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Pedissequamente…
 
di Alexis de Tocqueville
 

Per capire la politica di questo strano Paese, è spesso più utile ascoltare le voci che si levano dal basso piuttosto che interpretare le dichiarazioni dei vertici. Sarà sfuggita a molti, come è capitato a me, l’intervista su “La Stampa” di domenica scorsa a Maurilio Canton. Chi sarebbe costui?
È il sindaco leghista di Cadrezzate, sul Lago di Monate, salito alle cronache nell’ottobre scorso per essere stato imposto da Bossi in persona come segretario politico della sezione della Lega Nord a Varese. L’incoronazione di Canton aveva suscitato proteste dei leghisti locali, defraudati della possibilità di votare il segretario dopo un confronto tra candidati diversi.
Qualcuno evidentemente pensa che di votazioni democratiche alle camicie verdi dovrebbero bastare quelle per le selezioni di Miss Padania…
In quell’occasione Canton fece capire (dichiarazione a Radio 24) di che pasta è fatto: “Umberto Bossi dice che ci sono milioni di persone con le armi pronte a lottare per la Padania? Io sono uno di quelli. Siamo militanti, io non mi tiro indietro”. Ma è nell’intervista al quotidiano torinese che svela tutta la sua forza: “Bossi è la Lega Nord, bisogna ricordarselo sempre. E il capo non si mette mai in discussione, nemmeno quando dice cose che in apparenza non piacciono”. Per concludere in gloria: “La linea del capo va seguita pedissequamente”.
Pe-dis-se-qua-men-te: “modo di chi segue l’esempio altrui senza alcun apporto proprio e originale” (Devoto-Oli). Di pedissequi, coloro che nell’antica Roma seguivano a piedi il nobile in portantina, sono piene ancora oggi le strade d’Italia. Tanti politici hanno un codazzo di portaborse, clienti e compari. Ma nessuno aveva finora espresso con tanta convinzione e consapevolezza il proprio ruolo di pedissequo, servo acritico e sciocco.
Se rimarrà il “porcellum”, Canton avrà garantito in lista il posto da parlamentare.

Della rubrica FARDELLI D’ITALIA


Valeria Astegiano - 2012-01-25
Di yesman e di yeswoman è piena ogni ammnistrazione e straborda ogni partito. Cosa c'è di strano???? l'imposizione del segretario, il capo supremo, il cerchio magico, il trota, il pedissequamente, la garanzia di una candidatura?????? Niente di nuovo. Il tutto succede da sempre negli altri partiti, con meno folklore, naturalmente!!!!! I fucili!!! Bè i fucili fanno proprio paura!
franco maletti - 2012-01-20
Chi sa soltanto servire non ha bisogno della democrazia perchè non sa che farsene. Chi sa soltanto servire non ha bisogno di pensare: si fida ciecamente del suo padrone che pensa anche per lui. La Lega è un "burqua" mentale, dentro il quale ci si sente protetti. Anzi, più il proprio padrone fa ragionamenti da rincoglionito, più ci si sente compresi e tutelati: oserei dire quasi simili a lui. Ma limitarsi a ridere di queste cose è pericoloso: ne sa qualcosa chi derideva negli anni venti quei "quattro straccioni che marciavano su Roma". In conclusione: ai fucili non bisogna rispondere con le cannonate, ma con l'invito alla lettura di qualche buon libro che faccia cultura.
giuseppe cicoria - 2012-01-19
E' inutile osservare e disquisire su questa gente. Continuo a dire che se ci sono avvocati o giuristi democratici in giro bisogna che essi siano diligenti a individuare e segnalare alla magistratura ipotesi di reato esistenti nei fatti e nelle esternazioni di questi sovversivi. Non si tratta di politica quando si attenta all'integrità della Nazione e delle sue regole democratiche. Non bisogna essere ottimisti e/o buonisti. La Storia ci insegna che i guai sono accaduti sempre per eccesso di tolleranza verso fenomeni simili a quelli in questione!
antoninomortellaro@yahoo.it - 2012-01-19
Quante e quante volte, in questi ultimi vent'anni, abbiamo sentito parlare di fucili che la Lega continua a tenere in rastrelliera. Mi chiedo: non si saranno già arrugginiti? Voi prendete i vostri fucili e noi vi spareremo con i nostri cannoni. Scherzo, tanto ai fucili della Lega non ci crede più nessuno, nemmeno il Trota.