Tratto da NP, il mensile del Sermig di Torino, rilanciamo un articolo di commento al conflitto in Ucraina. Crediamo utile conoscere il punto di vista interno a una delle più credibili realtà sul piano nazionale e internazionale nel sostenere le ragioni della pace.
Più del 50% secondo alcuni, due su tre secondo altri, quattro su cinque secondo gli ultimi dati.... Tutti i sondaggi convergono in una direzione abbastanza delineata ed eloquente; sempre più italiani sono ormai decisamente contrari a nuovi invii di armi per sostenere l'Ucraina.
È un sentire comune che ha iniziato a prendere le distanze dall'appartenenza politica e dalle linee di partito, un rifiuto sempre più convinto della logica della guerra e ancor più dell'idea di guerra giusta, una presa di distanza sempre più marcata e convinta dagli ordini che da oltreoceano piovono sugli alleati europei senza se e senza ma. Il guinzaglio americano sull'Europa non è mai stato molto lento ma, nell'ultimo anno, si è rivelato decisamente stretto, per certi versi quasi soffocante fino al punto di dar voce a un antiamericanismo sempre più convinto e diffuso. L’evidente bavaglio televisivo a tutto ciò che non rispecchia la linea del governo mira a diffondere un'immagine di un'Italia unita sul fronte antirusso e filo americano, compatta e allineata alle decisioni che vengono prese dalla maggioranza e ciecamente fedele alle direttive della NATO; ma è sempre più palese che questo castello di certezze scricchiola da più parti.
Tacitare i malumori e zittire le posizioni critiche sull'appoggio esterno al conflitto al grido di “putiniani” è prassi quotidiana di giornali e testate televisive che, totalmente appiattite sulla linea di governo, anno di fatto abolito il contraddittorio e l'opinione “diversa” che sono peraltro espressione e anima della democrazia. Nel frattempo, nel teatro di guerra, le armi di difesa si sono trasformate in armi di attacco garantendo di fatto la continuità del conflitto che, ormai è evidente, arricchisce a dismisura l'America e rende floride le economie militari dei Paesi europei. Nonostante l'impennata dei prezzi del gas, l'embargo russo e la paura sulle certezze future, l'Italia nell'annus horribilis ha continuato a crescere; dopo un debole primo trimestre del 2022 (+ 0,1% sul trimestre precedente), la crescita del PIL nel secondo trimestre è stata spettacolare (più 1,1%,), forte anche quella del terzo (più 0,5%), in minima flessione (meno 0,1%) il quarto, facendo nascere un certo sospetto che l'industria delle armi faccia gran bene anche alla salute del nostro Paese.
Peraltro prima il governo Draghi e ora quello Meloni non hanno mai fornito la precisa entità e tipologia delle nostre forniture di armamenti all’Ucraina e questa reticenza a rivelare i dati al Parlamento è anch'essa di fatto una prova di mancata democrazia. Dopo più di un anno di conflitto, migliaia di morti e sistematica distruzione del territorio, non esiste di fatto nessun piano di pace, nessuna intenzione concreta di cessare le ostilità da entrambe le parti, Ma si moltiplicano in America e in Europa i tavoli per pianificare e dare inizio alla ricostruzione del Paese...
I miliardi spesi in armi per sostenere l'Ucraina torneranno in cassa moltiplicati per 10, con buona pace di tutti.
Più del 50% secondo alcuni, due su tre secondo altri, quattro su cinque secondo gli ultimi dati.... Tutti i sondaggi convergono in una direzione abbastanza delineata ed eloquente; sempre più italiani sono ormai decisamente contrari a nuovi invii di armi per sostenere l'Ucraina.
È un sentire comune che ha iniziato a prendere le distanze dall'appartenenza politica e dalle linee di partito, un rifiuto sempre più convinto della logica della guerra e ancor più dell'idea di guerra giusta, una presa di distanza sempre più marcata e convinta dagli ordini che da oltreoceano piovono sugli alleati europei senza se e senza ma. Il guinzaglio americano sull'Europa non è mai stato molto lento ma, nell'ultimo anno, si è rivelato decisamente stretto, per certi versi quasi soffocante fino al punto di dar voce a un antiamericanismo sempre più convinto e diffuso. L’evidente bavaglio televisivo a tutto ciò che non rispecchia la linea del governo mira a diffondere un'immagine di un'Italia unita sul fronte antirusso e filo americano, compatta e allineata alle decisioni che vengono prese dalla maggioranza e ciecamente fedele alle direttive della NATO; ma è sempre più palese che questo castello di certezze scricchiola da più parti.
Tacitare i malumori e zittire le posizioni critiche sull'appoggio esterno al conflitto al grido di “putiniani” è prassi quotidiana di giornali e testate televisive che, totalmente appiattite sulla linea di governo, anno di fatto abolito il contraddittorio e l'opinione “diversa” che sono peraltro espressione e anima della democrazia. Nel frattempo, nel teatro di guerra, le armi di difesa si sono trasformate in armi di attacco garantendo di fatto la continuità del conflitto che, ormai è evidente, arricchisce a dismisura l'America e rende floride le economie militari dei Paesi europei. Nonostante l'impennata dei prezzi del gas, l'embargo russo e la paura sulle certezze future, l'Italia nell'annus horribilis ha continuato a crescere; dopo un debole primo trimestre del 2022 (+ 0,1% sul trimestre precedente), la crescita del PIL nel secondo trimestre è stata spettacolare (più 1,1%,), forte anche quella del terzo (più 0,5%), in minima flessione (meno 0,1%) il quarto, facendo nascere un certo sospetto che l'industria delle armi faccia gran bene anche alla salute del nostro Paese.
Peraltro prima il governo Draghi e ora quello Meloni non hanno mai fornito la precisa entità e tipologia delle nostre forniture di armamenti all’Ucraina e questa reticenza a rivelare i dati al Parlamento è anch'essa di fatto una prova di mancata democrazia. Dopo più di un anno di conflitto, migliaia di morti e sistematica distruzione del territorio, non esiste di fatto nessun piano di pace, nessuna intenzione concreta di cessare le ostilità da entrambe le parti, Ma si moltiplicano in America e in Europa i tavoli per pianificare e dare inizio alla ricostruzione del Paese...
I miliardi spesi in armi per sostenere l'Ucraina torneranno in cassa moltiplicati per 10, con buona pace di tutti.
Attenzione Zelensky potrebbe essere l’artefice della fine UE e dell’inizio della guerra nucleare! Come cittadino italiano, gentile Ministro degli Esteri francese Catherine Colonna, spero che Macron collabori presto con Roma. Ho lavorato diversi anni in Joint con i francesi della ELF Equitania, per lo sviluppo di grandi progetti in Congo, ora si volta pagina, dopo il vertice in Islanda, i due leader (Francia e Italia) si vedranno anche nel fine settimana al G7 di Hiroshima. “La pace in Ucraina non si fa con le armi. Sbagliato favorire surrettiziamente l’immigrazione clandestina e aumentare le spese militari”. L’Italia chiuda i porti alle ONG Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea – Ylva Johansson, responsabile immigrazioni UE – Nacira BOULEHOUAT, direttore per le operazioni di aiuto umanitario. Tre donne strette dal guinzaglio USA, aggiungerei anche la nostra Giorgia Meloni e il suo fido Guido Crosetto. Weber: «L’Italia ha ragione, chi finanzia le Ong deve anche farsi carico dei migranti» Gli Stati che aiutano le Ong devono anche farsi carico dei migranti. È il monito che arriva dal presidente del Ppe, Manfred Weber, che ricorda che «il soccorso non si può privatizzare» e sono gli Stati che devono controllare il fenomeno migratorio. L’Italia, ha quindi avvertito il leader del maggior partito al Parlamento europeo, non può essere lasciata sola Italia non può continuare ad accontentarsi delle lodi UE “Italia esemplare ed accogliente” sono una presa per i fondelli, siamo diventati terzo mondo. Presto ciò che accade oggi da noi, accadrà in ogni Paese europeo. La politica pro migranti, per creare occupazione giovanile con le Onlus in Italia, favorisce stupri, l’invasione islamica e le stragi in Europa! Fermare milioni di migranti, provenienti da Tunisia, Libia, Algeria, Marocco, Costa d’Avorio, Camerun, Ciad, Eritrea, Etiopia, Egitto, Gambia, Mali, Guinea, Nigeria, Senegal, Sierra Leone, Sudan, India e Bangladesh. Istituire la polizia federale UE, per effettuare i respingimenti di coloro privi di permessi preventivi. Sono sbalordito per gli accadimenti recenti. Essendo un lapirano osservante da sempre, prego che una persona come Giorgio LA PIRA vada a Mosca a parlare con PUTIN e che metta d’accordo ucraini e russi. L’associazione “Insieme” potrebbe avere un ruolo importante, manca il coraggio e la fede per farlo! Il 13 u.s è stato l’anniversario dell’apparizione della Madonna di Fatima, dobbiamo adempiere alle raccomandazioni del terzo segreto. Alla radice di questa grande confusione, che potrebbe portare alla terza guerra mondiale, c’è il relativismo USA e mondiale, più volte denunciato da Papa Benedetto XVI. Chiedo un vostro consiglio se e come mandare una lettera a Putin (bozza migliorabile), tramite l’ambascia di Roma:
Bozza di una eventuale lettera per la Pace tra Putin e Zelenky:
“Continua l’opera pacifista del movimento Giorgio La Pira, a cui aderiscono persone di ogni ceto sociale per la diffusione dell’opera pacifista e degli insegnamenti sociali, cattolici cristiani, del venerabile Professore. Per principio quando c’è un conflitto bisogna indagare a fondo per comprendere le ragioni per cui è nato, senza prendere le parti di nessuno dei contendenti, attribuendo ad Eschilo questo giudizio: “la prima vittima della guerra è la verità”. Quindi il disaccordo va trasformato e pacificato senza creare né vinti né vincitori.
Visto che attualmente abbiamo sentito tutte le voci occidentali (USA, Europee e Ucraine), noi invece vorremmo conoscere le vere ragioni che hanno portato la Russia a dichiarare Guerra all’Ucraina e tutti quei motivi che hanno creato tensioni tra le parti i contendenti. Per questo sollecitiamo la possibilità di parlare con il Presidente Putin, per chiarire le vicende che hanno generato la guerra. Siamo consci che con la fine del Patto di Varsavia la Nato non si sarebbe più estesa, cosa che non sta succedendo. Noi vogliamo che finalmente i popoli e non i loro rappresentanti, possano conoscere la verità. Il Prof. La Pira ha risolto tante tensioni internazionali, dalla crisi di Cuba a Quella di Suez alla guerra del Vietnam, operando sempre come mediatore di pace senza interessi, se non quello appunto di creare la pace.
Per questo riteniamo che il nostro movimento sia il più idoneo: non abbiamo interessi di parte, né politici né economici, ma abbiamo come obiettivo soltanto la pace. Crediamo che la nostra azione possa essere di grande aiuto per la cessazione del conflitto, questo modello è confermato dal modo d’agire di La Pira, in tutti i suoi interventi di Pace. Un esempio calzante è quello di avere dato dignità alle popolazioni africane, che si sentivano sempre inferiori, redendoli invece orgogliosi di essere Neri. Giorgio La Pira ha concettualizzato la “negritudine” col presidente del Senegal Leopold Senghor, che spesso incontrava a Firenze: in modo che le trattative non venissero influenzate da motivi d’inferiorità da parte dei rappresentanti, ma anzi la pelle di colore scuro delle popolazioni africane doveva essere un motivo d’orgoglio e di grande dignità, non di umiliazione ed emblema di schiavitù verso le popolazioni di pelle chiara.
Perché dare al mondo presente – osservava Giorgio La Pira – una prova che solo l’accordo, il negoziato, l’edificazione, l’azione e la missione comune per l’elevazione di tutti i popoli, sono gli strumenti che la Provvidenza pone nelle mani degli uomini per costruire una storia nuova e una civiltà nuova…Il Problema del Mediterraneo, dell’Europa unita e del mondo è questo: avere un punto equilibrante.. un punto attrattivo capace di unificare! Perché…l’Italia non dovrebbe prendere questo posto per essere il punto d’incontro dei continenti? La Pace è inevitabile; il disarmo è inevitabile; la politica della costruzione dei ponti è inevitabile: perché l’Italia non potrebbe svolgere questa politica? L’idea dell’Italia come costruttore di ponte nel Mediterraneo è di Enrico Mattei, amico di la Pira, il più grande patriota dei tempi recenti, che ebbe e avviò questo grande progetto come la via di comunicazione fra l’Africa a l’Ovest e l’Est Europa”.
Giorgio LA PIRA fu l’artefice della pace tra USA e Vietnam (amico di Ho Chi Minh)! Il Papa intervenga: occorre un negoziatore che blocchi la guerra (come fu Giorgio la Pira). Dinanzi alle ingiustizie se le persone buone ed oneste tacciono il male si diffonde! Invochiamo la “Spirito santo”, che ci dia un suggerimento soprannaturale di un negoziatore ideale per far cessare il conflitto, Sarebbe opportuno che Papa Francesco viste le condizioni di salute inviti a Roma il cattolico Joe Biden, e a quattrocchi le spieghi le ragioni per fermare morte e distruzioni. Si chiede l’intercessione di MARIA SS, invocata da tutti i Monasteri delle Suore di Clausura del Mondo, in collegamento mondovisione.
“SPES CONTRA SPEM”