Et voilà! Signore e signori, i “Veltroni boys” hanno colpito ancora.
Dopo il deputato proto-leghista vicepresidente degli industriali veneti Calearo, voluto in lista a tutti i costi da Veltroni e passato nei cosiddetti responsabili (il gruppo di Scilipoti) che hanno salvato il governo Berlusconi, ecco il bis: il radicale Marco Beltrandi ha votato contro la mozione avanzata dal PD per accorpare i referendum nella stessa data delle elezioni amministrative. La proposta è stata bocciata per un solo voto, quello di Beltrandi appunto.
Dopo aver negato nelle ultime elezioni politiche l’apparentamento ai socialisti, di cui tutto si potrà dire meno che non fossero una forza storica della sinistra italiana, Veltroni aveva voluto a tutti i costi l’apparentamento con i radicali. Ed ecco i bei risultati. Non solo il mancato risparmio di oltre 300 milioni di euro per le casse dello Stato (cioè le nostre). Ma pure il paradosso di un radicale che nega a tre importanti referendum la possibilità di ottenere finalmente il quorum. Un radicale contro i referendum… assordante il silenzio di Pannella…
Il gentile Veltroni, l’inventore del partito liquido, del non nominare mai l’avversario (chiamato semplicemente “il principale esponente del campo a me avverso”), abbandonati del tutto i propositi di un benemerito impegno in Africa a rendere migliore il mondo, continua a colpire sia per interposta persona, come in questo caso, sia partecipando ai talk show dicendo che il PD potenzialmente può raggiungere il 42%… Anch’io potenzialmente potrei andare sabato sera a cena con Monica Bellucci, ma non lo dico per non farmi compatire dagli amici!
P.S. L’elettore medio del PD, quello affidabile, inossidabile (o forse fesso?), si aspetta che il deputato Marco Beltrandi, come annunciato da Franceschini e Bindi, venga estromesso dal partito. Avremo questa piccola consolazione?
Della rubrica FARDELLI D’ITALIA
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