Un comunista in banca



Aldo Novellini    6 Agosto 2020       0

Un comunista in banca (Edizioni Punto Rosso) di Claudio Bettarello, lavoratore bancario dal 1979 al 2018, oggi in pensione, offre uno spaccato del mondo del credito dagli anni Ottanta ai giorni nostri. Una vicenda lavorativa nella quale si innesta la sua lunga attività sindacale, evidenziata dall'inserimento nel volume – una scelta felice ed originale – di una trentina di testi e volantini sindacali, opportunamente commentati.

Viene così a delinearsi una trama nella quale si evincono non soltanto gli avvenimenti che caratterizzavano la banca in cui l'autore ha lavorato ma quelli dell'intero settore creditizio, mentre, in sottofondo, fanno capolino le principali scelte politico-economiche degli ultimi trent'anni. I volantini, redatti in larga parte dall'autore – tra formule ad effetto e ragionamenti più elaborati – illustrano il controverso percorso evolutivo del mondo bancario italiano tra privatizzazioni, trasformazione degli istituti di credito, esternalizzazione di molte attività, accentuata riduzione di diritti e garanzie dei lavoratori.

Accanto a tutto questo trovano anche spazio le complesse vicissitudini del sindacato. Bettarello, insieme ad altri sindacalisti come lui fuoriusciti dalla FISAC (la CGIL dei bancari), è nel 1999 tra i fondatori del sindacato di base Cub-Sallca. Una scelta nata dal desiderio di dar vita ad un'esperienza più a contatto con i lavoratori, più prossima alle loro esigenze e ai loro problemi. Una militanza sindacale, per quanto possibile, depurata da certe incrostazioni burocratiche e da quella autoreferenzialità di chi, spesso, finisce soltanto per coltivare la propria fetta di potere. Oltre a questo vi è poi l'impegno politico: dapprima in Democrazia Proletaria e quindi in Rifondazione comunista, all'interno di quella complicata galassia della sinistra radicale sempre alle prese con incomprensibili divisioni ideologiche.

Vale la pena di sottolineare come questo "comunista in banca" (come simpaticamente si autodefinisce Bettarello), capace di non perdersi un direttivo o un'assemblea sindacale, occupi nel suo lavoro bancario una posizione di non scarso rilievo all'Ufficio Studi: luogo ove si analizzano le principali strategie aziendali. Le stesse che, cambiando casacca, si troverà a contrastare sui volantini sindacali. Una duplice veste, vissuta però sempre in modo trasparente, giocando a carte scoperte: un atteggiamento che, non a caso, gli varrà la stima e il rispetto di molti di quei dirigenti con i quali condivide l'attività quotidiana per poi ritrovarsi dall'altra parte della barricata.

Il libro compie quindi una lunga carrellata sulla realtà bancaria e sui mutamenti che vi sono intervenuti, travalicando i confini del settore creditizio per parlarci, anche, dei molteplici problemi lavorativi di questi ultimi trent'anni. In tutto questo si staglia, in maniera appena accennata, anche la vicenda umana dell'autore: un uomo di sinistra che ha passato la vita provando a difendere il mondo del lavoro e forse, ancor di più, a cercare di comprenderne l'evoluzione.


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