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Caro padre, dove sono oggi gli esempi?
 
di Maria Romana De Gasperi
 

Su “Avvenire” è comparsa lo scorso 7 gennaio questa lettera di Maria Romana De Gasperi, figlia primogenita di Alcide, sua giovane collaboratrice e presidente della Fondazione a lui intitolata per ricordarne la figura, i valori, le idee. È uno scritto intenso e amaro, che ci ha colpiti e che rilanciamo.

Mio caro padre,
oggi scrivo a te perché non ho più chi mi ascolta. Ho lavorato per te quando eri qui sulla terra, ho continuato a parlare di te per tutti questi anni. Forse non ho saputo raggiungere il cuore e l'animo di chi mi ascoltava? Forse ti ho ricordato come un essere troppo lontano, difficilmente imitabile, da seguire con troppa fatica. Tu avevi insegnato che seguendo la strada dell'onestà e della fede si può rialzare il mondo. Quel nostro piccolo mondo distrutto da una guerra perduta aveva con te trovato il coraggio di una vita nuova, quella che le persone d'età oggi rimpiangono e i giovani non conoscono. Eppure la tua strada potrebbe essere anche oggi quella da seguire: il senso del dovere non sopportato come compito faticoso, ma accettato come cosa giusta, lo sforzo nel cercare di comporre le diverse anime della politica alla luce del bene possibile per tutti. Lavorare fino all'estrema stanchezza e saper accettare le sconfitte con dignità. Combattere per una idea, non per la propria vanità o interesse era uno dei compiti della tua vita politica. Avevi messo a disposizione delle menti giovani l'esperienza di una vita così varia di interessi, di cultura, di contatti sociali. Ma anche di sconfitte pagate con la prigionia per la difesa dei principi che avevano radici nell'animo della tua giovinezza. È la stessa pena che provi quando incontri una nuova povertà a seguito di un'altra guerra, forse non c'è più nessuno che ricordi le tue lacrime a Matera dove una umanità estremamente povera divideva il proprio spazio con gli animali.
La tua politica era piena di umanità e quando l'impegno di una rinascita chiedeva di prendere sulle tue spalle il peso di una sconfitta, non chiedesti perdono ai vincitori, ma una soluzione giusta per chi ti aveva eletto suo difensore e non dovesse subire vendetta, ma conciliazione.
Il mondo politico di oggi non fa il tuo nome e oso pensare che tema un confronto o consideri il passato come una storia finita, mentre è il principio morale che non ha termini e chiede di nuovo il tuo modo di vivere la politica.
Oggi, caro padre, abbiamo di nuovo paura che i popoli europei cerchino compromessi invece di unità. L'Europa Unita era nata sulle basi dell'entusiasmo, tre uomini con un sogno giovane, un animo colmo di volontà di vivere una splendida esperienza. Tre ragazzi sembrano nella loro ultima foto Schuman, De Gasperi e Adenauer.
Chi dà oggi ai nostri giovani la volontà, il desiderio, la forza di credere e vivere da europei?


Fernando Ricciardi - 2017-01-12
Qualsiasi considerazione al riguardo rischia di essere riduttiva. Penso che di questi tempi molti siano più preparati sul Macchiavelli che su De Gasperi, precisando che quando il fine non è nobile non sono giustificati neanche i mezzi. Gli arrivisti hanno ormai superato di gran lunga gli statisti. E' anche colpa delle nostre generazioni che non sono state in grado di trasmettere ai figli certi valori giustificando sovente,con il fatto che i tempi sono cambiati.
giorgio merlo - 2017-01-12
E' una riflessione, quella di Maria Romana De Gasperi, molto bella e suggestiva. Pone una domanda di fondo. "Il mondo politico di oggi non fa più il tuo nome". A mio parere una risposta, tra le altre, c'è a questa domanda. Ed è questa. I principali leader attuali sono molto diversi tra di oloro ma hanno un punto in comune: il passato o è da cancellare, o è da rimuovere o è da rottamare. Ovvero, la "nuova" politica inizia con la loro "discesa in campo". Appunto, la politica dell'anno zero. Tocca a chi non condivide questo approccio invertire la rotta. Non è affatto facile ma non bisogna arrendersi. E questa lettera ci sprona a farlo.
Massimo Canova - 2017-01-12
Una dura constatazione: oggi, nel nostro 'piccolo mondo antico'(l'amata Italia),in tanti pensiamo di essere illuminati statisti, di possedere la ricetta per la vera soluzione ai problemi del Paese, del lavoro, delle istituzioni, dell'economia... Ma, ahinoi!, come ricordava Massimo Gramellini in un breve scritto di qualche anno fa: i migliori tra i nostri contemporanei sono di rado disponibili a occuparsi della cosa pubblica perchè hanno di meglio da fare. La politica trova espressioni sul web e nei tweet; ciascuno urla la sua con maggiore o minore cognizione di causa e poi..finisce là. L'eroe dei giorni nostri è quel famoso Anonymous(la maschera bianco-nera con baffi e pizzetto)il 'cittadino' qualunque che promette vendetta. Il motto dell'organizzazione riscuote grande successo e suona così(tradotto dall'inglese): "Noi siamo Anonymous. Siamo legione. Non perdoniamo. Non dimentichiamo. Aspettateci!". Sarebbe bello ritornare a incarnare un motto diverso: noi siamo Alcide De Gasperi. Siamo uomini e donne di buona volontà, liberi e forti, che amano il loro paese e lo difendono con l'esempio ancor prima che con la parola. Siamo pronti al dialogo e al confronto per ottenere la miglior sintesi possibile a beneficio di tutti. Non dimentichiamo i grandi successi del passato e sappiamo pure riconoscerne gli errori per cercare di non commeterli più in futuro. Incontriamoci di persona,guardiamoci in viso, discutiamo di cose serie in modo franco e leale nelle nostre case, nelle piazze dei nostri comuni, nei luoghi di lavoro e su...fino alle sedi più in vista della nostra Repubblica. E'solo utopia? Vorrei convincermi del contrario per non essere, io stesso, un Anonymous come tanti.
francesco cecco sovbrero - 2017-01-11
Sarebbe il caso che nelle scuole si desse meno peso alle guerre puniche e a Giulio Cesare, ma si studiasse la vita, il pensiero, le azioni, le opere di uomini di oggi, come Alcide De Gasperi, per proseguire la sua azione politica, la vera Politica (con la P maiuscola). Uomini come lui, Schuman ed Adenauer che credevano nell’Europa, che ne hanno gettato la basi, perché dopo aver visto gli abomini della IIª guerra mondiale, credevano e speravano in un mondo di pace. Messaggio che sarebbe doveroso riprendere e non farlo morire come tanti cialtroni della politica vorrebbero fare.