Riccardo Falcetta - 2016-08-25 Analisi e toni assolutamente condivisibili. Io sono nato e vissuto nella periferia sud di Torino (Via O Vigliani) e confermo che la situazione è proprio quella. | ||
Franco Rolfo - 2016-08-23 Come spesso accade, bisognerebbe conoscere tutti i retroscena, ma facendo politica da tanti anni questa pare una lettera scritta da una persona che "si aspettava qualche cosa" che non ha avuto ed allora prova ad accreditarsi da un' altra parte. Dico questo perché non ho trovato esempi fallimentari di Fassino. Purtroppo chi amministra deve fare i conti con i soldi, con i debiti, con le norme, ecc. e, soprattutto, con il fabbisogno complessivo della Città. Stabilito il fabbisogno fa delle scelte e stabilisce le priorità. Correre dietro a questo o a quello non porta a nulla. Mi pare che complessivamente Fassino fosse percepito dal sistema come uno dei migliori amministratori del Paese, certo se poi si vuole la luna...
No, non credo che analisi così superficiali, senza entrare nei dettagli possano aiutare a riflettere, per me serve sempre entrare nel pratico e dire: bisogna mettere un milione in più nel sociale e per fare questo bisogna tagliare un milione da un' altra parte. Ma nessuno mai dice quale servizio tagliare: refezione, trasporti, viabilità, cultura, sport, ecco questo sarebbe servito: dire cosa migliorare e dove prende i soldi. Purtroppo è più facile salire sul carro del vincitore. Un saluto fraterno. | ||
Andrea Griseri - 2016-08-18 Sono appena tornato da una breve vacanza in Baviera; ecco una regione dove la tutela del paesaggio e la cura del territorio non sono parole vuote ma parte integrante di una strategia sociale ed economica insieme. Monaco è una bella, ariosa città: certamente non wunderbar come altre grandi capitali europee ma vi si respira un'atmosfera operosa e rilassata, aperta e cosmopolita( speriamo che il terrorismo non la costringa a rinchiudersi su se stessa); lì l'urbanistica pianificata non è una parola vuota. I privati partecipano attivamente allo sviluppo urbano e ne ricavano il giusto profitto ma il pubblico ha finora imposto criteri precisi che riguardano il decoro architettonico, la fruibilità degli spazi, i servizi, il verde, la mobilità sostenibile (quante piste ciclabili, quante zone 30!). Gli accordi di programma, il ruolo troppo decisivo e decisionistico delle banche (insieme a tanti altri fattori a cui allude Antonio nella sua lettera) hanno prodotto a Torino uno sviluppo frammentato, incapace di fronteggiare strutturalmente la crescita delle diseguaglianze (non imputabile certamente ai nostri amministratori, ma è un segno dei tempi che dobbiamo assolutamente affrontare). E non è che fossero mancate le voci critiche, penso per esempio a qualche accademico e ad alcune associazioni ambientaliste storiche presenti in città: ma vennero considerate con fastidio e alterigia.Da queste consapevolezze ora dobbiamo umilmente ripartire anziché perdere tempo a piangerci addosso. | ||
Sergio Gaiotti - 2016-08-10 Caro Antonio, sei sempre forte! | ||
giuseppe cicoria - 2016-07-31 lettera coraggiosa e davvero ammirevole. Tra i lettori del nostro giornalino credo ci sia un numero davvero numeroso di elettori che si sono guardati bene dall'esternare le loro idee simili a quelle esposte ma poi hanno preferito vedere come "butta" nel nuovo che avanza, La verità è che tutti siamo stanchi delle solite giaculatorie e dei vecchi schemi di gestione del potere. Il PD, lo abbiamo scoperto amaramente, non è più quello di prima. Per evitare di ingoiare ancora una volta la solita purga perché "non c'é alternativa", i cittadini hanno scoperto che in "quella" parte forse è nascosta una speranza ed entusiasmo in molte persone che considerano la politica come "servizio" e non come fine di potere e di guadagno. Disperati, hanno deciso di provare il nuovo e non fa niente se ci saranno sbavature, Valuteranno il totale in serietà, amore per il pubblico e sopratutto onestà. Non importa se ci saranno mele marce da BUTTARE fuori senza arzigogolamenti. Sarà il risultato complessivo che conterrà. Se faranno meglio, non ci sarà speranza per la ripresa del PD. | ||
Mario Chiesa - 2016-07-31 L’Autore della lettera è presentato come «ottimo conoscitore della periferia nord di Torino»; anche per questo l’ho letta con attenzione: mi interessava trovare l’indicazione di fatti concreti che hanno deluso le periferie di Torino. Nella lettera ho trovato innanzi tutto un’autobiografia politica; interessante perché forse spiega in parte la sconfitta del PD: ai tempi del giovane Fassino, l’elettore maturava le proprie scelte nella sezione, dove il dirigente presentava le scelte amministrative elaborate dal partito; oggi l’elettore si persuade sulla base delle battute di Moretti, delle performance di Grillo e delle sue parole d’ordine rilanciate da telegiornali e talk show. In questo passaggio dalla sezione alla TV, in questo venir meno della funzione mediatrice del partito, che elabora scelte sulla base delle esigenze manifestate e tenendo presente il quadro d’insieme della città, sta una ragione della sconfitta del PD. Nella lettera si accenna concretamente ad un solo problema delle periferie, quello dei trasporti. Un’indagine sul web mi informa che Antonio R, Labanca (che penso non sia un omonimo) è tra i primi firmatari di un appello ai candidati alle elezioni perché sottoscrivessero un documento in cui si impegnavano ad opporsi al tunnel sotto corso Grosseto; il documento parla di frotte di cittadini del territorio nord e di turisti che utilizzerebbero la soluzione alternativa di portare la ferrovia dell’Aeroporto al vecchio capolinea di corso Giulio Cesare. Ipotesi poco credibile per chi conosce quella stazione (un po’ distante e sopra tutto in un ‘ambiente’ molto diverso da quello delle Torri Palatine di cui si scrive). Ma, in vero, la renderebbe credibile un particolare enunciato tra parentesi: «(in vista del congiungimento con la M1 e i treni a Porta Nuova)». Questo particolare non è stato ripreso dall’assessore all’urbanistica che in interviste delle settimane scorse ha riproposto il progetto alternativo al tunnel ‘Grosseto’; credo perché avrebbe avuto difficoltà a rispondere a qualche domanda: in quale futuro? con quali soldi? perché un tunnel in un sottosuolo ‘storico’ come quello fra Porta Palazzo a Porta Nuova è bello, buono, progressivo mentre il tunnel sotto corso Grosseto, in un sottosuolo presumibilmente di ‘campagna’, è brutto, cattivo e retrivo? E così torniamo al punto detto sopra: in assenza di un partito che gli illustri le necessarie mediazioni tra diverse esigenze, l’elettore fa una scelta funzionale al proprio ‘orto’. | ||
beppe mila - 2016-07-29 Caspita! Complimenti, che analisi , condivido in tutto per tutto, soprattutto il finale. Mi auguro che l'Associazione riesca a recapitarla al destinatario.
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giorgio merlo - 2016-07-29 Beh, una lettera che fa molto riflettere. Soprattutto dovrebbero riflettere quelli che pensano che sia tutto come prima. Sia nella dirigenza torinese del Pd e sia in alcuni settori dell'attuale gruppo consiliare del Pd. Anche perchè è una lettera scritta con una spiccata onestà intellettuale. | ||
Franco Fratto - 2016-07-29 Caro Antonio, condivido moltissimo ciò che scrivi. Non sono mai stato "demoscristiano", ma solo un cattolico impegnato. Sono giunto alle stesse tue conclusioni facendo un passaggio di verifica dentro i Gruppi di Lavoro che il M5S ha messo su nei mesi scorsi e, almeno per quelli nei quali ho dato il mio apporto (Cultura e Partecipazione, ti posso assicurare che VERAMENTE lo hanno scritto i cittadini. Chiara ha la caratteristica di ascoltare e questo lo spero per la sua squadra. Ora saranno i fatti a parlare e i torinesi vigileranno, come tu hai scritto. | ||
Alfio Mastropaolo - 2016-07-29 Questa è la riflessione più sobria e più convincente che io abbia letto dell'ultima vicenda elettorale torinese. Grazie e complimenti. |