non sono granchè. Basteranno le elezioni a darci nuove speranze? Non dobbiamo lagnarci solo di chi vota per la nipote di Mubarak, ma anche di chi vota bilanci di partito falsi.
Ruggero - 2012-02-17
Ma sì, sorridiamo un po'! In fondo è solo un festival delle canzonette e, se lo guardiamo, sappiamo dargli una bella tara. Compresa quella che si merita il bravo cantante Celentano, che pretendendo di fare il guru ha solo da perderci.