Le sorelle Parodi falliscono clamorosamente la Domenica in di RAI Uno. La trasmissione concorrente di Barbara D'Urso su Canale 5 fa il doppio degli ascolti.
“Embè?” direte voi. “Cosa c'entra questo con i temi che affronta questo sito?”
C'entra, c'entra...
Il flop delle sorelle Parodi segue quello di Fabio Fazio passato a RAI Uno. Fazio, il campione della "sinistra da salotto", politicamente targata PD. E stessa targa portano le Parodi. “Ma se sono nate professionalmente a Mediaset, da Berlusconi!”
Certo, ma Cristina è la moglie di quel Giorgio Gori sindaco PD di Bergamo e candidato in pectore per la poltrona di presidente della Lombardia alle prossime regionali, un abitué della Leopolda e del “giglio magico”. Ora, nessuno può sostenere che le sorelle Parodi conducano Domenica in perché lo ha deciso Renzi, così come non è stato Renzi a mettere in un sottoscala la scomoda Gabanelli. Ma certamente i dirigenti RAI non hanno mai brillato per autonomia di giudizio rispetto al potere dominante. Che dal 2013 è rappresentato dal leader fiorentino e dai suoi seguaci, ancora sulla tolda di comando, e quindi riveriti e serviti, malgrado una notevole sequela di flop politici.
Alle prossime elezioni il quadro dovrebbe cambiare, come indicano pesantemente i risultati delle regionali siciliane.
Dopo tutto la tivvù è un po’ lo specchio della nostra Italia, tra realtà e parodia. Le anziane casalinghe di Voghera, se vogliono seguire un mix di gossip, casi umani, vecchie glorie, canzonette e promozioni ad amici assortiti – tutto annegato nella pubblicità – hanno dimostrato di preferire la D’Urso, che questo prodotto maneggia da tanti anni, alle Parodi che cercano di scimmiottarla.
Allo stesso modo, i conservatori italiani preferiscono e preferiranno l’originale (Berlusconi) alla sua copia, più giovane ma assai meno credibile… |