Maria Elisabetta Alberti Casellati (no, non è nobile, anche se dal doppio cognome parrebbe) è stata eletta nuovo presidente del Senato. Prima donna a ricoprire la seconda carica dello Stato. Evviva.
Dopo la trattativa tra 5 Stelle e centrodestra, con i tiramolla che abbiamo tutti seguito dai vari tiggì, è uscito a sorpresa il suo nome. Berlusconi avrebbe voluto su quella poltrona Paolo Romani, che però agli occhi dei grillini ha un peccato non superabile: una condanna per peculato. Che un signore distinto e pacato come Romani sia stato condannato per "appropriazione indebita (...) di denaro o altro bene mobile appartenente ad altri, commessa da un pubblico ufficiale che ne abbia il possesso in ragione del suo ufficio" (definizione di peculato, in pratica per furto) ha sorpreso molti. Tra i fedeli del Cavaliere non ci sono quindi soltanto i famigerati Previti, Dell'Utri, Verdini ad aver avuto guai con la Giustizia...
E la neo eletta? Lei no, è incensurata. Meno male, fa l'avvocato e non sarebbe cosa...
Berlusconiana della prima ora, eletta dal 1994, della Casellati si parlò quando, nominata sottosegretario alla Sanita, nel 2005 fece assumere la figlia come capo della propria segreteria: niente di illegale, s’intende. Solo inopportuno, se vogliamo ragionare da galantuomini, individui assai rari nel Paese del “familismo amorale”, categoria sociologica abbinata da sempre al nostro popolo. E i politici non sono forse espressione della società che rappresentano? Soltanto per loro i figli non sono dei piezz ‘e core?
Certo che se aggiungiamo al familismo anche il voto sempre disciplinatamente garantito dalla senatrice Alberti Casellati al suo capo, dalle molteplici leggi ad personam sino alla certificazione che Ruby Rubacuori fosse la nipote di Mubarak, ci viene da pensare che la decadenza della classe politica dominante nella Seconda Repubblica è arrivata ai più alti livelli istituzionali. Sergio Mattarella è come Fausto Coppi, uomo solo al comando: il solco tra la prima e la seconda carica dello Stato è diventato una voragine.
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