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Fornero e Donat-Cattin a confronto
 
di Giorgio Merlo
 

Due Ministri del lavoro. Due torinesi. Due modi diversi, però, di concepire la tutela e la garanzia dei diritti dei lavoratori. Ne abbiamo avuto prova proprio in questi giorni. Da un lato ricordiamo il Ministro dei Lavoratori – come venne giustamente definito il cavallo di razza della DC Carlo Donat-Cattin alla fine degli anni ‘60 – e dall’altro il tecnocrate Elsa Fornero, accademico di fama e portatrice di una visione elitaria ed efficientistica nella giungla del mercato del lavoro. Due approcci diversi, al di là dei diversissimi contesti politici, storici e culturali dei due protagonisti, e due sistemi valoriali quasi alternativi.
Ora, per restare all’oggi, non è affatto in discussione l’appoggio leale e convinto – almeno da parte mia – al Governo Monti e a ciò che rappresenta in questa difficile fase della vita politica italiana. Ma è indubbio che, proprio attorno all’art. 18, alla tutela dei lavoratori e alla difesa dei loro diritti, emergono culture quasi antitetiche.
Ricordo questi particolari perché, al di là delle fasi storiche e dei contesti profondamente diversi dei due personaggi a confronto, attorno alle regole del mercato del lavoro, alla difesa dei diritti dei lavoratori e alla democrazia sindacale non ci sono evoluzioni che tengono. I diritti della persona, e quindi dei lavoratori, restano diritti sempre, come la garanzia delle condizioni di lavoro. Ma questo tema interpella direttamente il centrosinistra, la sinistra e tutto lo schieramento riformista. Tutti coloro che si sentono, con modestia e umiltà, i prosecutori di quella grande esperienza politica e culturale che è stata la sinistra sociale della DC non possono restare indifferenti o estranei di fronte alle problematiche che sono sul tappeto proprio in queste settimane. E, checché ne dica la tecnocrate ed accademica Fornero, i lavoratori, i ceti popolari e larga parte del mondo sindacale continuano a riconoscersi nel magistero politico, culturale e sociale del Ministro dei Lavoratori.
Un elemento, questo, su cui dobbiamo riflettere tutti. E non per un omaggio al padre dello Statuto dei lavoratori, Carlo Donat-Cattin, ma per non dimenticare un tassello fondamentale della cultura politica del riformismo italiano.


Carlo Baviera - 2011-12-24
Non entro nel merito del paragone tra Donat Cattin e la Fornero. Ma ritengo, come Merlo, che i diritti restino diritti sempre e le garanzie per chi lavora non vadano abbassate. Per cui mi preoccupa che oggi si tenda, con la scusa di tutelare (GIUSTAMENTE) i precari o i disoccupati si continui a contrapporre questi a chi è già arrivato ad essere riconosciuto come persona con le tutele previste dalle leggi e dai contratti. La stessa cosa avviene nel settore pensionistico. E' la solita guerra tra "poveri". I grandi ricchi, i possidenti, coloro che hanno soldi all'estero, gli evasori, ecc. la sfangano sempre: invece si continua a colpevolizzare chi ha raggiunto un minimo di benessere, quella tranquillità che dovrebbe essere di tutti. Pertanto anzichè pensare come dare tutele e garanzie a chi ancora non ne ha, si vuole diminuirle a coloro che le hanno conquistate. Un partito popolare dovrebbe tenerne conto; altrimenti è come togliere un poco di libertà a chi ha la fortuna di vivere in una democrazia, per aumenterne in piccola dose dove ci sono ancora dittature.
Mario Chiesa - 2011-12-21
Caro Merlo, ti ho conosciuto ragazzino, tanti anni fa, al tempo delle Feste dell’Amicizia a Ciriè. Permettimi di esser severo. Ho letto il tuo intervento, l’ho riletto. Il confronto giunge a scoprire che Donat-Cattin (per il quale resta intatta la mia stima) era un cavallo di razza, Fornero un accademico tecnocrate. E con ciò? Concesso che le definizioni siano calzanti, ci sono soluzioni diversi per problemi concreti? Nel tuo scritto non le trovo. Per esempio: di fronte al problema di una flessibilità che scarica tutta la precarietà in entrata e garantisce in ogni modo chi ha acquisito nei tempi passati un posto a tempo indeterminato, quali sono le diverse proposte? Non vorrei che anche tu appartenessi a quella cultura politica che ritiene che solo chi fa politica di professione da un vita sia in grado di governare il Paese. Se fosse così inviterei anche te a riflettere su un fatto: da alcuni mesi Berlusconi e il suo governo non avevano più alcun sostegno, dalla Confindustria alla CEI; e neppure di una parte del PDL; eppure l’opposizione non è stata capace di fare un proposta che sbloccasse la situazione. E dopo simile fallimento questi politici si ritengono i soli capaci di capire la gente (in merito una ‘autorevole’ dichiarazione di Gasparri), i soli capaci di fare proposte per il Paese. È quella stessa presunzione che anni fa, sotto la regia di D’Alema e Marini, ha ucciso l’esperienza dell’Ulivo: Prodi era un accademico tecnocrate, molti sindaci non facevano politica da un vita… meglio rimandarli a casa.
franco maletti - 2011-12-20
Ma qualcuno la conosce la VERA storia dello Statuto dei Lavoratori? E, dopo averla conosciuta, qualcuno la conosce realmente nella sua applicazione pratica? Da Ichino a Biagi, da Sacconi agli stessi sindacati di oggi mi sembra di no. Ho l'impressione che l'art 18 non sia che una bandiera che viene agitata soltanto per vedere quanti si radunano al di sotto di essa e poi decidere di conseguenza. Tutti, ma proprio tutti, sembrano esprimere giudizi da dietro una scrivania e senza conoscere la realtà.
Andrea - 2011-12-20
Aria pura.....
gian franco franchetto - 2011-12-20
Sono d'accordo con Franco Fratto, solo che Berlusconi avrebbe fatto anche peggio (se si può fare di peggio) ed ora usa Monti per scopi elettorali criticando la manovra salva(???)Italia. BUONE FESTE.
Fernando Ricciardi - 2011-12-20
CONSIGLIEREI A GIORGIO MERLO DI NON FARE PARAGONI IRRIVERENTI.
Franco Fratto - 2011-12-20
Chi chiama TOTEM un principio di salvaguardia dicendo che questa è la risposta al precariato dei giovani e come colui che diceva avrebbe fatto una manovra equa ed invece ha aumentato le tasse... quasi solo alla povera gente. Quindi il mio appoggio al Governo Monti è morto dopo 17 giorni. Spero solo che si faccia una nuova Legge Elettorale e si vada a votare. Monti sta facendo il lavoro sporco che Berlusconi, per motivi elettorali, non ha voluto fare. Auguri a tutti.