Domenico Piacenza - 2016-08-17 Caro Rodolfo, avrei voluto tentare di chiosare alcune parti del tuo interessante ed in gran parte condivisibile intervento, ma molti interventi e commenti precedenti e susseguenti di questo giornale, me lo sconsigliano. Dedica tutta la Tua intelligenza e validissima preparazione ad illustrare, istruire, informare, documentare perché prima di discutere sarebbe opportuno conoscere. "Non discutere mai con i fanatici e gli ignoranti" lasciò scritto mio bisnonno Paolo inquisito dal Ministro di Polizia di Carlo Felice per aver partecipato quale studente di medicina ai moti studenteschi del gennaio 1821.Primo esempio: Molte (forse troppe) volte si fa riferimento ad un'aderenza religiosa e si dimostra di ignorare quello che disse il Concilio 50 anni fa. Basterebbe leggere le prime pagine del primo capitolo del "Contadino della Garonna" con cui quel fierissimo conservatore, ma inveterato laico di Maritain celebrava nei primi mesi del 1966 i risultati del Concilio per evitare molte "incongruenze". Ma gli esempi sono moltissimi. Se mi vien voglia proseguirò. | ||
Mario Chiesa - 2016-08-12 Condivido la prima parte di questo articolo, nella quale Buat conferma di essere tra i più lucidi frequentatori di questo sito; per questo tanto più mi sorprende quando nella parte finale riprende l’argomento diffuso che la legge elettorale vigente potrebbe «consegnare a una minoranza il controllo del potere legislativo e del potere esecutivo». Argomento inconsistente, a mio parere, in un discorso politico: Roma e Torino (Torino sopra tutto) sono governate da minoranze? I presidenti della Repubblica francese eletti al ballottaggio rappresentavano una minoranza? Gli elettori si regolano sulla base delle leggi in essere: se al ballottaggio la destra torinese sceglie Appendino, potremo parlare di scelta poco razionale, ma Appendino è eletta da più del 50% degli elettori (non dal 31). Le leggi ‘educano’ gli elettori: la legge attuale li spinge a costituire liste che abbiano la possibilità di andare al ballottaggio. Non so per grazia di quale santo abbiamo una legge elettorale che può correggere il frazionamento politico italiano, teniamocela stretta! | ||
Giorgio merlo - 2016-08-12 Un articolo, quello di Rodolfo, di semplice buon senso e di rara lucidita'. Del resto, fingere - o negare - che non ci sia un nesso strettissimo tra la riforma costituzionale e la nuova legge elettorale equivale a dire che oggi in Italua i partiti sono simili a quelli del passato.... Ecco, tutti sanno che la cosa non corrisponde al vero ma si finge di ignorare la realtà'. E il contributo di Rodolfo ha il merito di richiamare tutti,appunto, alla realtà'. | ||
giuseppe cicoria - 2016-08-12 articolo ammirevole per lo sforzo davvero encomiabile dell'estensore per cercare di far digerire una purga davvero sgradevole di questa oscena riforma costituzionale. Non si migliora proprio niente. Tutta la chiarezza dell'attuale costituzione viene pasticciata e foriera di un futuro parlamentare davvero incasinato e turbolento. Gli specchietti per le allodole quali l'eliminazione delle Province del Cnel e riduzione del numero dei senatori non bilancia affatto tutti gli effetti negativi causati. L'eventuale modifica dell'assurda e pericolosa. per il futuro democratico dell'Italia, riforma elettorale non elimina il problema ma lo procrastica. Dopo la vittoria del Si la Camera dei deputati può tranquillamente riportarla in vita con un semplice legge ordinaria a maggioranza creando i presupposti per l'avvento di una dittatura camuffata. Dulcis in fundo: la vittoria del No farebbe tirare solo un respiro di sollievo al popolo italiano e certamente non sarebbe l'inizio della fine dell'economia italiana come strombazzato dai potenti poteri finanziari che hanno preso il possesso della nostra povera Italia. La fine politica di Renzi eventuale non sarebbe per niente la fine del mondo. Anzi.... Forse avremmo un sostituto che si occuperebbe più intelligentemente del riscatto economico produttivo ed occupazionale dell'Italia abbandonando la deleteria politica elemosiniera. E qui mi fermo. |