Ancora Alitalia. Ancora debiti (centinaia di milioni), ancora esuberi (almeno 1000 su 10.000 dipendenti), ancora un commissariamento con la prospettiva che a pagare sia, ancora una volta, il Pantalone contribuente.
Siamo ritornati all’Alitalia in rosso profondo: non è bastato l’azzeramento dei debiti, tutti richiusi in una bad company a carico dello Stato (che però non ha neppure dato un fazzolettino di carta ai tanti piccoli azionisti piangenti); non sono bastati sette anni di ammortizzatori sociali per 7000 dipendenti in esubero; non è bastato garantire un monopolio sulle più redditizie rotte nazionali dopo aver incorporato Air One. I regali di Berlusconi ai 20 imprenditori - “capitani coraggiosi” li chiamò - che si sono imbarcati nella nuova Alitalia (quella ripulita dai debiti) non sono bastati.
Ricordiamo tutti – era il 2008 – che il governo Prodi lasciò in eredità al Cavaliere un accordo solo da firmare con Air France/KLM per inglobare la Compagnia di bandiera nostrana in quel forte cartello. Ricordiamo anche che a dipendenti e sindacati non piaceva la riduzione ai parametri di lavoro e stipendio europei: perché rinunciare a privilegi unici al mondo quando, assecondando il patriota Silvio (Berlusconi, non Pellico), si poteva continuare con lo stesso andazzo? “Alitalia agli Italiani” quindi, e benservito ai franco/olandesi. Berlusconi assoldò altri “patrioti”: noti imprenditori (Colaninno, Tronchetti Provera, Ligresti, Caltagirone, Marcegaglia, Passera ecc.), tutti attivi in settori dipendenti dalla politica (autostrade, comunicazioni, aeroporti, ferrovie, costruzioni, giornali, assicurazioni, banche ecc.). Si gettarono con relativamente pochi denari nell’impresa: di coraggio, visti i regali, ne potevano anche avere poco. Come poca convinzione e ancor meno competenza, capaci di riaccumulare in soli 4 anni 700 milioni di debiti. Fa piacere sapere che l’utile di Air France/KLM solo nel 2016 è stato di 795 milioni…
I “capitani coraggiosi”, come spesso capita ai furbi nostrani, sono però caduti in piedi, vendendo con la benedizione di Renzi agli Emiri di Etihad, che hanno affidato la presidenza nientepopodimeno che a Luca Cordero di Montezemolo. Sarà per questo che la nuova gestione ha dato il meglio di sé nelle nuove (e discusse) divise rosse delle hostess. Il servizio non è però migliorato, e i conti neppure. Così la Compagnia ha preparato un piano con mille licenziamenti e taglio dell’8% agli stipendi. Piano ovviamente bocciato dalla grande maggioranza dei dipendenti: anvedi mica che qualcuno si inventa una nuova trovata (o cordata?) per andare avanti ancora qualche anno senza doverci perdere?
Alitalia, storia emblematica dai tanti colpevoli.
Un oltraggio al cittadino italiano. |