franco maletti - 2011-11-10 Una mia teoria era che se nel 2008 il PD avesse vinto le elezioni, questo avrebbe potuto determinare la sua deflagrazione, anche a seguito del populismo speculare a Berlusconi sfoderato dal Veltroni di allora. Vedevo quindi, nella disgrazia, la possibilità per il PD di avere davanti a sè un periodo per crescere e per amalgamarsi. Purtroppo, almeno a giudicare da quello che vedo nel mio Circolo grugliaschese, i personalismi (e le ambizioni personali a prescindere dalle capacità reali) si sono via via accresciute: anche a discapito della stessa democrazia interna di un partito degno di essere tale. Di recente, avevo già espresso pubblicamente che stavo valutando di andarmene: se non altro per non essere considerato corresponsabile di quello che là sta accadendo.
La mia impressione è che, nonostante tutti gli sforzi di Bersani, rispetto al 2008 in molte realtà locali sia cambiato poco o nulla.
Da qui il mio pessimismo. | ||
LINO BUSCETI - 2011-11-10 Finalmente è finito o sta per finire un incubo politico (speriamo sia vero!). Adesso tocca alle forze politiche progressiste, senza indugio e senza personalismi. Se è il caso, e i numeri ci saranno, non avere dubbi nel lasciare fuori qualche partito radicale o molto avanzato nel radicalismo (Vendola, Di Pietro o qualche gruppuscolo comunista). Nonostante la sfiducia che si ha nella politica, rimangono sempre il capo dello Stato, alcuni uomini onesti e di buona volontà. Questa è la ragione che ci spinge ad andare avanti. | ||
Giorgio Bosi - 2011-11-09 Penso che riflessioni appena vista siano abbastanza condivisibili. Il Progetto per la ricostruzione indicato da Bersani mi ha fatto venire in mente un altro progetto di ricostruzione: il documento delle IDEE RICOSTRUTTIVE di De Gasperi del 1943. Parlando di ricostruzione si dovrà stendere un progetto approfondito ed analitico con tutte le forze politiche responsabili riprendendo in parrticolare il ripristino della legalita' dell'etica politica nel pieno rispetto delle istituzioni, nella pura e ferma distinzione dei poteri dello Stato nello spirito della Costituzione. | ||
Franco Campia - 2011-11-09 Se il PD abbia le carte in regola, questo francamente non lo so, anzi ne dubito. Anche al suo interno convivono posizioni difficilmente conciliabili tra loro. Paradossalmente l'uscita di scena di Berlusconi rappresenta più che il trionfo per le opposizioni il momento della verità per loro. In assenza del legittimo ma comodo paravento dell'anti-B verranno fuori i nodi, frutto di grandi distanze cultural-programmatiche e di plateali egoismi elettoralistici. A questo proposito, ad esempio, il populismo personale che Di Pietro sta esibendo vale (quasi) quanto quello della Lega. Affrontare il "punto non più aggirabile" di cui parla Giorgio mi sembra facile quanto la quadratura del cerchio! | ||
giuseppe cicoria - 2011-11-09 Non si può che condividere quello che proponi. Il fatto è che per fare un governo ci vuole una maggioranza che, per il momento, non può che essere cercata nell'attuale "opposizione". E' gioco forza, quindi, chiedere a tutti di fare uno sforzo che prescinda da remore ideologiche o da logiche di convenienza elettorale e dichiarino la disponibilità, nessun partito escluso, di partecipare ad un governo di "salvezza nazionale". I sacrifici debbono farli tutti perchè tutti siamo in pericolo. Bisogna prima trovare una persona che goda della stima di tutti gli italiani dal punto di vista etico e professionale e che sia conosciuto, per serietà di comportamento, a livello internazionale.
Questa persona, se credibile, potrebbe stimolare l'orgoglio nazionale invitando tutti i cittadini che ne hanno possibilità di riportare i risparmi nelle banche acquistando le obbligazioni nazionali con l'impegno, in caso di necessità di una "patrimoniale", di scontare tutto o in parte l'importo acquistato e non venduto. Si potrebbe così allentare la pressione delle vendite speculative che provengono sopratutto dall'estero e che rischiano di farci fallire!
La conseguente disponibilitò di liquidità e la possibilità del sistema bancario di ottenere finanziamenti sul mercato a prezzi più sostenibili per effetto della diminuzione dello "spread", darebbe fiato alla nostra economia che sta morendo per la mancanza o riduzione delle linee di credito.
giuseppe cicoria |