Luchino Antonella - 2011-11-03 Buongiorno, ringrazio il signor Maletti per le sue risposte e per la sua onestà intellettuale.
Sarebbe interessante se si riuscisse ad aprire un dibattito su queste questioni.
Cordiali saluti. | ||
franco maletti - 2011-11-03 Rispondo volentieri alle domande di Antonella Luchino. Augurandomi che in futuro si possano sviluppare ragionamenti articolati sulle singole questioni aprendo un dibattito su questo sito. Le mie risposte qui non possono che essere quasi telegrafiche. E me ne scuso anticipatamente.
I Diritti Acquisiti: teoricamente non potrebbero essere toccati. Ma in realtà anche i Sindacati se ne sono resi complici nel metterli in discussione, già dai tempi della abolizione della famosa scala mobile: la presunzione era che così i lavoratori sarebbero stati maggiormente fidelizzati al sindacato perchè costretti, di volta in volta, a coalizzarsi nella rivendicazione degli aumenti salariali altrimenti non più ottenibili per automatismo. Così oggi, per effetto della crisi, tutto è degenerato. Non ci sono più certezze. Gli stessi diritti vengono messi in discussione da una politica (quella di Berlusconi) tendente a non riconoscere la validità delle Leggi fino a spingersi a mettere in discussione la stessa Costituzione Italiana.
Pensione e cambio delle regole. Il meccanismo pensionistico funziona come una specie di "catena di sant'Antonio": nel senso che il diritto alla pensione è garantito dal versamento dei contributi da parte di chi lavora. Se il numero di quelli che versano i contributi diminuisce, la Cassa non ha i soldi per pagare. Se l'importo dei contributi non aumenta perchè, complici i Sindacati, si preferisce in alternativa alimentare il business privato dei Fondi Pensione (per chi si può permettere di aderirvi), ecco che allora l'Inps non è in grado di garantire la pensione a tutti (e per un tempo molto più lungo rispetto al passato) perchè (grazie a Dio) la vita si è allungata per tutti noi.
Oggi avere il posto di lavoro garantito e a tempo indeterminato è un privilegio: un minimo di solidarietà nei confronti di chi questo privilegio non ha e non ha mai avuto mi sembra doveroso.
La Casta. Anche se i diretti interessati ovviamente lo tacciono, vorrei far presente che in Italia non esiste soltanto la casta dei politici, ma anche quella dei lavoratori: sono quei lavoratori dipendenti di Enti e di grandi Aziende che, con il passare del tempo, hanno accumulato diritti ipertrofici ai quali per nulla al mondo vogliono rinunciare. Sono quei lavoratori, gelosamente protetti dal sindacato perchè da questi "mantenuti" attraverso il pagamento della tessera, che intendono il termine "solidarietà" come un valore soltanto se, nel cambio, loro non ci rimettono mai, ma anzi ci guadagnano. Si tratta di una casta di inamovibili, per i quali il posto di lavoro continua (tramite interminabili periodi ci Cassa Integrazione) anche quando la loro Azienda è fuori mercato oppure non esiste più. Si tratta, (diciamolo), di un "parassitismo" ai danni della intera società in un mondo del lavoro dove oggi la maggior parte dei lavoratori questi privilegi se li sogna...
I Sacrifici. Per una valutazione del "giusto sacrificio" di ciascuno, bisogna prima fare alcune considerazioni. Con la caduta del Muro di berlino e con l'ampliamento della Comunità Europea, l'Italia non può essere (figuriamoci la "padania") una specie di villaggio di Asterix, dentro il recinto del quale ognuno può sentirsi sicuro e protetto. Con la mondializzazione dei mercati ci sono le interdipendenze: una volta noi stavamo bene (ammettiamolo) grazie al fatto che, in altre parti del Mondo, qualcun altro faceva letteralmente la fame per garantire il nostro livello di benessere. Rassegnamoci: anche se non ce lo dicono, "quel benessere non ci sarà mai più, e dovremo imparare ad accontentarci di un livello di vita inferiore, ma via via adeguato a quello di tutti gli altri esseri umani della Terra.
A noi degli anni '50 imputeranno anche la colpa di vivere? La risposta è: sicuramente no. Ma se continueremo a rifiutare e riconoscere le cose che ho scritto sicuramente ci imputeranno la colpa di essere degli egoisti. | ||
Luchino Antonella - 2011-11-03 Buongiorno, porgo io alcune domande al Signor Maletti.
Come mai nessuno parla dei "diritti acquisiti"? dai lavoratori, che come me, sono entrati nel mondo del lavoro, da sempre nel settore privato, e si sono sempre sforzati di tirare avanti la baracca per il bene del nostro Paese e nel corso degli anni si sono visti modificare le regole per la pensione di anzianita' sotto il naso?
Perche' i "diritti acquisiti" rimangono tali sono per la cosidetta "casta politica"?
Possibile che i sacrifici vengano chiesti solo e sempre alle medesime fasce sociali?
Mi viene da pensare che un giorno o l'altro, a noi degli anni '50, ci imputeranno la "colpa di vivere"!
Cordiali saluti.
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