Antonio R. Labanca - 2017-03-29 Con il ritorno (inerziale e prevedibilmente di breve durata) oggi si sta creando nuovamente uno spazio per le “identità” politiche più radicali; questo anche in considerazione del valore “costituente” che necessariamente avrà (e potrà legittimamente avere) il nuovo Parlamento. Le liste-contenitore non consentono di misurare la reale volontà degli elettori quando essa intende scegliere fra i candidati di un “campo” quelli che corrispondono meglio alla propria “vision”. Alle prossime politiche troverà consenso chi esprimerà un chiaro indirizzo valoriale, sia pure vestito talvolta di forme “protestatarie”. I cattolici resteranno a commentare, cercando i singoli esponenti il canotto più adatto per arrivare in porto? La loro definizione di “democratici” in politica incomincia a essere un po' insufficiente: letteralmente, non dice nulla di più – in questo contesto – di una distinzione bipolare. | ||
Giuseppe Davicino - 2017-03-16 Credo che si debba esser molto grati a Giorgio per aver sollevato con coraggio e competenza il problema: il cattolicesimo democratico ha le sue radici nel popolo, se queste radici vengono recise tutti i suoi rami, nelle diverse collocazioni partitiche, seccano e diventa sterile ed irrilevante, non più capace di interpretare le enormi sfide di questa epoca. | ||
Carlo Baviera - 2017-03-15 In tanti si chiedono come e quando il cattolicesimo democratico, sociale e popolare possa tornare a svolgere un ruolo come protagonista. E giustamente Giorgio dice che si dovrà presto rispondere alla domanda. Si tratta di capire se c'è un gruppo di personalità autorevoli (e riconosciute tali per equilibrio, coerenza, e vero riformismo che non sia semplice moderatismo) che abbia la voglia e il coraggio di assumersi l'impegno di dar vita ad una iniziativa per rimettere al centro proposte e atteggiamenti di stampo solidale per garantire una serie di diritti e tutele, per rilanciare produzione e lavoro nel rispetto della salute e dell'ambiente (e da questo punto di vista la nostra Associazione sta predisponendo alcuni importanti momenti di confronto e approfondimento), per ostacolare il liberismo sfrenato e sostenere un'economia più "civile", per rilanciare decisamente un'Europa dei popoli e più unita democraticamente e istituzionalmente, e che sappia rispondere ai cosiddetti nuovi "diritti civili" con equilibrio e senza radicalismi libertari nè con chiusure clericali, rispettando la dignità della persona, i principi costituzionali, la coscienza morale. Con queste basi, iniziare a riprendere incontri, anche periferici, con le persone e le Associazioni più diverse; e infine presentarle ad altre culture politiche per cercare convergenze. Se poi, alla fine, si costituisse un contenitore politico ben venga. |