Andrea Griseri - 2011-09-12 Attenzione: il no a tutto è deprecabile ma è riduttivo etichettare in questo modo il c.d. laboratorio sociale; inoltre alcuni temi non vengono nè dalle estreme nè dai nostri vertici trattati in modo autenticamente moderato! Per esempio la questione delle Grandi opere: un moderato (nel senso della ragionevolezza e della sollicitudo rei socialis) valuta con attenzione di volta in volta l'opportunità di investire il denaro pubblico e si chiede a quale modello di sviluppo corriponda l'intervento, non dice sì ad ogni richiesta, supportata magari da motivazioni superficiali, dei famosi e famigerati soggetti forti; il sì ad ogni costo è segno o di estremismo o di collusione o di tragica debolezza della politica. Proprio ciò che tutti quanti siamo impegnati a scongiurare. | ||
Adelina - 2011-09-09 La penso diversamente. Nel senso che nella manovra sono state introdotte norme che violano e modificano la Costituzione, in particolare gli art. 8-18-41. La CGIL, poi il comitato Dossetti, sono stati gli unici che hanno evidenziato il problema. Mi sono molto, ma molto stupita, che tutti gli altri abbiano preso le distanze. Come mi sono altrettanto stupita che il PD non abbia sposato in pieno la decisione della raccolta firme per abrogare questa pessima legge elettorale(il porcellum) con scuse varie, ma secondo me nessuna è giustificata perchè è l'unica (o almeno è una) possibilità per davvero cambiarla. | ||
franco maletti - 2011-09-09 Mi sembra che, nella lunga serie di problemi prospettati da Giorgio, si abbia come punto fermo l'attuale composizione parlamentare diversamente ripartita. Non si tiene conto, quindi, che nella maggioranza degli elettori si sia radicata ormai la convinzione che i singoli parlamentari, quelli che sono onesti nelle loro intenzioni, contino meno di nulla: essendo questi ultimi sovrastati da una stragrande maggioranza di faccendieri per i quali contano soltanto i loro interessi personali. In tale situazione, fare un passo indietro e tornare al passato recente, per i più è soltanto il tentativo estremo di scardinare una situazione cementata da interessi che nulla hanno a che vedere con quelli del Paese. I "Villari" si sono moltiplicati al punto di soffocare la democrazia trasformandola in mafiocrazia.
E' indubbio che la CGIL, essendo il sindacato per tradizione più politicizzato nonchè autoeletto come "vero" rappresentante dell'intero mondo del lavoro, oggi cerchi di convogliare la protesta sotto le sue bandiere. Ma, se così non fosse, quanti oggi sarebbero in piazza con i forconi, magari manovrati da incontrollabili Beppe Grillo?
Chi ha conosciuto il terrorismo delle Brigate Rosse credo sia disposto a qualunque compromesso pur di non ritornarvi. Anche perchè, a quel punto e come i fatti hanno ampiamente dimostrato, sarebbero i lavoratori a perderci per primi.
La CISL, invece, fa il suo lavoro di sindacato tradizionale, compressa nel suo ruolo anche dal fatto che i suoi iscritti sono a maggioranza di centrodestra.
Io non vedo quindi pericoli per l'unità sindacale, ma soltanto due modi diversi di affrontare il problema: più politicizzato da parte della CGIL, più tecnico ed emotivamente estraneo da parte della CISL.
Poichè, come già ho detto e ripetuto, non credo che l'attuale parlamento sia in grado di modificare qualsivoglia legge elettorale, non considero un atto di "lesa maestà" sottoscrivere il referendum: ben sapendo che non è che il primo passo di un lungo cammino tutto da percorrere. | ||
silvio falco - 2011-09-09 Caro Giorgio, la sua lettera è molto attuale per noi Cuneesi, che in vista delle elezioni comunali di aprile stiamo ragionando sulle primarie a cui noi di Cuneo Solidale (lista civica espressione dell'associazionismo cattolico) guardiamo con molta freddezza. |