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“Porcellum” e primarie
 
di Alessandro Risso
 

Un documento dei Giovani Democratici di Torino (qui sotto allegato) pone con chiarezza il tema della selezione dei parlamentari attraverso le primarie nel caso di elezioni con l’attuale sistema elettorale. La richiesta non può essere facilmente elusa, in quanto ha una evidente ragione politica.
Sulle primarie il nostro pensiero – esposto in passati articoli – è notoriamente critico. Si tratta di una “americanata” che esaspera lo scontro interno ai partiti e tra partiti potenziali alleati. Si dissipano così energie e risorse in una competizione fratricida, sottraendole alla ricerca del consenso verso l’esterno. Molto meglio un proporzionale con preferenze, dove tanti corrono per uscire, impiegando risorse una volta sola e indirizzando il proprio sforzo a raccogliere i voti che servono per vincere le elezioni anche e soprattutto al di fuori del partito. Le primarie hanno poi dimostrato – il caso di Napoli su tutti – di poter essere facilmente “inquinate”, e non si è ancora trovato un soddisfacente regolamento di garanzia. Insomma, le primarie portano più problemi che vantaggi, pur riconoscendo che in alcune situazioni possono essere uno strumento utile.
Oggi rischiamo di restare ostaggi dell’odiato “porcellum”, il sistema che ha trasformato gli eletti in nominati, succubi esecutori della volontà dei capi partito compilatori delle liste bloccate, e che ci ha confezionato il più dequalificato Parlamento nella storia della Repubblica. L’ondata di firme per il referendum abrogativo spiga quale sia il pensiero della pubblica opinione.
Ma è probabile che al referendum non si riesca ad arrivare, principalmente per la volontà di Berlusconi di andare subito al voto per condizionare pesantemente il prossimo futuro con la corposa falange di fedelissimi garantita dal sistema elettorale.
Se così fosse, cosa potrebbe fare il centrosinistra e il PD in particolare? Il primo atteggiamento è quello di allargare le braccia, dire "non è colpa nostra, noi avremmo voluto cambiare", e rassegnarsi (ma qualcuno che gongola c’è…) alla compilazione delle liste con logiche e scontri tutti interni ai partiti. La seconda strada è quella di ribellarsi alla logica partitocratica: l’unico strumento sono le primarie. Dire ai cittadini che i Democratici danno loro la possibilità di scegliere chi andrà in Parlamento sarebbe una mossa politica di grande impatto. Non facile da gestire, lo sappiamo benissimo, ma capace di far uscire il PD da quel giudizio impietoso – "Tanto son tutti uguali" – che continua a ingrossare le fila del maggiore partito italiano: quello dell’astensione.

Documento

Paolo Biavati - 2011-11-16
In linea del tutto teorica le primarie possono costituire sempre, a prescindere dal sistema elettorale, un valido strumento per allargare la partecipazione dei cittadini e, quindi, il consenso intorno alle candidature del partito. C'è da domandarsi se lo strumento delle primarie, "americanata" che nasce appunto in un contesto culturale completamente diverso dal nostro, sia adatto alla situazione italiana. Qualche dubbio devono averlo avuto anche i Giovani Democratici che, infatti, auspicano l'introduzione di "...meccanismi sanzionatori tassativi, ad un tempo efficaci ed inderogabili, cui siano soggetti i candidati che dovessero rendersi responsabili di qualsivoglia violazione...". E' un meccanismo sicuramente utile, e meglio compreso, nella scelta dei candidati alle posizioni apicali (sindaci e presidenti vari). Un utilizzo come quello, a mio avviso eccessivo, fatto dal PD nel corso della sua breve storia mi pare dispersivo e, alla lunga, negativo. Poi è chiaro che di fronte al "porcellum" anche le primarie, ben regolamentate, possono servire ma credo che i nostri parlamentari un ulteriore sforzo potrebbero e dovrebbero già farlo in questa legislatura.
Massimo. C. - 2011-11-15
Utilizzare le primarie come antidoto al "porcellum" sarebbe senz'altro una mossa di buona politica. Ho però il dubbio, anzi la quasi convinzione, che sarebbe il pretesto per scatenare una selvaggia corsa alle preferenza, con tutto il peggio delle clientele come si è già visto a Napoli per il candidato sindaco. Non so come potrebbero venire gestite correttamente su tutto il territorio nazionale. Si rischia il caos in una lotta interna al partito quando, come dice bene Risso, le elezioni da vincere sono quelle contro il centrodestra.
Beppe Mainardi - 2011-11-13
Bisogna lavorare per modificare la legge, e farlo con molta determinazione. Se proprio non riusciamo non resta che la scelta di uomini qualificati e non arrivisti personali (qualcuno potrebbe inseririsi anche nel PD) passando da setaccio interno e dalle primarie.
giuseppe cicoria - 2011-11-13
I giovani hanno ragione, e non solo loro!. L'autoreferenzialità che fa comodo a tutti quelli che da tempo sono seduti a tavola, sarà, purtroppo difficile da sradicare ma qualcosa si deve fare comunque. Le idee per raggiungere questo scopo sono,pertanto, benedette!
Roberto Giardino - 2011-11-12
Completamente corretto! Non direi però che le primarie sono un'americanata, così come non possono essere la panacea per tutti i mali. Servono, a seconda del contesto e della legge elettorale vigente... Purtroppo parte della base, tra cui il sottoscritto, ritiene che finora le primarie siano state un formidabile mezzo di finanziamento, ma, solo parzialmente, di democrazia!