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Perché voto Gariglio
 
di Roberto Cavaglià
 

Alle primarie voterò Davide Gariglio perché, dopo il grande periodo di Castellani e Chiamparino, vuole portare nuove energie nel governo di Torino, impiegando le migliori risorse della nostra comunità. Lo considero la persona ideale per dare un nuovo slancio, per progettare e realizzare il futuro della città.
Gariglio vuole una Torino a dimensione europea, capitale dell’innovazione e delle idee: nell’economia, nella ricerca, nella cultura e nella politica. Pensa che governare non è mettere in luce se stessi ma mettere in luce la città, che la politica è ascolto e capacità di dare risposte.
I temi del lavoro, della sicurezza e del welfare sono al centro del suo programma, perché toccano dal vivo i problemi dei quartieri, delle famiglie, delle persone. Occorre una presenza costante nei luoghi dove vivono, specie nelle periferie. È presente nel suo impegno politico l’idea cristiana di una politica come servizio alla comunità e al bene comune.
Partendo dalle persone e dai loro talenti, Davide vuole premiare il merito e misurare i risultati dell’amministrazione, con una politica di tutela dei beni pubblici come l’acqua e l’ambiente. Vuole investire sul trasporto pubblico: una seconda linea di metropolitana, percorsi preferenziali per gli autobus, valido collegamento con Caselle e sistema ferroviario metropolitano. Da amministratore appena trentenne in GTT ha saputo fare squadra e realizzare la Metropolitana.
Crede che Torino, capitale dell’innovazione, debba cominciare a innovare dalla politica e da chi la rappresenta.
Voterò Gariglio perché la sua candidatura è nata a Torino e non a Roma, sfidando le imposizioni nazionali del PD e le pressioni del sistema di potere cittadino. Pensa che essere democratico significa stare con le persone e lottare contro privilegi e rendite di posizione vecchie e nuove. E poi crede in un PD dove conta la capacità di avere e far circolare nuove idee e non le tessere dei vecchi partiti, in un PD che investe sui talenti dei giovani e delle donne.
Lui stesso è giovane, 43 anni, ha esperienza ed è in grado di amministrare la nostra città in un periodo delicato, in cui sono tangibili le conseguenze negative della crisi economica, mettendo in moto un processo di rinnovamento della classe dirigente. È tempo che una nuova generazione di amministratori di circoscrizione, comunali e provinciali, sperimentati sul campo, si assuma la responsabilità di guidare questo cammino. Non è più possibile pensare che a Torino a 40 anni si è ancora giovani immaturi bisognosi di tutori, mentre in Gran Bretagna a 44 anni Blair era premier e Obama a 47 presidente degli Stati Uniti. È tempo di avere coraggio, di affidare “le chiavi” della nostra città a un giovane politico energico e preparato.
Non è solo una sfida generazionale ma una sfida di idee e conoscenze.


Giuseppe Mila - 2011-02-27
Caro amico (non ci conosciamo ma per il fatto che tu scriva con impegno e passione su questo nostro sito per me vale già la qualifica di amico). Riporto quanto scritto alle considerazioni di Berardi, ovviamente volte al perchè non voterei Gariglio (nulla di personale, ci mancherebbe, personalmente considero Gariglio una grande risorsa per il futuro) però, tenendo presente che scrivo questo commento a urne ancora aperte e comunque da parte di un elettore PD della provincia più profonda che non partecipa alle primarie io dico basta con questa storia dei giovani e del rinnovamento: nessuno si accorge che negli ultimi 15 anni l'unica verà novità in Italia (negativa a mio avviso ma purtroppo significante) è quella di un un ultrasettantenne (Berlusconi). Suvvia, basta con il masochismo, già è assurdo fare le primarie in un Paese bigotto e conservatore come il nostro, è assurdo far votare i 16enni (che ne sanno del lavoro, dei diritti conquistati in tanti anni, della tolleranza?) è assurdo far votare gli extracomunitari (che ne sanno di una storia ultracentenaria?) Detto ciò quando vi è un candidato, con una comprovata esperienza pluridecennale (noi non siamo in America, non dimentichiamolo) non dico eccelso ma perlomeno con i piedi per terra come Fassino, secondo me sarebbe bene votarlo.
Franco Maletti - 2011-02-27
Antonino Mortellaro non può votare Gariglio. Semplicemente perchè, come me, abita a Grugliasco. Sono queste "forzature" che rendono insopportabile il protagonismo di Gariglio. Così come sono insopportabili certi suoi sostenitori non sempre disinteressati. Se io abitassi a Torino voterei Fassino, per le ragioni espresse molto bene da Berardi. Purtroppo, invece, (ma molto più correttamente), non posso fare altro che stare a guardare.
antoninomortellaro@yahoo.it - 2011-02-25
Voto Gariglio, per cosa ha saputo fare negli incarichi precedenti, per le competenze acquisite. Voto Gariglio per la speranza che sa dare ai giovani. Voto Gariglio per il suo progetto di Città, per saper miscelare una Città industriale con le nuove opportunità di Citta sempre più turistica. Voto Gariglio per la sua energia e per la sua determinazione. Antonino Mortellaro