Roberto Giardino - 2011-05-31 Il contributo di Passaggio è senza dubbio interessante e a prima vista potrebbe anche rappresentare un pugno allo stomaco per coloro che credono che il successo alle amministrative di maggio 2011 sia l'inizio della riscossa del centrosinistra o, il che è lo stesso in un sistema bipolare, la fine della parabola di centrodestra.
E' sacrosanto festeggiare, ma lo champagne versato nei calici dei comitati elettorali non deve offuscare la vista di chi, più o meno coscientemente e con coscienza, guida il partito.
Mi soffermo sulla realtà torinese per segnalare quanto finora non è emerso in fase di analisi. Il netto successo di Fassino ha oscurato una situazione tutt'altro che felice nei comuni della provincia. Porto l'esempio della zona in cui vivo, il basso Canavese e le Valli di Lanzo, una delle aree di frontiera nella lotta con l'ala più "popolista" del centrodestra (leggasi Lega Nord). Nei due comuni principali, Cirié e Lanzo, sono suonati dei campanelli d'allarme che sarebbe errato sottistimare. A Ciriè la coalizione di destra è stata guidata da un candidato sindaco che fino a pochi mesi fa sedeva sui banchi di Palazzo Cisterna tra le fila dei consiglieri PD; è stata la destra a fallire perdendo nettamente contro Brizio, oppure è stato il progetto PD a fallire, perdendo pezzi anziché fungere da catalizzatore delle simpatie dell'elettorato? A Lanzo, cittadina di 5.000 abitanti dove il PD è stato il partito di maggioranza relativa alle ultime elezioni europee, regionali e provinciali, i Popolari sono stati tagliati fuori da una competizione che ha visto due esponenti di destra giocarsi la fascia tricolore . Il tutto senza il minimo interessamento da parte della segreteria provinciale.
Non ho altri dati così particolareggiati per il resto del Piemonte, ma la situazione a nord di Torino pare non essere troppo diversa da quella di altre aree della nostra provincia. Sono piccoli segnali, che, a mio giudizio, non devono essere sottovalutati: forse qualcuno si è già dimenticato, o non ha prestato particolare attenzione, della sconfitta alle Regionali 2010: non è a Torino che la Bresso ha perso, ma nelle zone periferiche, Val di Susa in primis.
Mi chiedo: ha senso che la segreteria provinciale si dimentichi costantemente dei comuni della provincia e continui ad interessarsi quasi esclusivamente del territorio torinese? Festeggiamo la vittoria oggi, ma davvero pensiamo che nel 2013, o (spero) prima, si vinca alle elezioni nazionali facendosi erodere continuamente elettori, consensi e/o gruppi e ceti sociali?
Certo, con la legge elettorale attuale conta più una comparsata in televisione che cento comizi in altrettante piazze, però... pur festeggiando per i risultati delle recenti amministrative, ad oggi non riesco a vedere una strada in discesa verso la riconquista di Palazzo Chigi. |