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Legalità o cinismo?
 
di Franco Maletti
 

Giorni fa, all’interno di un supermercato, ho incontrato un amico che non vedevo da tempo. Era da poco tornato dalla Sardegna, dove l’alluvione ha fatto quegli sconquassi cui giornali e tv hanno dato ampio risalto. Per dovere di completezza aggiungo che questo amico anni fa ha comprato una casa in Sardegna (intestandola subito al figlio per non pagare le tasse come seconda casa, così come in queste circostanze farebbero un po’ tutti, me compreso). Da allora, essendo contemporaneamente andato in pensione, vi passa con la moglie almeno sei mesi ogni anno.
Da malpensante quale sono, ritengo che il suo passato lavorativo da idraulico sia là molto utile per una serie di lavoretti, quali la manutenzione di piscine, revisione bagni di alberghi e pensioni, ecc. Ma, non avendone le prove, i miei sono solo pensieri maligni, forse dettati anche da una certa invidia per la bellezza dei luoghi e dalle sue interminabili vacanze.
“Come va? E la tua casa in Sardegna ha resistito all’alluvione?” ho chiesto.
“Per fortuna mi è andata bene” è stata la risposta “ma a pochi chilometri di distanza è stato un vero disastro”.
“Ho sentito che, per fortuna, si stanno attivando per fare arrivare i risarcimenti al più presto” ho detto io. Poi ho aggiunto con tono consolatorio: “In quelle zone, dove c’è cronica mancanza di lavoro, con la ricostruzione se non altro si potrà risollevare un po’ l’economia. Credo che, tutto sommato, ci si possa consolare in questo modo…”.
A questo punto ho visto il mio amico fare una smorfia di disappunto: “Ma quali risarcimenti!…”.. E poi, notando il mio stupore per la rudezza del suo commento, mi ha spiegato: “Vedi” ha detto “sono sicuro che di soldi ne arriveranno molto pochi, e non solo perché lo Stato è in crisi. Devi sapere che lì, nel corso degli anni, tanti hanno fatto ristrutturazioni e ampliamenti senza denunciarli. Altri hanno l’intera costruzione completamente abusiva. E poi, i pastori: chi aveva quattro o cinquemila pecore – se va bene – al suo Comune ne ha denunciate mille; e chi invece ne aveva soltanto due o trecento non ha denunciato proprio niente…”.
“Se le cose stanno davvero così, allora gli sta bene!” mi è venuto da dire in modo spontaneo.
“Ecco, sei proprio un cinico!” è stata la risposta. E poi, lasciandomi senza parole, se ne è andato via frettolosamente.
Da allora ripenso ogni tanto a questo episodio, cercando di individuare una logica. Sono convinto di appartenere, ancora e nonostante tutto, a una società evoluta e dalle gradi tradizioni di civiltà, e quella definizione di “cinico” non mi è andata giù.
Qualcuno può aiutarmi a trovare una spiegazione a tutto questo? Siamo davvero arrivati al punto che l’illegalità è così diffusa da essere tollerata e condivisa? E chi rivendica la legalità, e la giusta pena per chi non rispetta le regole, scivola ormai nel cinismo?
Ma andando avanti in questo modo, dove andremo a finire?


Luchino Antonella - 2014-01-21
Buongiorno, purtroppo l'illegalita' nel nostro paese e' cosi'diffusa perche' tra gli attuali nostri Parlamentari ci sono personaggi che dovrebbero stare altrove.....(le mie nonne dicevano che l'esempio deve semrpe venire dall'alto). Come possiamo pretendere che la nostra bella Italia ritorni ad essere un paese dove regna la legalita' se tutti i giorni sui quotidiano si leggono articoli che parlano di truffe, raggiri, abusi edilizi, e se il segretario del PD va a trattare sulla legge elettorale con l'esponente di FI, condannato ed espulso dalla vita politica! (Qualcuno mi rispondera' che non capisco nulla di politica; pero' mi e' stata inculcata l'onesta' intellettuale).Non so' dirle dovre andremo a finire, certamente non positivamente. Cordiali saluti.
Dino Strobietto - 2014-01-20
Caro Franco, probabilmente hai perso un "amico" ma ti invito a non abbaterti più di tanto, il cinico non sei Tu ma colui che partecipa o avvalla certe scelte con scorretti comportamenti. Sarebbe opportuno cominciare a chiamare certe azioni con il nome più appropriato, che non è semplicemente: "Furbetti" come l'andazzo generale tende a qualificare, ma:EVASORI E FUORI LEGGE e quindi perseguirli civilmente o penalmente in relazione alle frodi espletate. " Daje nin d'l tÕ a jet" (non gettare sugli altri le tue meschinità), recita un un andazzo piemontese - che si tende a dimenticare - come altre massime che possono dar fastidio, ma che hanno il polso della verità e tracciano le regole della sopravvivenza. Dove andremo a finire non lo so, c'è da essere pessimista, ma so che ognuno, anche nel nostro piccolo, dobbiamo denunciare questi soprusi e non avere paura di "perdere" pseudo-amici. Ciao Carissimo, hai tutta la mia solidarietà e, non mollare. Dino Strobietto