Anna Paschero - 2011-04-19 Possiamo aggiungere qualche altro dato: a metà aprile 2005 - data di insediamento della giunta di centrosinistra nella Regione Piemonte, il buco nei conti della sanità c'era per davvero e non per finta, come oggi sostiene l'on.le Cota. Il totale assommava a 1 miliardo e 73 milioni di Euro e riguardava gli anni dal 2000 al 2004. Per il disavanzo relativo al 2000 la giunta Ghigo aveva addirittura assunto un mutuo a ripiano, in deroga alla norma costituzione che vietava l'indebitamento se non per finanziare investimenti pubblici.
L'avanzo di amministrazione applicato il bilancio preventivo 2005, votato dalla giunta uscente era stato sovrastimato di 226 milioni di euro, che si dovettero recuperare in sede di assestamento riducendo spese già stanziate.
A quanto sopra si aggiungevano altri 2,3 miliardi di euro di spese, prevalentemente investimenti, che, finanziate con risorse vincolate (fondi comunitari e trasferimenti dello Stato) erano prive di copertura finanziaria in quanto le relative fonti di finanziamento erano state utilizzate per dare copertura a normali spese di bilancio: l'urgenza del loro rifinanziamento era connessa alla scadenza della generazione di fondi strutturali che si chiudeva nel 2006. In tutto 3,6 miliardi di Euro. Nel documento di programmazione economico finanziaria regionale 2006/2008, il primo redatto nella nuova legislatura, si dà conto di quanto appena scritto.
Il 2006, come tutti ricorderanno fu un anno particolarmente dispendioso per le risorse regionali per effetto delle Olimpiadi invernali. Ciononostante, lo stato delle finanze regionali alla fine dei cinque anni di giunta di centrosinistra è completamente diverso da quello ereditato.
Nessuno allora gridò al "buco" e forse, dal punto di vista politico, fu un errore non farlo. Cota allora c'era - almeno virtualmente - a condividere i disastri del centrodestra ma ha perso la memoria, oppure non si è accorto di niente, come non si accorge oggi delle stupidaggini che dice.
Rende di più reggere il posacenere al suo padrone. |