Carlo Baviera - 2016-05-26 Come sempre condivido quanto sostiene Guido. Noi dobbiamo continuare parlare (e poi a rispondere nel Referendum) della sostanza della Riforma, non dimenticando della contestuale legge elettorale, che a me non piace molto. Si cono cose anche buone nella Riforma e si sono fatte modifiche in linea con le concezioni prevalenti (ma tutte giuste?) di questi anni; però anch'io credo che non si debba essere messi di fronte al "o mangi questa minestra, o salti la finestra". Che non ci siano proposte migliori, o che non si sia convinti di altri suggerimenti, non vuol dire che si deve per forza votare sì, perchè altrimenti non si cambia mai. Cambiamo, ma se siamo convinti e se serve ad aumentare spazi di democrazia, non solo per efficienza o minori costi, o centralizzare ogni decisione. | ||
Mario Chiesa - 2016-05-25 Se non ho letto distrattamente, qui si parla di metodo; ho qualche dubbio (pochi) su come la riforma è stata approvata in Parlamento; ne ho di più su come ci si avvia al referendum. Ma il nodo per me è: la riforma proposta è accettabile o no (non chiedo che sia perfetta)? in che non è accettabile? Su questo vorrei leggere opinioni. Se una medicina mi giova, la prendo; che me l'abbia passata il SSN, che l'abbia pagata io; che (caso disperato!) l'abbia dovuta rubare. | ||
Rodolfo Buat - 2016-05-25 La qualità dell'impegno politico e la passione democratica di Guido sono fuori discussione. Lo abbiamo seguito nella difficile stagione del confronto e abbiamo assistito alla progressiva deriva (salvo eccezioni che pure vi sono state). Anche oggi non abbiamo altri riferimenti culturali certi e motivanti. Tuttavia questa discussione sulla riforma istituzionale deve tenere conto (e una certa sinistra non lo ha fatto) che la questione prima che politica è economica. Il Paese è stremato, i giovani senza prospettive, la costruzione del cambiamento difficilissima. Prevalgono mafie e corporazioni. Le istituzioni democratiche non sanno trasmettere speranza. Siamo sicuri che la riforma di Renzi sia lo scenario peggiore possibile? E' la domanda dalla quale sono partite le mie riflessioni. | ||
giuseppe cicoria - 2016-05-25 Complimenti a Guido. La memoria storica dei saggi è essenziale per scongiurare errori fatali. Le considerazioni dei cosiddetti progressisti mi spaventano quando si parla di Costituzione. Sono invece disponibile ad accettare i loro discorsi quando si parla di leggi ordinarie perché quando i loro errori vengono a galla è sempre più facile porre rimedi. | ||
Domenico Piacenza - 2016-05-24 Mi permetto due sole considerazioni in punto alla scelta per il "no" di Guido e di Risso. E' verissimo che il governo ha imposto in modo truculento l'opzione favorevole alla riforma della Costituzione, riforma che non è certo una bella riforma, ma è altrettanto vero che il mondo della sinistra politica (non quella da mercato) non è riuscito a esplicitare, specie e soprattutto in Parlamento, una qualsivoglia proposta alternativa. Direi allora "imputet sibi". E sentendo i grandi giuristi che ultimamente si sono fatti promotori del "no" non mi è parso di cogliere in alcun modo una puntuale contestazione che abbia un minimo senso propositivo. La politica non è anche proposta?
Per altro se si vuole continuare un dibattito il più possibile non troppo emotivo, sarebbe utile non dimenticare che anche e soprattutto la Costituzione fa parte dell'ordinamento giuridico e quindi è essenzialmente uno strumento contemporaneamente oggettivo e soggettivo. E se è uno strumento lo devo necessariamente rapportare ai fini che spero raggiungere, non sarebbe utile modificarlo o puntualizzarlo quando lo strumento appare non completamente idoneo in relazione agli effetti che il tempo, la struttura sociale (non si parla più di demografia), quella economica hanno determinato sulla la realtà ?
Non sarebbe forse opportuno avere anche un poco più di attenzione alla dimensione sovranazionale e non pensare sempre al "Consigliere di frazione" di venerata memoria (chiedo scusa per l'impudenza).
La nostra storia è sempre stata quella di combattere la concentrazione del potere specie e sopratutto all'interno degli schieramenti politico-partitici (quella contro la dittatura l'aveva fatta la Resistenza), ma per merito sopratutto di Guido e di altri pochi validissimi soggetti, l'abbiamo fatta sempre in positivo anche quando sapevamo dell'inutilità immediata delle nostre scelte. Non vorrei che talvolta ce ne dimenticassimo. |