Maurizio Steffenino - 2012-02-17 Secondo il mio modesto parere ragionamenti del tipo:
Prima ci si presenta agli elettori, anche con una proposta di coalizione. Ma solo dopo il voto si fanno le coalizioni. Se una delle coalizioni proposte all'elettorato ottiene la maggioranza assoluta governa, altrimenti anche nella formazione delle maggioranze si deve tener conto delle indicazioni espresse dall'elettorato.
non solo non sarebbero comprese dal "popolo sovrano" ma sono "moralmente" inaccettabili. Se io, il bello od il furbo di turno, mi candido a governare un Paese spiego cosa voglio fare e sottoscrivo un accordo con i miei alleati e con tutti quelli, del "popolo sovrano", che vogliono darmi fiducia.
Purtroppo è da qui in avanti la vera questione da affrontare.
Io, (sempre il bello e furbo di prima) per fare i miei interessi e curare i miei orticelli, comincio a litigare con gli altri che a loro volta si comportano come me.
L'accordo sottoscritto, il bene comune, l'impegno del compito, il rispetto delle regole e la voglia di servire il Paese diventano impedimenti all'esercizio del potere ricevuto.
Prima ci sono io, io ho vinto poi c'è tutto il resto.
Possiamo fare la migliore legge elettorale del mondo ma il problema sono gli uomini che da essa risultano eletti. Il problema è presente nella nostra realtà sociale dove il "popolo sovrano" si fa abbindolare, vota le persone sbagliate, si comporta esattamente come chi lo governa... Non nascondiamoci, è la nostra società che dagli anni Ottanta piano piano è "cresciuta" sul clientelismo, sul ricatto, sul "vuoto".
Allora un partito "serio" cominci a chiedere ai propri eletti di smetterla di fare politica in questo modo, si mettano al servizio del "popolo sovrano", lavorino con maggiore impegno e nel rispetto del bene comune, siano sobri e rispettosi della legge, fisco compreso.
Un partito serio proponga una riforma elettorale dove chi ha pendenze o è inquisito stia fuori dalla competizione, garantisca la scelta del candidato "valido" da parte del cittadino, spenda il suo mandato alla realizzazione del programma senza se e senza ma.
Se ciò avvenisse forse quei sempre meno cittadini onesti, giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, ritorneranno maggioranza in questo Paese e potranno essere non più additati come dei "tonti" ma come delle persone da seguire come modello.
Il problema del nostro Paese è proprio questo: mancano i modelli, i riferimenti.
E allora, se negli ultimi venti anni personaggi come Berlusconi e Bossi sono riusciti a vincere le elezioni è perché il "popolo sovrano" li ha votati (i numeri sono numeri) e ha permesso loro di fare quello che volevano: era quello che al "popolo sovrano" in fondo serviva per fare i propri affari.
Ora che il "popolo sovrano" ha tolto gli "occhiali da sole" è confuso, forse.
Ma proprio ora che si è liberato di questo "lungo intontimento" ha bisogno di modelli nuovi nel modo di essere e vivere la politica.
Il "popolo sovrano", mi auguro con forte presa, ha bisogno nuovamente di credere nella politica, nelle istituzioni, nel Paese.
Ora però come si fa a convincere dottori, artigiani, imprenditori, commercianti, professionisti a non usare più i contanti, offrire lavoro in nero e a fare qualche fattura ogni tanto?
Come si fa a dire a un impiegato, operaio e pensionato di non fare un doppio lavoro o di pagare le parcelle e i lavori con il costo dell'IVA e reclamare lo scontrino?
Pertanto la riforma elettorale va fatta dalle donne e dagli uomini seri e leali, dai partiti che sono al servizio del bene comune.
Se ciò non avviene, è triste dirlo, arriverà di nuovo uno più bello e più furbo degli altri. | ||
Aldo Cantoni - 2012-02-16 Le ragionevoli tesi di Davicino sono nell'aria sin dal lontano 31 luglio 1999, giorno in cui il compianto Partito Popolare presentò un progetto di riforma elettorale/istituzionale. Penso che fino a quando la preoccupazione dominante tra coloro che, per ruolo, sono chiamati a decidere in materia sarà come avere una legge elettorale che ne conservi il "posto", di riforme davvero democratiche ne vedremo poche. Purtroppo tale preoccupazione è umana, ma bisognerebbe in qualche modo superarla. | ||
Carlo Baviera - 2012-02-15 Concordo con Davicino; ma nonostante ciò devo esplicitare qualche dubbio su ipotesi elettorali, premettendo che anch'io preferisco il proporzionale.
1- Se solo dopo il voto si fanno le coalizioni, si rischia di tornare ai doppi forni o ai ricatti. E' giusto chiedere il voto su alleanza decise prima.
2- E' bene evitare maggioranze rissose e coatte, ma se l'alternativa è allearsi con alcuni moderati o crearne con chi continua a proporre misure come i "provvedimenti sin qui adottati, alcuni dei quali quantomeno discutibili", mi sembra che si escludano alleanze di solidarietà e di contrasto alle logiche capitalistiche. Perciò il Polo da costruire è fra riformatori, e sostenitori del protagonismo della società civile, del terzo settore, delle autonomie, e per la difesa della pace, dell'ambiente, della famiglia, del lavoro, del welfare.
3- Continuo a non capire come si possa dire che con collegi uninominali o con liste corte bloccate (questa la proposta Violante) siano gli elettori a scegliere.
4- Anche con una nuova legge elettorale penso si debba guardare oltre l'Italia e pensare a un partito, non socialdemocratico o inserito nella socialdemocrazia europea, ma di orientamento solidarista, riformatore, come doveva essere il Partito Democratico Europeo. |