Carlo Baviera - 2015-01-22 Non posso che sottoscrivere quanto già sottolineato in modo egregio e completo dagli interventi precedenti (in particolare Ladetto, Policante, e Bassi). Aggiungo solo la necessità di riconfemare TUTTI i principi della nostra Costituzione (quella che di tanto in tanto si vorrebbe modificare) perchè è su quella che in Italia dobbiamo convivere ed è quella che dobbiamo rispettare: ovviamnete in modo evolutivo e non come farisei solo formalmente. Voglio dire che, anche se domani la maggioranza degli italiani fosse di fede musulmana e di cultura islamica e araba, le regole devono restare quelle LAICHE che ci siamo dati e non trasformare le nostre abitudini, norme, e quant'altro. Così come si chiede, giustamente, che la legislazione sia sganciata dalla religione (in questo caso cattolica), questo deve avvenire per tutte le comunità immigrate; non ci può essere normativa separata per qualce singola comunità (religiosa, etnica, ecc.). Ovviamente nel rispetto e nel cercare di far sì che tutti si sentano liberi e indipendenti; perchè quando la legge diventa culturalmente oppressiva per qualcuno (le forzature che a volte si tentano rispetto al temine | ||
Beppe Mila - 2015-01-18 Arrivo sempre dopo i commenti di Giusepep Ladetto, e questo è già impattante per chi scrive dopo, ma stavolta si è aggiunto Pietro Policante con un commento altrettanto lucido ed analitico, non posso quindi che , come spesso mi capita prendere l'accetta e esprimere il sentire comune: come possiamo pensare di affermare il nostro patrimonio ideale di valori evangelici ed illuministi quando, e cito un esempio solo: armiamo e finanziamo i terroristi dell'Isis in nome del bel gesto di combattere il dittatore Assad e due nostre giovani fanciulle di buona famiglia, acculturate, se ne vanno a far le buone samaritane... ai combattenti contro Assad! E quando tornano una delle due continua a indossare la kefia come una bandiera. Se la gioventù non sente minimamente il bisogno di operare nel proprio Paese, e tutti sappiamo quando ve ne è bisogno, come possiamo affermare i nostri valori? | ||
Pietro Policante - 2015-01-15 Sulla fotografia scattata da Alessandro Risso non si può che concordare. Ma la fotografia è statica, ferma un momento, non un processo. La chiave di volta sta nelle stesse parole dell'autore " ... uscendo da quel lunghissimo medioevo culturale che ha condannato Galileo e difeso il potere temporale del papato fino al novecento".
Non è da dimenticare (e io non smetto di ricordarlo a coloro che di fronte alle difficoltà odierne hanno nostalgie per un passato inesistente) che le civilissime e cristianissime nazioni europee si sono sbranate come bestie feroci in ben due occasioni, a distanza di vent'anni, solo nel secolo passato, mostrando ciò che di peggio può fare l'uomo contro l'uomo.
Poi, finalmente, qualcuno (e qui l'ideale politico cristiano, espresso dai suoi migliori uomini del tempo, può rivendicare un ruolo determinante e da protagonista) ha capito che se si voleva veramente realizzare la pace e con essa il progresso ed il benessere dei popoli (non tanto delle nazioni) bisognava superare le anticaglie ideologiche del passato, quali il nazionalismo e tutto il suo corollario di egoismi a tutto tondo.
Ma per arrivare a questo (e non ci siamo ancora arrivati del tutto) sono passati secoli di contrasti, guerre, carestie, bestialità di ogni genere.
Ogni evoluzione ha bisogno dei suoi tempi. Non c'è solo l'Islam - anche se è vero che in questo momento ci sentiamo minacciati più da quell'area che da altre. C'è la Russia, la Cina, con il loro turbo capitalismo che non ci può farci rimanere indifferenti; ma ben vediamo la rivoluzione, pur piena di contraddizioni, in atto.
Voglio dire, in sintesi, che la Storia tocca tutti e niente e nessuno ne resta immutato. Per esempio: è vero che due donne in Arabia Saudita sono finite in carcere per avere voluto guidare l'auto. Ma è altrettanto vero che nemmeno dieci anni nessuna donna avrebbe nemmeno pensato di infrangere tale norma. E potrei citare altri esempi, in Cina e altrove.
Nel mondo non girano solo le merci ma anche le idee. E in epoca dalle contaminazioni così globalizzate, le idee -come le merci - girano sempre più in fretta e sono sempre meno censurabili e oscurabili.
In questo contesto, l'occidente cristiano può avere un ruolo determinante, essere un acceleratore forte di questa inarrestabile evoluzione. Deve però dismettere l'abito da non sempre credibile censore, e rimettere ordine al proprio interno, dare e pretendere correttezza. Un ruolo difficile, complesso, dai risultati contrastanti e contraddittori. Ma è l'unico possibile, l'unico in grado di garantire, nel tempo, la pace ed il progresso mondiale che tutti auspichiamo. Le alternative, lo dice la storia, portano solo a grandi disastri. | ||
Giuseppe Ladetto - 2015-01-15 Caro Alessandro, se ritieni di aver detto cose politicamente scorrette, trovi tutta la mia vicinanza in questi tempi di conformismo. Il tema che affronti è attraversato da una molteplicità di questioni alle quali non so dare risposte coerenti o comunque non contraddittorie. Mi fermo pertanto solo su alcuni punti.
1) L’Occidente è superiore all’Islam. Claude Lévi-Strauss, il grande antropologo ed etnologo, riteneva inaccettabile la pretesa degli occidentali di possedere valori “universali” e pertanto superiori a quelli di altre culture. Non ci sono culture inferiori. Il cardinale Ratzinger (Europa: i suoi fondamenti oggi e domani – Edizione San Paolo) definisce rozza la contrapposizione tra un Occidente inteso come regno della razionalità e un Islam presentato come ricettacolo di fanatismo, che serve solo a chi, per interesse, tende ad approfondire il contrasto. Ratzinger ritiene che la dimensione interculturale sia indispensabile per impostare la discussione delle questioni fondamentali sull’uomo e sulla società, una discussione che non può essere svolta puramente e semplicemente fra cristiani e neppure all’interno della sola tradizione occidentale della ragione. Entrambe le prospettive considerano come universale la loro autocomprensione, mentre sono comprensibili soltanto in determinati settori dell’umanità. Nella società odierna, occorre la disponibilità di tutte le parti ad imparare e ad autolimitarsi.
2) L’Islam è rimasto al Medio Evo perché non ha conosciuto l’illuminismo. Nel Medio Evo, il mondo musulmano ha salvato e ci ha trasmesso i testi della filosofia greca altrimenti perduti; ci ha fornito i primi fondamenti della scienza (matematica, fisica, chimica e medicina); ha accolto gli ebrei sefarditi che fuggivano dalla penisola iberica (e non solo) per le persecuzioni attuate dai re cristiani. Il fondamentalismo islamico non ci viene dal Medio Evo, ma dal contatto dell’Islam con l’Occidente moderno. Quest’ultimo ha umiliato il mondo islamico in lunghi anni di dominazione coloniale; ha combattuto ogni forza politica tesa a riconquistare indipendenza e dignità nazionale (Mossadeq, Nasser, Arafat, ecc.) contrapponendo ad esse l’Islam più arretrato (dalle monarchie del Golfo ai fondamentalisti antisovietici in Afghanistan ), ed oggi destabilizza l’intera area con guerre dettate da miopi obbiettivi di predominio.
3) L’Occidente grazie all’illuminismo ha elaborato valori di libertà e tolleranza di carattere universale. Franco Cardini, storico medievalista, in una lettera aperta sui fatti di questi giorni, a proposito dell’Occidente figlio dell’illuminismo, patria della libertà e della tolleranza, chiede dove fosse finito quando i nazisti eliminavano con il gas gli ebrei, o quando Stalin uccideva milioni di persone. Non basta dire che il nazismo è stato un tuffo nel passato e lo stalinismo una utopia sanguinosa. C’è stato altro: lo schiavismo (abolito negli Usa solo nel 1863) e la tratta connessa (condotta in prevalenza dagli inglesi), il genocidio degli indiani d’America (non solo ad opera dei conquistadores, ma ancora nel XIX secolo nel Nord America e in Argentina); il colonialismo (con episodi terribili quali lo sterminio di milioni di africani in Congo all’inizio del XX secolo), e via dicendo. Quanto ai principi illuministici, aggiungo, chi ricorda che Voltaire era azionista di una società che operava nella tratta dei negri? chi ricorda che i padri della costituzione americana (che esalta libertà e diritti) erano in buona parte proprietari di schiavi? I principi dell’illuminismo rimanevano, e in parte rimangono, confinati in una ristretta area del pianeta e non riguardano gli appartenenti a quelle che venivano e talora vengono ancora definite “culture inferiori”.
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A.Bassi - 2015-01-15 Molte considerazioni sono condivisibili, altre meno; soprattutto non lo sono le conclusioni circa la "superiorità culturale" dell'Occidente rispetto all'Islam, che non tengono sufficientemente conto dei diversi contesti storici, politici, religiosi e geo-economici. Proseguendo col medesimo criterio qualcuno potrebbe affermare la "superiorità culturale" dei Paesi Scandinavi nei confronti dell'Europa mediterranea perchè in quei Paesi le donne sono più emancipate di quelle italiane, o magari la "superiorità culturale" della società spagnola rispetto a quella nostra perchè là si possono celebrare matrimoni gay, mentre da noi no (...che non corrisponde certo al sentimento nè al pensiero di Alessandro Risso) | ||
Aldo Cantoni - 2015-01-15 Caro Alessandro, sono (direi ovviamente) in sintonia con il tuo articolo, ma mi permetto una osservazione provocatoria e paradossale. Quando si disputa se i terroristi fanno o non fanno una forzatura del sacro Corano, mi viene voglia di dire che non lo so, ma certamente so che essi sono coerenti con la mentalità dei Potenti (politicamente, culturalmente ed economicamente) dell' Occidente..... Infatti (Chiesa a parte) chi se non l'Occidente ha promosso l' idea che non esiste una verità oggettiva, nè una morale naturale, ma l'una e l'altra sono l' espressione dell' opinione prevalente in un dato ambito storico e/o geografico? Senza andare troppo indietro nel tempo in Europa si tagliava la testa a chi non ossequiava la dea Ragione, negli USA si sterminavano i pellerossa, in Germania si mandavano a morte gli Ebrei e si ritenevano "patrioti" chi li denunciava, in Urss ogni obiettore andava in vacanza in Siberia e tutte queste cose erano conformi alla Legge dello Stato. Il Relativismo di cui l'Occidente si gloria evolve tragicamente nello Stato Etico. Allora il Califfo Al Baghdadi potrebbe dirci che lui in breve tempo ha percorso per volere di Allah ciò che l' Occidente ha periodicamente sempre fatto. Intelligenti pauca.... |