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Spirito Maffiodo, un vero Popolare
 
di Gianfranco Morgando
 

Poco più di un mese fa è mancato Spirito Maffiodo. Non so se fosse iscritto alla Associazione dei Popolari (lo era eccome, ndr), ma certo dell’esperienza e della storia che la ispirano era uno degli esponenti più significativi. Come ha ricordato “La Valsusa” Spirito ha testimoniato nelle molteplici esperienze della sua vita pubblica quel cristianesimo sociale che ha ispirato nel secondo dopoguerra molte scelte personali e collettive.
Gli anni della ripresa dell’attività economica nel secondo dopoguerra sono in Valle di Susa anni di intenso sviluppo industriale. Spiccano tra le realtà produttive le “Ferriere” di Avigliana (che si trovano in realtà nel comune di Buttigliera), il cotonificio “Valle Susa” (una delle più importanti realtà tessili piemontesi, con stabilimenti in tutta la provincia di Torino), la “Moncenisio” di Condove. Proprio in queste tre realtà industriali, secondo la testimonianza di Bruno Fantino (che si affacciava allora, giovanissimo, all’impegno sindacale) si erano formati gruppi particolarmente significativi di militanti cattolici, che contendevano ai comunisti la rappresentanza degli interessi dei lavoratori. Si trattava prevalentemente di giovani, formati nel mondo associativo delle parrocchie (Azione Cattolica e ACLI), che erano mossi da una forte motivazione etica e religiosa, formata da una attenta guida spirituale di importanti figure sacerdotali. Fantino non ricorda il nome, ma ha ben presente la figura dell’assistente ecclesiastico del circolo ACLI di Condove, ispiratore di scelte e di vocazioni sociali e politiche.
L’Azione Cattolica Valsusina di quegli anni vedeva la leadership di Carlo Carretto, poi Presidente nazionale della GIAC, e testimone di nozze di Spirito Maffiodo secondo la testimonianza di Elisio Croce. Era un ambiente di grande qualità intellettuale e morale, che ha contribuito alla formazione di tanti giovani secondo uno spirito di servizio e di rifiuto del tornaconto personale. Era però soprattutto nelle ACLI che si sviluppava l’azione concreta, sia negli anni dell’esperienza sindacale unitaria (le ACLI costituivano il punto di riferimento culturale e organizzativo della componente cristiana della CGIL), sia in quelli della difficile costruzione di quella che sarà poi la CISL. Fantino ricorda che in ogni parrocchia c’era il circolo ACLI, e in tutte le realtà produttive più importanti esisteva un “nucleo di fabbrica”. Passava di lì l’azione di presenza, di testimonianza e di organizzazione, che sarebbe importante ricostruire nelle sue modalità organizzative e nei suoi contenuti. La Valle di Susa potrebbe essere un campo interessante per questo lavoro di ricerca.
L’azione sindacale e di fabbrica si estendeva naturalmente al campo politico ed amministrativo. Gli uomini delle ACLI, e poi della CISL, erano impegnati nella Democrazia Cristiana (nella quale costituivano il nerbo delle posizioni “sociali” che caratterizzavano la sinistra del partito), e nell’amministrazione locale. Una vera e propria classe dirigente, che ha segnato una stagione importante nella vita valsusina. Spiccano tre nomi di dirigenti operai, leaders politici locali e sindaci delle loro comunità: Alfredo Suppo, di Condove; Sergio Favro, di Bussoleno; Spirito Maffiodo, di Caprie. I primi due ci hanno lasciati da tempo. Spirito da pochi giorni. Riflettere sulla sua figura ci aiuta a non dimenticare una esperienza umana, ecclesiale, sindacale e politica importante per la storia del nostro Paese e a cui molti di noi continuano ad ispirarsi.