Alberto Pichi - 2016-09-12 Sono cattolico e iscritto al PD. Ritengo che lo specifico della cultura cattolica democratica abbia poco a che fare con l'attuale dibattito sulla riforma costituzionale. Come ben spiega Fusaro nel suo saggio, la revisione in corso riguarda la parte "ordinamentale" della Costituzione, nella quale sono in gioco visioni legittimamente differenti dell'ordinamento dello stato, ben poco derivabili, però, dalla lettura del Vangelo (che dovrebbe essere il nostro specifico). Ciò che ci chiama in causa, per le radici delle nostre motivazioni di militanza politica, dovrebbe però essere lo stile e l'onestà delle scelte: possiamo avere simpatia o antipatia per Renzi, ma non usare l'occasione del referendum per manifestare questi sentimenti e, tanto meno, per anticipare scelte congressuali in merito alla conduzione del partito. | ||
Aldo Cantoni - 2016-09-10 Condivido l' articolo di Giorgio Merlo, ma mi preoccupa lo stile delle reazioni a tutti i tentativi di approfondimento della discussione. Il tono è in genere quello stizzito di chi è infastidito mentre avrebbe ben altro a cui pensare....A ben vedere era così anche una volta quando si cercava di introdurre una riflessione di tipo politico. Poi sono stati colpiti i programmi, giudicati elettoralmente inutili. Poi è venuto il bipolarismo; ed ora la grande "semplificazione"cioè il pensiero unico. La crisi è nella cultura popolare e, naturalmente, vi sono in ogni ambito i poteri che se ne approfittano. Non è un caso che anche i sostenitori del NO non si preoccupino minimamente di argomentare e, tranne rare eccezioni, dicano di votare NO per mandare a casa Renzi. E che ci azzecca direbbe un tale famoso qualche anno addietro. | ||
Dino Ambrosio - 2016-09-09 Ma insomma, da anni si dice che c’è la necessità di fare le riforme, siamo il paese che ha più parlamentari e meglio pagati dell’Unione Europea e forse del mondo, tutti erano d’accordo e l’anno votata fin quando non si è visto che la riforma poteva andare in porto. Ora diciamo che è la riforma “del capo”? Non mi sembra proprio una tesi sostenibile. |