Stampa questo articolo
 
Siamo tutti parigini
 
 

Domani, lunedì 16 novembre, a mezzogiorno in punto tutta l'Europa è invitata a un minuto di silenzio in segno di ricordo e rispetto per le vittime di Parigi.
È una piccola risposta alla tragedia avvenuta, ma vogliamo invitare i nostri lettori a partecipare a questo momento di condivisione.
Il dolore per quanto è avvenuto strazia soprattutto i parenti e gli amici di chi è caduto innocente, mentre era seduto a un dehors, o passava per strada, o si divertiva a un concerto rock. Il lutto tocca però tutti noi. E non solo perché un nostro amico, figlio, nipote avrebbe potuto trovarsi lì e morire come gli altri, ma soprattutto perché crediamo nella libertà, nella tolleranza, nella civile convivenza: i valori che ci rendono “cittadini del mondo” e ci fanno, oggi, sentire tutti parigini.


giuseppe cicoria - 2015-11-16
Appludo a queste iniziative che ci associano al dolore dei francesi, ma non basta. Coloro che si nutrono di odio verso i propri simili, purtroppo vanno combattuti con le loro stesse armi. Gli Stati democratici hanno fatto crescere troppo l'Isis ed ora forse hanno capito che bisogna coalizzarsi per poterlo spazzare via. Il resto dovrà avvenire combattendo la spregiudicatezza nell'uso della finanza internazionale che bada ai soli profitti e fa affari con gli Stati canaglia che sostengono questo gruppo di assassini per vocazione. Giuseppe cicoria
Umberto Cogliati - 2015-11-16
La mia condivisione per l'iniziativa è totale. Di mio sottolineo come, a fronte del dilemma se reagire virilmente o mettersi paura di fronte a tale rischio, siano efficaci le parole che provengono dal nostro papa, cioè a dire che del Giubileo della Misericordia oggi si sente ancora di più il bisogno. Il filo diretto con quella Misericordia, a ben valutare, è l'unica chiave, l'unico percorso per arrivare a bandire l'odio di uomini verso loro simili in nome di Dio. L'esatto opposto della invocata Misericordia.
beppe mila - 2015-11-15
NO, NON E' VERO. E' ovvio che un dolore così grande purtroppo ci accomuna, fa soffrire e fa arrabbiare. Ma è anche ora di dire NON SIAMO PER NIENTE TUTTI PARIGINI, lo siamo noi occidentali, noi cristiani, non importa se luterani, cattolici, riformisti o tradizionalisti. Gli altri no, tutto il mondo asiatico come vede questo? Si, quasi certamente con dispiacere ma nulla di più. Sono troppo impegnati, i paesi ricchi a rincorrere il PIL, quelli poveri a combattersi tra faide religiose. Agli islamici invece non ne importa nulla e dentro di loro, direi la maggioranza, sono contenti: si vede chiaramente dall'odio e dal disprezzo di qualsiasi immigrato maghrebino o nativo anche di terza generazione che casualmente venga inquadrato da una telecamera nelle strade di Parigi o qualsiasi altre grande città europea. E lo si vede anche da un'altra cosa: il giorno dopo comunque sono li a cercare di giustificare dicendo che loro non hanno posti adeguati per riunirsi e pregare... invece un cristiano che va in Arabia Saudita, tanto per fare un nome, se per caso lascia intravedere la collanina d'oro al collo con la croce viene incarcerato senza troppi complimenti. Sveglia!! Smettiamo di nascondere la testa sotto la sabbia, ormai noi europei nei confronti dell'estremismo islamico siamo come quella donna che prende botte dal fidanzato e non ha più la forza ed il coraggio di denunciarlo e di conseguenza cerca di giustificarlo e negare anche le violenze. L'estremismo islamico si amplierà a dismisura sino a che, tanto per fare un esempio, una scuola italiana non va a vedere una importante mostra di quadri perché tra essi vi è anche un crocefisso per non urtare la sensibilità dei ragazzi non cattolici (leggi musulmani). Ho scritto qualcosa di politicamente scorretto? Può darsi. Gli attentatori agiscono invece correttamente?
Leonello Mosole - 2015-11-15
E' possibile sperare che la ragione alla fine vinca? Per ora possiamo sperare che vinca l'Amore, quello che ci fa pensare che "ogni uomo e mio fratello" e che tenta di farci vedere oltre questi disgraziati, fanatici. Ma è dura. Soprattutto dopo aver letto l'intervista di Domenico Quirico giovedì u.s., su "La Stampa" a quel jiihadista.