In Italia c'è una nuova questione cattolica? Alcuni sostengono di sì mentre altri, la maggioranza, sono perfettamente indifferenti al tema. Eppure, la sostanziale irrilevanza dei cattolici in politica nell'attuale fase storica italiana, è la conferma che non soltanto l'unità politica dei cattolici e quindi il conseguente pluralismo delle scelte sono un fatto ormai archiviato ma che, soprattutto, si rischia di disperdere un patrimonio culturale ed etico che ha accompagnato, per svariati decenni, lo stesso cammino della democrazia italiana.
Certo, il magistero straordinario e coraggioso di papa Francesco è destinato a modificare in profondità la stessa presenza dei cattolici e dei cristiani nel mondo. Ma il suo messaggio, com’è ovvio, è universale e non si può rinchiudere al nostro Paese, né tanto meno alla circoscritta politica italiana.
Ora, per evitare di cadere nella mera contemplazione del passato o nella riproposizione di una stagione ormai irripetibile, credo sia positiva un'iniziativa che, nel rispetto rigoroso del pluralismo delle scelte politiche dei singoli cattolici, non si rassegna alla insignificanza dei credenti nella società contemporanea. E l'iniziativa presentata recentemente a Torino punta cerca di dare una risposta a questa domanda. La costituzione di una "Consulta per i cattolici impegnati nella politica e nelle istituzioni" è un’occasione per ritessere le fila di una presenza laica e pluralistica di un'area oggi eccessivamente dispersa e frammentata. E per giunta non granché qualificata e men
che meno autorevole. Certo, come diceva il mio maestro Carlo Donat-Cattin, in politica "il carisma o c'è o non c'è. È inutile darselo per decreto". E questo è talmente vero che un tempo, e neanche molti anni fa, c'erano cattolici che erano al contempo leader politici e punti di riferimento per la stessa comunità ecclesiale e per l'associazionismo cattolico nel nostro Paese. Mentre oggi, purtroppo, i cattolici sono ridotti a difensori d'ufficio di qualche valore, seppur importante, ma del tutto insignificanti nella concreta battaglia politica. Personaggi che pensano, goffamente, di avere
una sorta di esclusiva nell'area cattolica mentre sono personaggi in cerca d'autore che rappresentano il proprio piccolo orticello clientelare e poco altro.
Comunque sia, la messa in campo di una Consulta dei cattolici in politica che dialoga con il mondo dell'associazionismo da un lato e con la stessa comunità ecclesiale dall'altro, può rappresentare uno sbocco per ridare autorevolezza e prestigio alla proposta politica dei cattolici e può favorire, allo stesso tempo, una nuova vocazione alla politica delle giovani generazioni attraverso una rinnovata attività di formazione. Da Torino, forse, è partita una iniziativa che può contribuire a rinnovare la politica ripartendo anche da una nuova progettualità dell'area cattolica. |