Andrea Griseri - 2016-01-18 ".... che possa dispiegare sino in fondo una cultura di governo aperto a culture e filoni ideali che sono lontani dalle forze antisistema, populiste e demagogiche.....persegue la costruzione di un grande partito di governo aperto a tutte le istanze politiche e culturali....." Tutto molto bello ed edificante.
Ma io temo, anzi sono certo, che questo partito della nazione sarà tutt'altro che aperto alle diverse istanze politiche e culturali. Forse che il PD dalle cui ceneri dovrebbe sorgere lo è? Prevedo amaramente un crunch democratico. Per esempio le istanze distributivistiche (quel distributismo di cui scriveva Belloc, sulla scorta della Rerum novarum, di cui pochi oggi sono a conoscenza...) potrebbero trovarvi diritto di cittadinanza? Oppure assisteremo a un ulteriore appiattimento sulle esigenze delle oligarchie economiche? Senza nessuna capacità di porre in discussione un modello, l'attuale, sempre più autodistruttivo? Poi qua e là potranno farsi strada personalità di rilievo e influenzare positivamente il corso degli eventi: in fondo anche il PNF aveva nel suo seno i Grandi e i Bottai... Forse sono un po troppo sarcastico ma è il pessimismo della ragione che ogni tanto mi assale. | ||
Dario Seglie - 2016-01-18 Carissimo Giorgio,
la tua analisi non fa una grinza: o siamo consapevoli del social change che caratterizza l'epoca attuale in modo più rapido e più globale che nel passato, anche recente, oppure restiamo scleroticamente attaccati a schemi politici superati che ormai creano distacco e disaffezione per la polis e per la partecipazione attiva dei cittadini (quasi uno su due non vota più ! Segnale orribile e quel 50% che resta non è affatto detto che sia positivamente oligarchico ed aristocratico, o tendenzialmente oclocratico e degenerativo della democrazia). Ovviamente si dice Torino "laboratorio" ma i laboratori sono già diffusi anche altrove nei centri del territorio metropolitano (per certi versi un terreno misterioso), anche nelle terre dell'antico Principato degli Acaja-Savoia (ovviamente sto parlando di Pinerolo e del Pinerolese, territorio che conosco, con i suoi caratteri di innovazione e di arretratezza che lo contraddistinguono: cerniera tra la piana ed i monti, frontiera internazionale, antropologia complessa fin dal Medioevo). Pinerolo è un altro "smart laboratory" nel quale il nuovo può/deve/dovrebbe camminare di buon passo.
Dario |