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Il Parlamento più screditato
 
di Alessandro Risso
 

Mettiamo insieme due fatti di martedì 5 aprile.
Nel pomeriggio la maggioranza di centrodestra alla Camera dei Deputati approva la richiesta alla Corte Costituzionale di decidere se il giudizio nei confronti di Berlusconi per il “caso Ruby” spetta al Tribunale di Milano oppure al tribunale dei Ministri. Perché quest’ultimo possa procedere occorre il via libera del Parlamento, dove la stessa maggioranza di centrodestra potrà negare l’autorizzazione. Si tratta dell’ennesimo inciampo alla Giustizia messo in campo dal sultano di Arcore con dai suoi sodali per evitare i processi che lo riguardano.
La sera, su La7, durante la trasmissione “Otto e mezzo” vengono comunicati i risultati di un sondaggio Demopolis: tra i vari dati spicca quello sulla credibilità del Parlamento, scesa al 14%. Un livello vergognoso. Per raffronto Berlusconi è ancora al 34%, pur avendo perso in due anni il 20%. Il discredito del Parlamento è preoccupante per chi ha a cuore la democrazia. È certo però che scandali, compravendite di voti e scene da osteria non possono lasciare del tutto indifferente l’opinione pubblica.
Prendiamo proprio il voto di poche ore prima sul processo Ruby, stretto parente di quello che il 14 dicembre scorso diede la fiducia al governo con tre voti di scarto, e non solo perché entrambe le volte la maggioranza raggiunse quota 314. Ciò che accomuna i due momenti è il punto di partenza: secondo la maggioranza dei deputati il Presidente del Consiglio che telefona ripetutamente in Questura a Milano per far liberare la minorenne marocchina accusata di furto, è veramente convinto che sia la nipote di Mubarak e vuole evitare un caso diplomatico. Versione ridicola e inverosimile, tra l’altro giudicata falsa dal 75% degli intervistati allo stesso sondaggio (16% vera, 9% i “non so”). La gente non è così scema. E i deputati? Esistono due possibilità: 1) la maggioranza dei parlamentari è formata da sciocchi creduloni; 2) la maggioranza dei parlamentari è formata da complici del sultano e servi prezzolati.
Più probabile la seconda. Ma in entrambi i casi si tratta di personaggi che non meritano di ricoprire il ruolo, perché privi di intelligenza o di onestà e dignità. Purtroppo però si verifica il fenomeno pericoloso evidenziato dal sondaggio: mettere tutti nello stesso calderone, senza distinguere tra posizioni diverse e voti anche opposti. All’insegna del “sono tutti uguali”, il discredito provocato dai falsi, dai corrotti, dai venduti si riverbera sull’intera istituzione parlamentare. Aumentano il qualunquismo e il non voto. Per recuperare credibilità urgono nuove elezioni. Ma prima urgerebbe una legge elettorale che almeno permetta ai cittadini di scegliersi i propri rappresentanti. Perché il peccato originale di questo Parlamento è di essere composto da “nominati” e non da “eletti”.


Franco Maletti - 2011-04-06
Ormai siamo stufi anche di indignarci. Facciamo delle proposte concrete e dettagliate. Confrontiamoci con chi ci sta. Impariamo a dialogare con la gente. Impariamo ad ascoltare: anche quelle cose che non ci piace sentire dire. Siamo di fronte ad un meccanismo di Gruppo Omologato che va "smontato" non attraverso la denuncia puntuale delle sue nefandezze, ma sulla sua ragione di essere rispetto agli interessi del Paese.