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Miracolo a Novara
 
di Alexis de Tocqueville
 

Avevo pronto il titolo per il pezzo sulla vittoria di Pisapia nel ballottaggio: “Miracolo a Milano”, come il celebre film di Zavattini. Però, pensandoci bene, a Milano non è avvenuto nessun miracolo. Semplicemente ha vinto il candidato migliore, più serio, più moderato, affidabile alternativa a un sindaco uscente scarso di suo, spalleggiato dal sultano di Arcore in crisi di credibilità, con i suoi alleati e accoliti urlanti.
Il vero miracolo c’è stato al di qua del Ticino, a Novara. La città di san Gaudenzio, diventata il nuovo capoluogo del Piemonte dopo l’elezione di Roberto Cota a presidente della Regione. Capoluogo nei fatti, visto il peso elettorale del Carroccio nella Provincia, visto il ruolo dell’ex sindaco Giordano come uomo forte della Giunta regionale, vista la presenza assidua di Cota stesso nella sua città. Pare che negli ultimi mesi abbia addirittura passato più tempo a Novara che al seguito di Bossi… Ma, soprattutto, viste le ripetute preferenze dimostrate in questo primo anno di governo per i territori natii, favoriti nella distribuzione di nomine, fondi e prospettive: per tutti la decisione di concentrare a Cameri la produzione del nuovo aereo americano che si è aggiudicata Alenia, con l’esodo forzato verso il novarese di oltre 400 dipendenti degli stabilimenti di Caselle.
Eppure, malgrado tutto ciò, la maggioranza dei novaresi ha voltato le spalle a Cota e Giordano bocciando il loro candidato sindaco. Per la Lega una legnata pesantissima e inattesa, a solo un anno di distanza dalla conquista della Regione. Se Cota ha pensato di scansarsi per non farsi macchiare dal nuovo (ed ennesimo) scandalo sanità del centrodestra piemontese, come potrà risultare estraneo al clamoroso tracollo elettorale in casa propria?
La “fatal Novara” stoppò le ambizioni di Carlo Alberto. Per quelle del principe Roberto si vedrà.

Della rubrica FARDELLI D'ITALIA


Beppe Mila - 2011-06-02
Grandioso, vanno fatte notare queste cose: la Lega grida sempre " attenti ai barbari, agli invasori" etc. e poi, quarda caso il primo vero problema ai contadini canavesani lo ha dato l'assesssore regionale all'agricoltura che voleva dare la doc erbaluce di Caluso ai vigneti novaresi! Per il Canavese sarebbero stati una storia, un lavoro centenario, una tradizione buttati all'aria, alla faccia della difesa del territorio! Solo una grande battaglia portata avanti in primis dalla Provincia di Torino e dall' assessore Balagna (UDC, peccato ma quasi cugini..) ha impedito il golpe! l'ufficializzazione che il progetto erbaluce doc novarese si è avuta solo a metà maggio. Queste cose vanno dette e fatte sapere.
Ettore Morezzi - 2011-06-01
Scrivo per una domanda: chi tra gli elettori nel passato leghisti ha voltato le spalle? Sono gli stessi di Milano, Cagliari, Napoli (giovani che si ribellano, ma votavano Lega?), i cattolici moderati delusi dal berlusconismo cultural consumistico libertino, i "competenti" che hanno rifiutato i meccanismi della trasmissione del potere confondendo le votazioni con un sistema di cooptazione, chi ha capito che non avevano più stoffa da vendere, cioè gli "acculturati", i poveracci che dalle parole non possono mangiare? Mi piacerebbe una analisi del voto invece di un commento. Comunque è una analisi importante per la politica piemontese e per battere sul chiodo di un sconfitta della Lega e della sua autoimmagine di invincibile e capace di capire la gente e il territorio. Grazie
carlo sabbione - 2011-06-01
Il caso Novara dimostra che la Lega non è un partito da "corteggiare" come hanno fatto molti esponenti del PD di primo piano. La Lega incarna tutti quei sentimenti e propaganda un modello egoistico di società che è antitetico ai valori di solidarismo che la tradizione dei cattolici democratici e del socialismo hanno sempre sostenuto e quindi deve essere combattuta ancor di più dell'imbroglio, ormai smascherato, del PDL.
Gianni Zaninetti - 2011-05-31
Giusta l'analisi sulla crisi di credibilità della Lega! Ma qualche merito lo diamo anche ad Andrea Ballarè?
Gianfranco Andrianopoli - 2011-05-31
Il tracollo di Cota nella sua Novara era ipotizzabile già da tempo, almeno da quando sono usciti i manifesti sulla sanità piemontese indicanti "meno sprechi, più servizi. Grazie Cota". Anche se al primo impatto questi manifesti sembravano aver lasciato il segno, con il passare dei giorni essi si sono rivelati essere soltanto una "excusatio non petita", un voler mettere le mani avanti rispetto a possibili scenari futuri. Infatti Cota sa bene che nel 2005 il centrosinistra ha vinto in Piemonte grazie agli sprechi e agli scandali nella sanità della giunta Ghigo, così come sa bene che la giunta Bresso, nella sanità, ha fatto cose veramente encomiabili. Il successo della destra nel 2010, semplicemente e stupidamente dovuto al prevalere della paura in tema di sicurezza e immigrazione soprattutto nel mondo contadino, ha spinto Cota a tentare di salvare il salvabile e di rimediare all'incontrovertibile realtà per cui - come ben dimostra l'ultimo scandalo - è il concetto stesso di "destra" che invita, in tema di sanità, a dedicarsi all'intrallazzo e alla prevaricazione in nome del dio denaro. Alla prima occasione, i Piemontesi hanno dimostrato di aver aperto gli occhi e di aver capito.