Giuseppe Ladetto - 2011-12-21 L'abolizione delle Province è un falso (e demogogico) problema. In primo luogo abolire le Province dovrebbe comportare l'abolizione di tutti gli uffici periferici dello Stato (prefetture, questure, intendenze di finanza, ecc.) ciò che non è nelle intenzioni del Governo. La vera necessità è una riforma dell'insieme delle autonomie che, a mio parere, dovrebbe prevedere: 1) l'abolizione del regime particolare delle Regioni a statuto speciale (con l'eccezione del Sud Tirolo contemplato da accordi internazionali); 2) l'abolizione delle Regioni con meno di un milione di abitanti; 3) l'abolizione delle Province con meno di 500.000 abitanti; 4) il trasferimento alle rimanenti Province di tutte le competenze dei Comuni in tema di uso del suolo. Lo scempio edilizio che contrassegna il nostro Paese è stato causato dall'uso irresponsabile del territorio fatto dai piccoli e medi Comuni incapaci di resistere alle pressioni della speculazione e tutti tesi a far cassa con gli oneri di urbanizzazione. 5) la soppressione di tutti i piccoli Comuni (con meno di 5-10.000 abitanti). | ||
Valeria Astegiano - 2011-12-21 Bè, certamente 6 Province sistemano un bel po' di persone, sia a livello politico, sia a livello dirigenziale. Sono fermamente convinta della necessità di abolire tutte le province. Frequento e ho frequentato molto i vari settori della provincia di torino, come insegnante prima, come consigliere comunale ed ora come imprenditrice di B&B. Nonostante il numeroso personale, questi settori hanno sempre bisogno di consulenti, anche per presentare e spiegare le cose più ovvie. Esperti che possono essere facilmente reperibili in altri settori. Quindi, salvo strade e edifici scolastici (mal gestitti, per altro) penso che tutti i settori della provincia possano passare tranquillamente alla regione e alle Unioni dei Comuni. Per strade e edifici scolastici penso si possa trovare una sistemazione e una gestione più accurata. |