francesco cecco sobrero - 2017-01-11 Io sono per un sistema proporzionale puro, il sistema dont, senza alcun premio di maggioranza. Le medaglie si conquistano sul campo e non con arzigogoli! Dividerei l’Italia in 35 circoscrizioni: le 19 regioni (escluse le città metropolitane) + le 14 città metropolitane + le 2 provincie autonome di Trento e Bolzano. Quota un deputato ogni 200.000 abitanti o frazione pari o superiore a 100.000 ed il doppio per il Senato. Una cosa che riterrei essenziale nella nuova legge, che un parlamentare ha sì il diritto di dimettersi, ma NON di cambiare ”bandiera”, soprattutto come rispetto dell’elettorato. | ||
Carlo Baviera - 2017-01-11 Solo una cosa non condivido. E' il punto uno. Quello sui collegi uninominali: avere il candidato unico di collegio è pressapoco come avere le tanto odiate liste bloccate. Questo mi offre il partito, e questo mi devo beccare! Mi si dirà che la differenza è data dalla costruzione di collegi piccoli, dove il rapporto eletto/elettore è importante, così come la minor corruzione rispetto alle preferenze. Ma per farsi eleggere (e avere il voto in più necessario) non si ricorrerà lo stesso a compere di consensi? Però se si vira per collegi uninominali si dovrebbe almeno prevedere per tutti l'obbligo di primarie; e le primarie sappiamo che costano e possono essere esse stesse elemento di corruzione e scorrettezze (vedere i tanti precedenti finiti in caciara o anche peggio). Tutto il resto del ragionamento di Giorgio lo condivido, ma sulle preferenze resto del mio parere, salvo non mi si convinca profondamente del contrario. Anche perchè molte volte quel sistema ha garantito a giovani o persone non di primo piano di accedere ad incarichi pubblici. Tanti amici di Forze Nuove non sarebbero mai diventati Deputati o Senatori (o Consiglieri Regionali, ecc.) | ||
Giuseppe Davicino - 2017-01-11 Sante, e sagge, parole quelle di Giorgio. Purché si faccia in fretta, non ci vogliono 18 mesi per fare una nuova legge elettorale. Perché il Paese, stremato da una austerità insensata e disumana,con malati curati sul pavimento negli ospedali pubblici e con allievi che persino nella Capitale non possono andare a scuola per il freddo, non può più aspettare. Il popolo deve poter decidere se continuare su questa via del suicidio del Paese oppure se cambiare. | ||
Dario SEGLIE - 2017-01-11 Caro Giorgio,
dici bene, "profilo e natura della nostra democrazia".
Sarebbe lapalissiano: per fare una buona legge occorrono buoni legislatori !
Il problema è nella seconda parte dell'equazione.
E' giocoforza invocare l'ultima Dea: Spes.
A presto,
Dario
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