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La bicicletta padana
 
di Silvio Falco
 

Si è appena concluso il Giro ciclistico di Padania, una iniziativa propagandistica della Lega Nord che ha suscitato aspre polemiche e manifestazioni di protesta lungo il percorso. Mescolare politica e sport non è mai una buona idea. Sull’argomento pubblichiamo un articolo che ci ha inviato Silvio Falco, consigliere comunale di Cuneo.

La Lega si è inventata il Giro della Padania e non è una bella notizia di questi tempi per l’Italia che si aspetta che la politica ci tiri fuori dalla crisi.
Ci manca solo che lo sport si venda al soldo dei partiti!
Quintino Sella (Ministro delle Finanze nel 1862, primo alpinista italiano a raggiungere la vetta del Monviso nel 1863, fondando nello stesso anno il CAI) dall’alto delle sue amate vette si starà chiedendo che significa “Giro della Padania” proprio nel 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
Dopo i riti celtici del Po, l’elezione di Miss Padania, la braciolata con costolette di orso, il sole che ride stampigliato dappertutto, siamo al culto della bicicletta ribattezzato “sport padano”.
Che il sottosegretario Davico (a cui va riconosciuto che di manifestazioni ciclistiche se ne intende) si sia sentito in dovere di rispondere alle critiche del sindaco di Cuneo Valmaggia, significa chiaramente che l’organizzazione dell’evento è della Lega.
La bicicletta però poco si addice al verde leghista: muoversi pedalando significa rispetto per l’ambiente, mentre la presidente della Provincia Gancia scorrazza con l’autista da casa sua a Cuneo e il suo compagno ministro Calderoli atterra spesso a Levaldigi con voli di Stato.
Meno male che in Provincia Granda già c’erano manifestazioni ciclistiche importanti: il Giro delle Valli Cuneesi, la Fausto Coppi, l’Iron Bike, la Rampignado, il Giro della Provincia di Cuneo.
Francamente non si avvertiva il bisogno di una gara ciclistica di partito.
Se davvero la bicicletta è nei programmi ecologico-sportivi della Lega, in sintonia anche con la Regione Piemonte che promuove lo “Sport Pulito”, ci aiuti a promuovere a Cuneo la mobilità alternativa: sostenga le Zone 30, le piste ciclabili, il prestito di biciclette (si chiama Bike Sharing e Cuneo è stata la prima città in Italia a introdurlo).
Suggerisco alla presidente Gancia che sull’onda del Giro della Padania faccia qualcosa di concreto a favore delle biciclette: risistemi il Ponte Nuovo di Cuneo che va messo a norma (tocca soprattutto alla Provincia); il Comune di Cuneo ha già proposto di farci anche la pista ciclabile.
Si alleggerirebbe il flusso giornaliero di veicoli: le ultime rilevazioni parlano di 26.200 auto al giorno, tante quante sulla tangenziale di Alba o quante transitano circa al valico frontaliero di Ventimiglia.
Se poi proprio ci tenete tanto alle gare ciclistiche, sistemate le strade di montagna; rischiamo di perdere la “Fausto Coppi” se, come è avvenuto, ci sono problemi sul percorso: la gara quest’anno è stata tagliata di circa 50 chilometri causa viabilità sconnessa e pericolosa.
I partiti, Lega in primis, pensino a lavorare, magari prendendo esempio da Quintino Sella, che da ministro riuscì a riportare il pareggio di bilancio dello Stato.
Giù le mani dallo Sport! le Federazioni sportive, il CONI non si vendano al soldo della politica.
Intanto noi cuneesi consoliamoci con i colori “originali” delle nostre maglie sportive: quella biancoblu della squadra di pallavolo, campione d’Italia nel 2010, e quella biancorossa del neopromosso Cuneo Calcio!


Roberto Giardino - 2011-09-13
Diciamo la verità: la corsa è stata alquanto modesta e dal percorso poco competitivo. Il vero scandalo è stata la copertura garantita dalla RAI. E come al solito, in vigilanza Rai tutto tace... o mi sono perso qualcosa?