Stefano Godizzi - 2014-01-22 Analisi molto pertinente, che contrasta col bla bla che quotidianamente congestiona le cronache politiche. Purtroppo abbiamo la tentazione di lasciarci andare alle suggestioni anzichè andare al nocciolo delle questioni ed analizzarle senza pregiudizi. Ora che il trionfo del nuovo ci promette nuove frontiere dovremmo essere comunque guardinghi e concreti. Il PD non può essere un partito personale o padronale. Ne va della sua stessa esistenza. Il popolarismo ha ancora molte molte cose da dire... | ||
Beppe Mila - 2013-12-18 Non sempre si possono addossare agli altri le colpe (non dico di un fallimento) ma di un progetto non sviluppatosi come avremmo voluto che si sviluppasse.
Vedo che il tema dei popolari nel PD è molto dibattuto e in generale tutti quelli che hanno dato il loro contributo lo hanno fatto con cognizione di causa e in modo propositivo. Mi pare che manchi però un po’ di autocritica , autocritica seria e che guardi al presente non al passato.
Premetto che personalmente penso che in un Paese come l’Italia, il cittadino medio, per la sua storia, per il suo modo di vivere non amante degli eccessi e delle fughe in avanti, che cerca sicurezza, non potrebbe che essere un democratico popolare, se non lo è più bisogna domandarsi il perché.
Credo che le cose non avvengano mai per caso. Se un quarto degli elettori sceglie un demagogo arrabbiato come Grillo, se l’80% dei votanti ad una competizione sceglie un determinato candidato è perché è successo qualcosa.
È successo che i Popolari con tutto il loro rispettabile bagaglio culturale e politico non sono stati in grado di garantirsi un terreno sociale favorevole. A forza di tollerare e mai dire nulla si arriva agli estremismi di piazza dei Forconi, a forza di dire sempre che gli extracomunitari salvano la nazione mentre tutti sono incazzati per i pedaggi abusivi che devono pagare nei posteggi e altri piccoli soprusi quotidiani si arriva a considerare il grillismo come un dogma. È vero che se non ci fossero gli immigrati , tanti lavori non sarebbero più svolti, ma è altrettanto vero che in Italia su 60.000 detenuti, ben 20.000 sono extracomunitari, quando si parla occorre spiegare sempre bene le due facce di una medaglia).
Ma rimaniamo molto vicino al mondo del popolarismo, cito due esempi soli, uno locale tutto piemontese, l’altro nazionale.
Caso Piemonte: a fronte di una sentenza passata in giudicato sulla truffa di Giovine che con la sua lista dei pensionati fece vincere Cota, il Piemonte continua ad essere governato con sicumera dalla destra. La battaglia per invalidare questo risultato è stata condotta in splendida solitudine da Mercedes Bresso. Ora, per molti la Bresso sarà pure una mangiapreti, ma è stata ed è un’esponente di primo piano del centrosinistra, non aiutarla in questa battaglia ha allontanato da noi ulteriori fette di elettorato. Pensate che la gente queste cose non le noti? Suvvia…
Caso nazionale: dell’eroica carica dei 101 franchi tiratori che hanno impallinato Prodi molto si è detto, ma il mondo popolare non mi pare che si sia stracciato le vesti per l’eliminazione di Prodi, eliminazione avvenuta in modo stupido, prima ancora che cattivo e autolesionistico.
Pensate che dico ciò perché sono un inguaribile vecchio romantico prodiano?
Si, lo sono anche, ma sono in buon compagnia, vi suggerisco un piccolo test: leggetevi il libro di Sandra Zampa “I tre giorni che sconvolsero il PD” dove l’ultima parte (da pag.120 a pag. 157) riporta fedelmente e testualmente un campionario delle lettere e e-mail inviate agli organi dirigenti del PD in quel frangente. Scoprite quante sono e soprattutto di che tenore sono… E poi ci ingarbuglia per capire come mai Renzi raccoglie l’ottanta per cento dei voti?
Ma dai , insomma, siamo seri. E meno male che alla fine Gianni Cuperlo ha avuto il coraggio di scrollarsi di dosso il peso dei fans delle orecchiette pugliesi e dei tortelli emiliani e accetterà la presidenza del partito.
Invece sempre per rimanere a livello locale trovo che la mancata elezione all’assemblea nazionale di un personaggio del calibro di Gianna Pentenero, semplicemente perché era nella lista sbagliata sia un altro dei danni collaterali che il popolarismo sta subendo .
In ultimo, giusto per la cronaca e non per autocelebrazione, nel libro di Zampa è riportata anche la lettera che scrissi in primavera e che venne pubblicata sul sito “Perildomani” con il titolo “Devo spegnere la luce”, lettera che ovviamente non ricevette alcuna risposta .
P.S. Giusto per ricordare come vanno le cose: nella settimana in cui è decaduto Berlusconi, Romano Prodi su invito di papa Francesco si è recato dopo anni in Vaticano per tenere la prima di un ciclo di quattro Lectio Magistralis. Va rimarcato che nella campagna elettorale del 2006 il cardinale Ruini emise un diktat in cui si proibì a qualsiasi giornale cattolico di intervistare Romano Prodi. La CEI aveva scelto Berlusconi. A posteriori un pensierino sul comportamento dei cattolici in questo frangente non andrebbe fatto?
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Arnaldo Reviglio - 2013-12-16 Quante parole! Questo risultato era più che mai necessario, e non era scontato con così largo margine. E aggiungendo il risultato di Civati si deduce che la necessità di cambiare verso era indilazionabile. La speranza è che ora Renzi possa lavorare e che i Popolari lo aiutino (almeno tutti quelli che non ne potevano più). Se il popolare Renzi non avesse avuto tanto ostruzionismo un anno fa forse non saremmo in questa situazione.
Sicuramente contano i fatti, ma da come eravamo messi non potevamo aspettarci ancora qualcosa. Se non altro ora possiamo sperare. | ||
beppe mila - 2013-12-14 Solo perchè non tutti possono avere letto il mio intervento precedente, scrivo perchè in questo articolo sembra che io sia pro-gay, nulla di più sbagliato, anzi... ( e mi fermo). Però bisogna prender atto che ci sono, sono potenti, o meglio sono molto fashion e bisogna quindi tenerne conto.
E' un pò come dire che non amiamo i cinesi per il loro basso costo etc. etc., però la Cina c'è e bisogna tenerne conto. Tutto qui. | ||
giuseppe cicoria - 2013-12-13 Naturalmente concordo con l'utilità e necessità di discutere sul delicato argomento del destino dei "popolari cattolici". Ho votato Renzi perchè ha modificato alcune sue idee sopratutto sul progetto di modifica dell'art. 138 della Costituzione, dimostrando, così, di essere attento a quello che la gente suggerisce, e ciò senza essere tacciato con l'orrida parola di "populista". Ovviamente mi spavento se il partito possa anche provocatoriamente essere definito con la sigla PDR. Non ho mai guardato con interesse le formazioni politiche che si identificano con un "leader" perchè il prevalere di un uomo è sempre foriero di guai; e noi, in Italia, ne sappiamo qualcosa! | ||
Tiziano Muliere - 2013-12-12 Sono completamente d'accordo,il centro del problema è proprio quello di cui sopra,essendo anch'io figlio del popolarismo e del Cattolicesimo Democratico ossia sentendomi anch'io pur'avendo solo 24 anni figlio del Cristianesimo Democratico e del Cattolicesimo Politico,penso che questo é un dibattito utile per noi Popolari come scrive Giorgio Merlo ed utile anche per il PD. | ||
giorgio merlo - 2013-12-11 Ottima sintesi politica e giornalistica. Comunque sia, un buon dibattito e un salutare confronto di idee. Utile a noi Popolari e, credo, utile anche al Pd. Vedremo. |