Andrea Griseri - 2016-05-13 Grazie per la chiarezza. Dovremmo impostare un'azione per spingere alla trasparenza e all'onestà intellettuale quando si affronta la questione. Le unioni civili sono legge: Boeri dice che le reversibilità (ma un paio di mesi fa il governo non aveva messo in forse proprio le pensioni di reversibilità? Mah...) non peserà più che tanto sui conti. Vedremo. Voglio scacciare dalla mia mente affumicata dal pessimismo la visione di eserciti di giovani badanti in salute che trascinano all'altar... ops all'anagrafe il vecchietto rimbambito e dopo il ritorno di costui alla casa del Padre se la vanno a godere per 50 o 60 anni nei paesi di origine ben provviste di patrimoni familiari e assegni di reversibilità: ridendosela dei lavoratori italiani che dopo 40 anni e più di fatica tirano la cinghia per pagare il debito contratto con le banche (smpre loro!) per avere osato anticipare la quiescenza (o esservi stati costretti dal datore di lavoro ansioso di ringiovanire la truppa). Troppo pessimistica? demagogica? Sarà l'ora tarda, scusate. | ||
Giuseppe Davicino - 2016-05-12 Le puntuali considerazioni di Rodolfo, che evidenziano quanto la politica fatichi a seguire il buon senso, chiamano in causa il rapporto tra sistema previdenziale e sviluppo, sul quale si gioca la sostenibilità sociale del contributivo. Senza sciogliere il nodo dei vincoli europei, e dell'austerità che essi richiedono, non torneremo a crescere. Ed il contributivo è un sistema giusto ma non equo, privo dei meccanismi perequativi, di cui si è troppo abusato in passato, che però consentivano a tutti di avere una pensione dignitosa. Senza crescita e con gli attuali ritmi di aumento delle disuguaglianze, si prospetta il ritorno ad una indigenza diffusa tra la popolazione anziana. Concordo con chi ha sottolineato che serve un cambio di paradigma. La riforma Dini e successive riflettono un mondo del lavoro novecentesco. L'urgenza per il futuro è invece quella di assicurare la sostenibilità sociale delle prestazioni pensionistiche pubbliche e non più solo la loro sostenibilità economica. | ||
Beppe Mila - 2016-05-09 Questo è buon senso ! E soprattutto è scritto in modo articolato che non lascia adito a dubbi. da condividerne ogni singola parola .
Domanda birichina : ma se in tanti la pensiamo così e tanti di area pre - post - durante PD , come è che non ci riesce a far sentire? | ||
giuseppe cicoria - 2016-05-08 Boeri ogni giorno si sforza di apparire sui mass-media seminando insicurezza e demagogia. L'analisi fatta è perfetta. Uno studioso del settore di cui non ricordo il nome sulla 7 ha inquadrato meglio la situazione: la tecnologia che avanza consente maggiore produzione con meno occupati, Nel lungo periodo si avranno meno occupati che producono beni più che sufficienti a soddisfare la domanda. Ciò vuol dire che che i versamenti diminuiranno e Boeri si agiterà sempre di più inventandosi altre "pensioni d'oro farlocche". Sarà invece necessario rimpolpare il fondo dell'INPS tassando di più la "produzione dei beni". Ciò significa ottenere risorse sia per migliorare le pensioni minime sia per concedere il cosiddetto salario sociale a chi non possiede nulla. Dulcis in fundo: "l'intelligente" spedizione delle cosiddette buste gialle ha prodotto panico , rassegnazione e convincimento tra una estesa platea di lavoratori che dopo 40 o 5o anni di lavoro (quasi sempre non continuativo) si maturerà una pensione misera. Molti si convinceranno che non vale la pena versare i contributi. Meglio cercare altre strade....! I contributi con questa bella idea che è corretta ma...., causerà maggiore evasione contributiva o inutilità di adesione all'INPS con la conseguenza di accelerare il decadimento dei conti dell'Ente ed un disastro sociale. | ||
Carlo Baviera - 2016-05-07 Condivido tutto quanto è stato esposto. Aggiungo, chiedendo di non coprirmi di insulti, che un altro aspetto se si parla di pensioni come "sicurezza sociale" il sistema contributivo è sbagliato. Per tanto che si versi e per tanto che si lavori non si potrà mai ottenere una pensione adeguata a tirare avanti dignitosamente. Il sistema prevedeva che si integrasse la parte pubblica con versamenti privati, ma per fare questo ci vorrebbero stipendi molto alti per consentire ai lavoratori di provvedere: cosa che ovviamento oggi non è possibile, e non lo sarà mai! La questione è aumentare l'occupazione, in ogni modo, per far versare i contributi da molti. Perchè tutto può funzionare solo in un sistema solidaristico, dove chi versa oggi sostiene i pensionati di oggi. Pensioni, in alcuni casi da rivedere, eccessi da limitare; ma la risposta non può che essere in un lavoro e uno stipendio dignitoso per tutti, e pensioni (dopo 40 anni di lavoro. Credo che non si possa andare oltre!) dignitose per consentire un vecchiaia serena. So che si dirà: ma dove si prendono i soldi? Favorendo gli investimenti (anche con meno burocrazia e una giustizia più rapida) e con interventi anche pubblici in settori che creino occupazione. | ||
maurizio perinetti - 2016-05-06 Bravo Rodolfo. Un intervento chiaro sul tema pensioni, che invece pare tutti vogliano rendere sempre più confuso. Un intervento nel solco della nostra tradizione di cultura politica e sociale. Ma temo assai che oggi di un coerente orientamento politico e sociale importi proprio a pochi. |