Carlo Baviera - 2015-08-24 Bravo Giorgio per lo stimolo utile per tanti credenti. Condivido la riflessione di Campia per l'altro corno del problema. Resta il fatto che oggi manca, non tanto l'attenzione e l'impegno dei cattolici (o di molte realtà dal cattolicasimo) ma una sintesi e un coordinamento che "pesi" a livello nazionale per indirizzare le scelte sui grando problemi attuali. Questa era la capacità dei politici di razza dell'altra generazione; mentre oggi ognuno corre da solo e fuori da un disegno comune | ||
Dario Seglie, Pinerolo (TO) - 2015-08-20 Caro Giorgio Merlo,
hai ragione, citi -con nostalgia- alcuni grandi nomi della politica italiana e internazionale; io ebbi la ventura di incontrarne uno, Giulio Andreotti (non ci siamo baciati !) nell'epoca in cui era Premier e -ad interim- anche Ministro per la Cultura (e quale cultura dimostrava di possedere …! Altri tempi !).
Ma piangere sul latte versato, sulla mitica età dell'oro, non ci porta da nessuna parte; la scena politica oggi è gremita di facce anonime (a livello nazionale come a livello locale) che dedicano il loro tempo a cinguettare, FBucare, etc. in rete. Ma la rete non è la nuova agorà ! E' semplicemente un guazzabuglio senza fondamento, spesso rozzo ed ignorante, dove i politici attuali sfoggiano la loro (in)consistenza.
Siamo in un'epoca post ideologica, o meglio solo post, perché siamo impantanati in mezzo al guado. Chi, come te, ha un lungo corso politico parlamentare alle spalle, avverte -come avverti- la pochezza dell'oggi e la difficoltà a costruire un domani migliore.
Eppure dobbiamo farcela, non solo perché il mondo cambia (con o senza di noi) e dobbiamo esserci ed essere attori. Abbiamo dei valori, cristiani, laici, illuministici, democratici. Monsignor Galantino ha detto una cosa evidente: non ci sono politici sulla scena, nel senso vero di rappresentanti della polis, secondo un'idea di Democrazia nata ad Atene con Pericle 2500 anni fa.
A parte il problema degli immigrati e della integrazione (loro e nostra) che deve essere multiculturale e multilaterale, altrimenti è colonialismo alla rovescia, il mondo gira e se noi stiamo fermi saremo annientati. Occorre svegliare gli animi, le anime, fare in modo che tutti i cittadini tornino alla partecipazione nel sociale, attraverso la cultura, la formazione, la scuola; il 50% degli aventi diritto che non esercita più il diritto/dovere di voto è il segnale di una situazione di decadenza che dobbiamo arrestare ed invertire verso la partecipazione.
Io credo che ce la faremo, ma occorre che scendano in campo dei giovani intelligenti e volitivi, dei novelli, mutatis mutandis, Einaudi, Andreotti, Berlinguer, con lo sguardo limpido verso il futuro. | ||
Franco Campia - 2015-08-18 In Italia la discussione è attualmente e comprensibilmente polarizzata sul tema dell'imponente afflusso di rifugiati. Osservo che su "le Figaro" in vendita il giorno di ferragosto la prima pagina è occupata da un grande titolo "La France mobilise le monde pour les chretiens d'Orient", seguito da un editoriale dal titolo "Debito morale" e da numerosi articoli nelle pagine interne. Si annuncia tra l'altro una conferenza internazionale organizzata a settembre con la partecipazione di oltre sessanta paesi. Si tratterà della tutela delle minoranze religiose: Yazidi, Shabaks,..., ma soprattutto cristiani. Questo nella laica République, a governo socialista (ma con il sostegno dell'opposizione UMP.
Perchè scrivo di tutto ciò?
Perchè anche una certa assenza di questo tema dal nostro dibattito politico mi sembra riconducibile al fenomeno trattato da Merlo. E' vero che la Francia si definiva "la figlia primogenita della Chiesa" ma forse il nostro paese potrebbe assumere un atteggiamento più deciso di fronte allo sradicamento programmatico e sanguinoso delle minoranze cristiane in Siria ed in Iraq, i primi siti nei quali si è diffusa la nostra religione. Anche in questo caso si fa fatica a cogliere un impegno vibrante e deciso "dei cattolici impegnati in politica".
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