Il recente attentato a Donald Trump nel bel mezzo della campagna elettorale americana, costituisce l'ennesima spia di una tensione che si manifesta sia all'interno delle democrazie occidentali che negli equilibri internazionali in corso di cambiamento. Proprio per contribuire ad accendere l'interesse nel dibattito pubblico su come sta cambiando il mondo e su cosa si possa fare per governare tale cambiamento con gli strumenti della politica e della diplomazia, evitando il più possibile il ricorso alla guerra, è appena uscito un libro su Il Nuovo Ordine Globale. I protagonisti del multilateralismo nelle aree continentali. Le principali istituzioni di riferimento in Africa, Americhe, Artico, Asia, Europa (AA.VV., a cura di Marco Ricceri, pag. 493, Armando Editore). Quello che costituisce una guida documentata su cosa sono e cosa fanno organizzazioni internazionali, vecchie e nuove, in un mondo divenuto ormai multi-centrico, è anche un testo che fornisce alcune chiavi di lettura su sfide decisive della nostra epoca.
Si potrebbe dire che mai come in questa fase storica questione geopolitica, questione sociale e questione democratica appaiono intimamente intrecciate e interagenti.
Che vi sia una questione geopolitica ancora in cerca di soluzioni è sotto gli occhi di tutti. Si avverte, come rileva l'ambasciatore Riccardo Sessa, presidente della SIOI (Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale), che ha svolto l'introduzione del libro, un deficit di governance globale. Il vecchio sistema affermatosi dopo la fine della Seconda guerra mondiale appare non più adeguato a riflettere i mutamenti avvenuti nel mondo attuale. Basti pensare, per fare un esempio, che il Paese più popoloso del mondo e accreditato di divenire fra non troppi anni la prima economia del pianeta, l'India, non figura nel novero dei Paesi membri con diritto di veto, del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. E nel contempo non è ancora emerso un nuovo accordo tra Ovest, Est e Sud del mondo per la gestione della politica globale e la riforma delle istituzioni mondiali, nonostante il futuro dell'umanità sia divenuto ormai così interconnesso da rendere irrealistico ogni progetto di rigida divisione per blocchi. La direzione verso cui si sta andando, nonostante tutto, appare un'altra. Quella di un nuovo multilateralismo, o "multicentrismo" come sostiene uno degli autori, il prof. Giovanni Barbieri dell'Università Cattolica, nel quale le diversità, il pluralismo delle culture e dei sistemi politici trovano il modo di coesistere, nel comune riconoscimento dei valori e dei principi intramontabili della Carta delle Nazioni Unite. Uno schema di governance sul quale le diplomazie di molti Stati stanno lavorando, e che troverà un momento di discussione globale al Vertice del Futuro, dell'ONU, il prossimo settembre.
In questa prospettiva il volume raccoglie contributi come quello del professor Marco Ricceri, segretario generale dell'Eurispes, sulla strategia dell'Unione Europea dei partenariati nel mondo, e del sottoscritto sulla NATO, come alleanza difensiva fra Paesi democratici, che in 75 anni di storia ha intessuto una vasta rete di accordi di cooperazione e prevenzione dei conflitti, anche se non sempre sufficiente ad evitarli, nei quali emerge come nel nostro mondo occidentale, e in particolare in ambito comunitario, siano in atto importanti processi di consolidamento di un approccio multilaterale alle questioni globali.
Questo avviene nella fase in cui la crisi della classe media sta avendo delle ripercussioni sulla salute dei sistemi e delle istituzioni delle democrazie occidentali, che faticano a trasformare in opportunità sostanziali per tutti, e in livelli accettabili di coesione sociale e di uguaglianza, i principi di libertà e di primato della persona umana che riconoscono a ciascuno. Di converso nei Paesi di più recente sviluppo o in via di sviluppo, emergono sistemi politici diversi, non privi certo di contraddizioni, ma capaci di lanciare una sfida fra chi garantisca meglio i ceti intermedi, lavoratori e popolari.
Per queste ragioni rivitalizzare la democrazia, come ci hanno ricordato, nei loro rispettivi ambiti, il presidente Mattarella e papa Francesco, alla recente Settimana Sociale di Trieste, aumentando il grado di sensibilizzazione e di partecipazione dei cittadini, ha a che fare con la costruzione della pace e di un ordine globale più giusto e più rispondente alle esigenze di questa delicata e inedita fase storica, che questo libro può aiutarci a conoscere meglio e interpretare.
Si potrebbe dire che mai come in questa fase storica questione geopolitica, questione sociale e questione democratica appaiono intimamente intrecciate e interagenti.
Che vi sia una questione geopolitica ancora in cerca di soluzioni è sotto gli occhi di tutti. Si avverte, come rileva l'ambasciatore Riccardo Sessa, presidente della SIOI (Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale), che ha svolto l'introduzione del libro, un deficit di governance globale. Il vecchio sistema affermatosi dopo la fine della Seconda guerra mondiale appare non più adeguato a riflettere i mutamenti avvenuti nel mondo attuale. Basti pensare, per fare un esempio, che il Paese più popoloso del mondo e accreditato di divenire fra non troppi anni la prima economia del pianeta, l'India, non figura nel novero dei Paesi membri con diritto di veto, del Consiglio di Sicurezza dell'ONU. E nel contempo non è ancora emerso un nuovo accordo tra Ovest, Est e Sud del mondo per la gestione della politica globale e la riforma delle istituzioni mondiali, nonostante il futuro dell'umanità sia divenuto ormai così interconnesso da rendere irrealistico ogni progetto di rigida divisione per blocchi. La direzione verso cui si sta andando, nonostante tutto, appare un'altra. Quella di un nuovo multilateralismo, o "multicentrismo" come sostiene uno degli autori, il prof. Giovanni Barbieri dell'Università Cattolica, nel quale le diversità, il pluralismo delle culture e dei sistemi politici trovano il modo di coesistere, nel comune riconoscimento dei valori e dei principi intramontabili della Carta delle Nazioni Unite. Uno schema di governance sul quale le diplomazie di molti Stati stanno lavorando, e che troverà un momento di discussione globale al Vertice del Futuro, dell'ONU, il prossimo settembre.
In questa prospettiva il volume raccoglie contributi come quello del professor Marco Ricceri, segretario generale dell'Eurispes, sulla strategia dell'Unione Europea dei partenariati nel mondo, e del sottoscritto sulla NATO, come alleanza difensiva fra Paesi democratici, che in 75 anni di storia ha intessuto una vasta rete di accordi di cooperazione e prevenzione dei conflitti, anche se non sempre sufficiente ad evitarli, nei quali emerge come nel nostro mondo occidentale, e in particolare in ambito comunitario, siano in atto importanti processi di consolidamento di un approccio multilaterale alle questioni globali.
Questo avviene nella fase in cui la crisi della classe media sta avendo delle ripercussioni sulla salute dei sistemi e delle istituzioni delle democrazie occidentali, che faticano a trasformare in opportunità sostanziali per tutti, e in livelli accettabili di coesione sociale e di uguaglianza, i principi di libertà e di primato della persona umana che riconoscono a ciascuno. Di converso nei Paesi di più recente sviluppo o in via di sviluppo, emergono sistemi politici diversi, non privi certo di contraddizioni, ma capaci di lanciare una sfida fra chi garantisca meglio i ceti intermedi, lavoratori e popolari.
Per queste ragioni rivitalizzare la democrazia, come ci hanno ricordato, nei loro rispettivi ambiti, il presidente Mattarella e papa Francesco, alla recente Settimana Sociale di Trieste, aumentando il grado di sensibilizzazione e di partecipazione dei cittadini, ha a che fare con la costruzione della pace e di un ordine globale più giusto e più rispondente alle esigenze di questa delicata e inedita fase storica, che questo libro può aiutarci a conoscere meglio e interpretare.
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