Il 2 dicembre scorso è scomparso a Novara, all'età di 82 anni, Enrico Nerviani. L'ondata di sincera emozione che ha attraversato tutta la comunità novarese, a partire dagli avversari politici e tanti cittadini di ogni estrazione sociale, dimostra che a Nerviani mancò forse quella fortuna che è indispensabile nelle cose della vita politica, ma non gli è mai venuto meno un rispetto e perfino un affetto unanimi e sentiti da parte di tantissimi, cosa rara per un uomo pubblico oggi.
Per molti anni consigliere comunale di Novara, assessore comunale all'Istruzione e ai Quartieri, fra i primi a fondarli in Italia; poi, soprattutto, consigliere regionale e assessore alla Cultura nelle Giunte Beltrami e Brizio.
A lui si devono le leggi regionali per la Sacra di San Michele, per la di tutela dei parchi naturali, per la valorizzazione dei Sacri Monti piemontesi.
Da convinto regionalista, è stato un amministratore locale e regionale onestissimo, appassionato, competente, non a caso eletto sempre con migliaia di preferenze.
Nerviani ha aderito fin dall'inizio al PPI, con una generosa e coraggiosa, ma purtroppo sfortunata, campagna elettorale nel Collegio di Novara nel 1994.
Credeva nella preferenza, perché credeva nel rapporto forte, profondo fra l'eletto e gli elettori a cui riteneva di dover dare continua e dettagliata informazione del proprio lavoro in incontri e convention periodiche.
Ha sempre sofferto tantissimo, per la sua natura buona, dialogante, ecumenica e per la sua concezione unitaria del partito, le varie e frequenti divisioni del campo cattolico in politica, ma alla fine ha sempre seguito fino in fondo, con coerenza, la sua iniziale e giovanile scelta morotea, nella sinistra DC.
Con lui scompare uno dei volti più amati, popolari, puliti dell'esperienza dei cattolici democratici a Novara e in Piemonte. |