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Popolari nel PD: dobbiamo aspettare il prossimo giro
 
di Carlo Baviera
 

Bravo Risso. Al tuo articolo aggiungo solo poche domande. Poiché non sono pochi coloro che, da qualche tempo, ripetono che è finito il popolarismo, che il PD non ha risposto pienamente alle esigenze, che altri tentativi (Rosa per l'Italia, Scelta Civica, ...) non hanno funzionato, perché nessuno prende l'iniziativa di contattare gli altri spezzoni per tentare di costruire un primo momento unitario?
È possibile tornare a ragionare insieme tra ex Popolari (con riferimento a Marini/Fioroni), franceschiniani, lettiani, bindiani, Pezzotta, personalità che si erano rifugiate con Monti, rete c3dem (associazioni cattolico-democratiche), Tabacci e altri almeno su alcuni aspetti di programma e di linea politica (potrebbe farlo l'Associazione)?
Come conciliare le preferenze per il proporzionale e quelle per un tendenziale bipolarismo che eviti ai piccoli partitini diritto di interdizione e porti alla vittoria di maggioranze certe?
È possibile che, nonostante la delusione del presente, si riaffermi da parte di tutti i succitati che si opererà sempre nell'ambito del riformismo e solidarismo di centrosinistra, senza cedere a tentazioni di altro genere, compresi tentativi centristi e moderati? Dichiarandosi per il superamento di questo sistema economico e per una visione nuova della finanza, dei parametri europei che abbiano aspetti sociali e non solo monetari?
E poiché – anche nel caso di una ripresa significativa del popolarismo – oggi chi vuole operare politicamente non può restare in piccole formazioni ma far parte di movimenti che “pesino” non si dovrebbe ragionare su come tonare in massa nel PD per condizionarlo o cercare di dividerlo per far rinascere qualcosa che sia il nuovo Ulivo, o un Partito delle comunità, delle autonomie e della partecipazione?
Renzi, presumibile vincitore delle Primarie, un modello e una visione la porta; molti anche ex Popolari lo voteranno proprio in chiave anti “PD di sinistra”. Urge qualcuno che interpreti i contenuti che tu indicavi in dissenso rispetto al renzismo e abbia capacità comunicative per farle diventare progetto politico, candidandosi ad un ruolo di leader per le prossime occasioni.
Oggi, piaccia o meno, è l’ora del Sindaco di Firenze. Dobbiamo aspettare il prossimo giro.


Giorgio merlo - 2013-12-06
Il prossimo giro, caro Carlo, arriva solo se lo costruisci. Certo, dar vita ad un soggetto politico omogeneo e piu' coeso sarebbe la soluzione migliore. Cosa, pero', non facile e difficilmente praticabile. Ma nulla e' impossibile. Soprattutto in politica. Nel frattempo, e per stare nella contingenza, credo che il Pd dopo l'8 dicembre subisca uno scossone forte e chiarificatore. Tutto e' possibile. Anche la scissione, com'e' ovvio. Del resto, quando in un partito plurale come il pd arrivauna gestione politica personale e plebiscitaria come quella di Renzi, il redde rationem non puo' che esserci. Per questo noi, cioe' noi popolari, dobbiamo tenerci in forte contatto in questa fase.