Aldo Cantoni - 2011-09-26 Meglio essere un vecchio con mentalità giovane che un giovane con mentalità vecchia.
Sembra una ovvietà; ma il mondo politico, che ho conosciuto, troppe volte mi ha mostrato esempi dove il successo è appartenuto a persone che di giovane avevano solo l'età. | ||
Edgardo - 2011-09-18 Sono d'accordo con Lei Onorevole, per tanti come il sottoscritto che hanno impiegato le proprie energie nella gloriosa DC, Margherita e PD ci siamo aspettati che anche questa esperienza fosse foriera di soddisfazioni e che permettesse di continuare a mettere a disposizione le proprie esperienze e forze. Almeno nelle realtà che conosco non ci siamo sentiti non solo impiegati ma addirittura nemmeno convocati. Abbiamo assistito ad una triste spartizione di sedie e di incarichi soltanto rivolta a senso unico. Che non era quella dalla quale proveniamo. Non importa. Il nostro lungo corso sarà sempre a disposizione di un progetto che incarni i nostri credo, valori e convinzioni: lo dico da rappresentante della zona di Biella e del Biellese in Comitato Regionale dell'Associazione Popolari, grande progetto che continua a giustificare la mia azione ed esperienza politica vera. | ||
Mauro Mantelli- Cuneo - 2011-09-17 Bravissimo. Hai saputo condensare ed esprimere il quadro di una generazione politica che ha vissuto i suoi primi anni nella militanza territoriale e nella convinzione che elaborazione, cultura e politica non fossero separabili.
Io sono nato nel 1961, ho iniziato la mia avventura politica nel 1978 nella FGCI di D'Alema. Con i miei compagni del circolo di Cuneo e della direzione regionale ogni comitato centrale era occasione di (faticosa ma indispensabile) lettura e commento degli interventi. I nostri maestri si chiamavano Enrico Berlinguer, Amendola, Ingrao (chi ricorda ancora"Masse e Potere"?), Reichlin.
L'apprendistato amministrativo era duro e selettivo, in Consiglio Comunale si interveniva solo se preparati.
Fatto sta che, nel 1995 fummo noi a fare di una città tradizionalmente bianca e conservatrice, una roccaforte del centro sinistra alleandoci con il mondo cattolico attento al sociale e legato a noi da anni di battaglie politiche per la pace e l'inclusione sociale.
Iniziò allora la mia esperienza di governo come assessore all'urbanistica e, in seguito, vice sindaco.
La mia generazione si trovava chiusa da quella degli ex sessantottini, cultori della loro esperienza con la sindrome di Peter Pan.
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