Giuseppe Davicino - 2017-06-23 Quel che è certo è che l'iniziativa dell'ex sindaco di Milano - l'unica via possibile per le forze riformatrici che non si riconoscono (più) in questo Pd - sancisce la fine del progetto di un Pd autosufficiente. Bisognerà vedere se la lista unitaria promossa da Pisapia, avrà un consenso adeguato a impedire le larghe intese e tale da costringere il Pd a modificare le politiche economiche, monetarie e di bilancio attuali, dettate da Fmi, Bce e Commissione Europea - che impediscono la ripresa e generano crescenti diseguaglianze. Il problema non è infatti Renzi, bensì un centrosinistra che non si limiti a fare dei bei discorsi ma si dimostri concretamente capace di aggredire la crisi che si ripercuote soprattutto sui ceti medi, popolari e lavoratori, sulla carta l'elettorato di riferimento dei partiti di centrosinistra. | ||
Domenico Piacenza - 2017-06-22 Chiacchierando, more solito, di politica con l'ottimo Donat Cattin a Finale, dove andai a salutarlo in un periodo feriale, mi venne di ricordare il detto che i "signori" si vedono "al gioco e a tavola" e lui che, era un grandissimo "signore", aggiunse "anche in politica", sconsigliandomi fortemente di uscire dalla DC e di aderire al "Moplen" o ad un altra realtà allora possibile. Mi precisò che se uscivo avrei dovuto, proprio per correttezza, anche se non ricoprivo cariche nel partito, rimanere in "sonno" per molto tempo (come fecero prima e dopo alcuni nostri ottimi amici). Mai avrebbe dovuto farlo uno che era stato segretario o vicesegretario. Come si fa oggi a prendere in considerazione un'ipotesi di accordo con un Bersani o un D'Alema che per buona educazione mi ricordano il coraggio di don Abbondio. La nostra tradizione non è certo quella di far politica con i picconi messicani. | ||
Carlo Baviera - 2017-06-21 Ricordo che anche Donat Cattin ha sempre sostenuto, se la mia memoria non falla, la necessità di un sistema che garantisse la rappresentanza proporzionale delle forze politiche e insieme la possibilità di un Governo stabile, non in balia degli umori di qualche singolo personaggio. E aggiungo che anche il PPI di Sturzo si poté affermare (nel senso di avere una buona presenza parlamentare e voce nel dibattito pubblico, grazie alla riforma elettorale che passava dai collegi uninominali al proporzionale. Chi ha orecchi intenda! Altrimenti saremmo ancora all'era del Patto Gentiloni... Oibò, Gentiloni! un nome che non mi è nuovo neanche oggi. Però, al di là delle battute, il PPI di Sturzo deve ringraziare il sistema che metteva da parte i Collegi uninominali. | ||
Dino Ambrosio - 2017-06-21 non dimentichiamoci però come era morto l'Ulivo e chi ne aveva preso l'eredità. Vogliamo di nuovo che D'Alema riprenda le redini del governo? Io no! |